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Sibari

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Protervia e indolenza PDF Stampa E-mail
Scritto da T.Cavallaro   
venerdì, 20 maggio 2011 07:44
ImageL'amministrazione comunale di Cassano non si arrende. Ancora una volta davanti all'ennesima sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che afferma senza tentennamenti che le opere di urbanizzazione di Marina di Sibari sono di proprietà del comune, Gallo e i suoi fedeli dicono NO e impugnano la sentenza. Se non andiamo errati è la terza volta che il TAR dà torto al comune ed è la terza volta che si chiede il parere definitivo del Consiglio di Stato. Certo che questa amministrazione dimostra di avere più protervia che lungimiranza, più interesse per le azioni di piccolo e basso cabotaggio che per quelle che potrebbero portare a risolvere non solo i problemi di Marina di Sibari e del comparto turistico del comune, completamente abbandonato a se stesso, ma quelli della disastrosa situazione sociale ed economica del territorio. Come fa la serva vagabonda che nasconde la polvere sotto il tappeto, gli amministratori del nostro ente pubblico procrastinano a data da definirsi le decisioni che il popolo li ha delegati a prendere. Certo è molto più facile pagare sei o sette mila Euro a un avvocato per allungare i tempi e non giungere mai a una soluzione, salvo poi assurgere ad eroi quando si manda qualche operaio a tappare i buchi della rete idrica e fognaria o mandare i vigili a elevare contravvenzioni e verbalizzare il malcapitato di turno, che, giustamente, vedendo l'incuria in cui il comune lascia quell'area, pensa che può permettersi di tutto e di più. Nella seconda parte pubblichiamo l'articolo della Gazzetta del Sud sull'argomento firmato da Gianpolo Iacobini.

ImageMarina di Sibari è proprietà comunale
Gazzetta del Sud del 19 maggio 2011 -Gianpaolo Iacobini
Marina di Sibari e le sue opere di urbanizzazione sono di proprietà del Comune. Lo ha stabilito il Tar, bocciando, di fatto, l'operato delle amministrazioni comunali (compresa la gestione commissariale prefettizia) succedutesi alla guida del municipio nell'ultimo decennio. I giudici amministrativi sono stati chiamarsi a pronunciarsi, come già nelle settimane passate, sulla validità dell'impostazione fin qui seguita da Palazzo di città nella cura della cittadella delle vacanze. E come nelle settimane passate, superando un precedente orientamento giurisprudenziale maturato tra il 2003 ed il 2004, hanno deciso censurando la tesi municipale. Tre le ordinanze comunali (tutte recanti l'ingiunzione ai lottizzatori a voler assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria del villaggio) sottoposte al vaglio del Tribunale amministrativo dall'unica delle società lottizzatrici superstiti, la "Sifin srl", rappresentata in giudizio dall'avvocato Emilio Franzese: la prima, risalente al marzo del 2003, adottata dall'amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco Roberto Senise. La seconda, del marzo del 2004, siglata dal commissario prefettizio. La terza, dell'agosto 2004, emanata dall'attuale sindaco Gianluca Gallo. Quei provvedimenti, afferma ora la Prima sezione del Tar, sono illegittimi. «Il trasferimento della proprietà delle opere di urbanizzazione in capo al Comune – scrivono i giudici in tre distinte ma uniformi sentenze – costituisce un'obbligazione inderogabile e indisponibile per le parti della convenzione di lottizzazione, essendo tali opere strumentali allo svolgimento di pubblici servizi fisiologicamente rientranti nelle competenze dell'autorità amministrativa, mentre la gestione degli stessi per mezzo di privati sarebbe concepibile solo previo atto di concessione di pubblico servizio. Parimenti, deve osservarsi che le opere di urbanizzazione, una volta realizzate, passano in capo all'ente pubblico territoriale di riferimento». Dal generale al particolare: «Nel caso di specie, le opere di urbanizzazione primaria, conformemente alla convenzione di lottizzazione, sono state consegnate con verbale del 28 maggio 1981 e collaudate il 28 agosto 1987. Grava dunque sul Comune, dalla data di consegna, ogni onere di manutenzione.

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