Alla Madonna della Catena |
Scritto da F.Doni | |
lunedì, 02 maggio 2011 05:47 | |
Nel 1985 per i tipi di Rubettino Editore in una elegante veste tipografica veniva ripubblicato un prezioso volumetto dal titolo : << La nostra Cattedrale >>, pubblicato nel lontano 1936 e che riporta scritti di autori eccezionali , come Eugenio Serravalle , P. Giuseppe M. De Giovanni S, J , S.E. Mons. R. Nogara, Prof. Edoardo Galli, Giuseppe Troccoli , Mons. Giuseppe Pontieri, mons. Francesco Quattrone , Mons. D. Rocco Vitola , Alfonso Frangipane, mons.Pietro Raimondi, divenuto poi vescovo di Crotone, mons.G. Mele , mons. P. Albera , Renzo Pezzani. Impreziosito , inoltre, dagli scritti di Biagio Cappelli, dell’ avvocato Francesco Drago e di mons. Francesco Pennini. Il primo scritto dal titolo assai eloquente << CRISTUS VINCIT >> è di S.E. mons. Bruno Occhiuto . Esso fa seguito alla lettera del cardinale Eugenio Pacelli che si firma “ dell’Eccellenza Vostra Rev.ma servitore “ datata 19 aprile 1936 Città del Vaticano. Per la festività della Madonna della Catena di Cassano e del Castello di Castrovillari , che il nostro Vescovo mons. Bertolone vuole celebrare con un pellegrinaggio , mi piace riportare un articolo che ancora oggi, a distanza di tanti anni, è una perla, anzi è l’inno più bello per la nostra Madre Celeste e nostra protettrice.
Eccolo. E’ stato scritto nel 1936 da mons. Francesco Pennini.
Non si hanno notizie precise circa l’epoca della prima fondazione. In origine era certo una cappella rurale. Intorno al 1600 , Vescovo Mons, Palumbo , si trasformò in tempio e si arricchì di molte rendite, << per le oblazioni frequenti e i doni dei fedeli non solamente della Diocesi di Cassano,ma anche di tutta la Provincia e dei paesi più lontani che vi concorrevano per le continue grazie , che si degnava la Vergine Santissima fare ai devoti >>.
In questo sacro tempio mole terrena Porgete i vostri prieghi alme fedeli Alla Madre di Dio della Catena.
Il nuovo beneficio fu annesso al Seminario , e di conseguenza il Rettore delSeminario fu anche il Rettore della Chiesa. Ma dopo qualche tempo colludendo il Rettore del Seminario con li Patroni di Cassano, dei quali era vassallo, tralasciò di dare i conti alla Curia Vescovile e si fece lecito darli, per quanto asseriva, nelle mani del Duca di Cassano, per il che ne fu dal Vescovo scomunicato . Ne sorsero recriminazioni e proteste da parte dell’ autorità Ecclesiastica. Alfine fu composta la divergenza; e nel 1748, 23 agosto, la famiglia Serra con Bolla di Benedetto XIV , ottenne che la chiesa della Catena , restaurata e dotata di 4000 ducati di proprietà, fosse eretta ad Abazia da conferirsi dai Duchi di Cassano, in perpetuo, esclusivamente a un chierico o sacerdote discendente per linea retta da Donna Laura Serra, con l’obbligo di celebrare o far celebrare una Messa ogni sabato ed ogni festa della Madonna. L’assenso regio alla Bolla pontificia si ebbe solo nel 10 aprile 1753. Tanto ci risulta dai documenti esistenti nell’Archivio privato dei Duchi di Cassano. A succedere a Don Gennaro Serra, giustiziato nei torbidi del 1799, venne nominato abate della Catena Don Francesco Serra figlio del Duca di Cassano, Cardinale Arcivescovo di Capua che l’arricchì di preziosi arredi.
Quando la catastrofe sismica del 1908 devastò una delle nostre province, mons. La Fontaine decise di chiamare Don Orione perché vi fondasse, nel comodo fabbricato adiacente al Santuario, una colonia agricola, la quale fu per vari anni floridissima.
L’ immagine della Vergine ,soffusa di sovrumana sovranità , dalla pupilla grande e profonda che richiama alla mente i versi di Byron << Ave Maria ! nell’occhio tuo dimesso – quanto raggio di ciel splende ristretto >> dal volto alonato di materno fascino, è dipinta su pietra : una pia ed antica tradizione l’attribuisce a mano miracolosa. Tra le braccia della Madonna che stringe nella mano sinistra una catena, un grazioso Bambino. ….. E da secoli ,tra ulivi e querce sognanti pispolar di nidi ,sta ed invita la Madonna della Catena. Numerosa accorre una folla di fedeli al materno richiamo , anche dai paesi vicini, ed, o Maria, nel tuo sen regale – la sua pregiata lacrima ripone – E a Te , beata, della sua immortale – alma gli affanni espone ! Il pastore , che , zufolando, mena ai pascoli il gregge, il contadino che va a lavorare le prospicienti vigne, il viandante che batte la strada provinciale , il viaggiatore dal treno, mai passano senza togliersi il cappello, senza segnarsi della croce, senza recitare una preghiera. Ed il Santuario è meta di continui pellegrinaggi, in ogni sabato del dopo pasqua , ma specie la Domenica seconda di maggio, quando si celebra la festa: gente piccola e grande ardente di fede e di amore, magnifica nella diversità dei costumi, dallo sfarzo orientale delle Albanesi all’umile veste della popolana : fresche bellezze dei monti, pensosi occhi silvestri,ingenui cuori oranti ed inneggianti ,con incrocio di dialetti , nei tradizionali canti , ricchi di alto lirismo e di squisita pietà, mentre lo zampognaro suona sulla ceramella patetiche nenie , in cui trasfonde la semplicità del suo spirito. Ed ai piedi di Maria veramente Un oblio lene de la faticosa vita, un pensoso sospirar quieto, una soave volontà di pianto l’ anima invade….
E come sempre , le menti ottenebrate da fosche nuvolaie di menzogne ritrovano la serenità : i cuori, angosciati da mille febbri, risentono nel fondo il palpito del gaudio, le ginocchia si piegano per la nostalgia degli astri; le labbra , contorte dalla bestemmia , mormorano << AVE MARIA , ORA PRO NOBIS >>,mentre l’Eiano ,placido, risponde : Amen ! Francesco Pennini 3 maggio 1936 Cassano Jonio |
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