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Sibari

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Sant'Antonio venerato a Terranova PDF Stampa E-mail
Scritto da R.Caracciolo   
martedì, 07 giugno 2011 14:32
ImageI primi  giorni di giugno,a Terranova da Sibari, sono dedicati alla venerazione del Santo di Padova;si rinnova una tradizione plurisecolare che viene vissuta intensamente dalla comunità terranovese che è molta devota al Santo dei Miracoli anche per la presenza del Convento che ospita la comunità dei Frati Minori francescani nella cui chiesa sono custoditi due statue di S.Antonio di rara bellezza artistica. Nella prima decina di giugno,quindi,è un rifiorire di ricordi soprattutto per chi non è più di età giovane. La Tredicina è il tempo dei gigli che in grossi fasci  vengono deposti ai piedi del Santo inondando di profumo indescrivibile la Chiesa e perfino il sagrato nel quale vengono anche coltivati,con cura attenta. E’ un continuo pellegrinaggio quello che si vive a Terranova in questo scorcio di fine primavera, non solo di devoti del luogo, ma anche  di paesi lontani, da dove raggiungono, spesso a piedi, la Chiesa di S.Antonio, aperta fino a tarda notte,  per implorare o ringraziare per quanto ricevuto.

ImageNel giorno della vigilia  tanti contadini (di Castrovillari, Cassano, Firmo, Spezzano, Schiavonea)  portano, quasi con devozione, i loro prodotti agricoli , consistenti in aromatiche cipolle, aglio e saporite gigantesche ciliegie che vengono prese d’assalto sin dalle prime ore del mattino. Nei tempi passati si notavano,a sera inoltrata,tanti venditori con mercanzie varie, che trascorrevano la notte avviluppati in coperte, in attesa di vendere il prodotto nel giorno della festa. Non si dormiva la notte della vigilia per la preoccupazione di probabili acquazzoni che avrebbero potuto  costringere i mercanti ad abbandonare il posto di vendita. Nel tempo  della Tredicina, tutto diventa gioioso, la ricorrenza contaminava positivamente soprattutto i giovani che potevano, finalmente, gustare anche il gelato prodotto da mani d’artigiani esperti che riuscivano a custodirlo facendo uso di giganteschi pezzi di ghiaccio avvolti dal fieno. C’era la possibilità di gustare anche le caramelle filate, per i più piccini, mentre gli adulti erano conquistati dall’odore della ricotta salata e delle sardine  con peperoni piccanti. La statua di S,Antonio veniva portata a spalla da tanti fedeli, che se la contendevano con ardore, attraverso le strade del paese lungo le quali venivano sparsi fiori e stesi i migliori drappi posseduti dalle famiglie. La processione si ripeteva dopo una settimana facendo attraversare,questa volta,la Statua lungo le campagne in segno di ringraziamento per il raccolto del grano e della frutta. Non c’è terranovese che, pur risiedente lontano, non rivolga un pensiero nostalgico al paese natìo nel giorno della festa di S.Antonio. Non c’è chi non ricorda la folla di fedeli intenti alla distribuzione del pane a tutti coloro che si incontra .L’atmosfera,anche oggi rimane paradisiaca, rallegra il cuore di ogni pellegrino come d’incanto ed incentiva la speranza in un’umanità che riesce a fare prevalere il bene sul male. Le tecnologie dei tempi moderni non cancellano né i ricordi né affievoliscono l’amore verso il Santo,stella luminosa della comunità.

                                     Raffaele Caracciolo

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