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Tremonti alla larga dal PDL PDF Stampa E-mail
Scritto da P.Medron   
lunedì, 18 aprile 2011 07:45
ImagePerché Tremonti si tiene alla larga dal Pdl - Nel partito si litiga e si gioca. Ma il ministro non c'è mai. C'è una certa confusione sotto i cieli della maggioranza. Bossi, invita a non comprare più camembert e a non bere champagne perché i francesi fanno la voce grossa con noi. Però poi dice anche che il mugugno antieuropeo di Maroni è solo frutto di una passeggera arrabbiatura. Speroni, leghista della prima ora da qualche tempo un po' in ombra, affiderebbe al mitra la soluzione del problema migranti. STATALISMO E MERCATO. Tremonti invece si scopre statalista di ritorno e pensa a un fondo salva imprese che difenda, in primis, la Parmalat. Mentre Brunetta, ribattendo alla solitudine degli industriali, si appella alle virtù taumaturgiche del mercato e biasima chi vorrebbe tornare alla logica dei panettoni di Stato (ma del latte e dello yoghurt sì?), ovvero all'economia assistita e protetta cui sta pensando il suo collega di via XX Settembre. Per non dire di quello che succede nel partito di Berlusconi, dove chi più ne ha più ne spara.

Così si passa da un Gianni Letta versione crepuscolare, «sono giornate difficili a amare», a uno Scajola che scalpita per rientrare e punta Verdini, che è difeso invece da Dell'Utri, mentre Berlusconi pensa al colpo di spugna che liberi il Pdl dalla vecchia guardia ormai imbolsita e spiani la strada all'ascesa di Alfano, l'Angelino custode del processo breve.

POVERA STORIA. Nel mezzo, un classico di stagione per cui la deputata Gabriella Carlucci scopre che i libri di testo dove studiano «i nostri ragazzi» sono infarciti di antiberlusconismo.
E addita come esempio nefasto il Camera-Fabretti, classico manuale di storia al quale, senza tanti isterismi, se ne potrebbero preferire altri più ortodossi alla filosofia dominante.
ImageMa anche tra gli ex di An non si scherza, se persino uno solitamente allineato come Matteoli lancia segnali di insofferenza verso La Russa che la sta facendo troppo da padrone e che per il vice ministro Miccichè si comporta «da vero fascista».L'unico comun denominatore che mette tutti d'accordo è la misura colma verso Tremonti che fa, disfa e bacchetta a piacimento con la scusa che l'Europa ci guarda.
DEBITI TEDESCHI. Visto il 13 aprile in conferenza stampa accanto a Berlusconi per presentare il piano per l'economia e la finanza (una spruzzatina di fiscalità di vantaggio mescolata a non meglio precisati distretti turistico-balneari, nonché l'annuncio ad effetto che la Germania ha più debiti di noi) il ministro dell'Economia sembra uno di quei pistard che, in attesa di lanciare la volata, se ne sta in surplace badando a spendersi politicamente il meno possibile.Invitato alla cena del ritrovato amore che i capigruppo Cicchitto e Gasparri hanno organizzato per vedere di ricondurre a comune disciplina il tutti liberi che sta squassando il partito, Tremonti ha prontamente messo davanti il suo impegno al Fondo monetario.
IL MINISTRO SI SFILA. L'ultima volta, mentre i pidiellini si scannavano sul poco commendevole comportamento di La Russa che aveva mandato in quel posto il presidente della Camera nonché ex suo mentore, Tremonti era in Cina a parlare alla scuola del partito comunista e a chiedere soldi per il fondo salva imprese.
Insomma, in via XX Settembre c'è sempre una scusa buona per sfilarsi dalla bagarre e non mescolarsi ai corifei che per far scudo al Cavaliere devono ingoiare l'indifendibile.
GOLIARDIA DI PARTITO. Per fortuna, ogni tanto  l'accesa dialettica interna lascia posto a momenti ludici e di allegra goliardia. Come è successo alla cena brianzola del Pdl lombardo, dove il premier si è visto regalare un mega uovo di Pasqua con sorpresa vivente, la modella e violinista svedese Charlotte Crona che è sgusciata dall'uovo in mezzo al giubilo degli astanti nonché del presidente, che ha apprezzato l'incantevole cadeau molto più dell'altro regalo della serata, un toro di cristallo Swaroski «con due palle così», maschia allusione agli attribuiti politici e non solo dell'ospite d'onore.
Insomma, di giorno i pidiellini  litigano a sangue, ma poi la sera si divertono e tutto si ricompone perché la situazione è già dura di suo che ogni tanto bisogna svagarsi e in questo, come testimoniano a raffica le cronache di questi giorni, il capo è uno showman insuperabile.
Un vero peccato, ha commentato uno dei partecipanti, che l'austero Tremonti non partecipi mai.
di Paolo Madron

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