Scritto da A.Cavallaro
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domenica, 07 novembre 2010 21:59 |
La centrale Enel di Rossano La piana di Sibari com'é oggi è ben altro rispetto a quello che si presentava agli occhi di un viaggiatore di 73 anni fa, ma anche di soli 40 anni fa. Prima che venisse costruito il raddoppio della SS 106 era addirittura difficoltoso raggiungere il litorale del nostro comune, tant'è che noi ragazzi preferivamo andare alla vicina Villapiana (114) dove c'era già un minimo di organizzazione balneare piuttosto che fare il bagno soli soletti senza un minimo di confort sulle assolate spiagge di Sibari. Negli ultimi tempi si parla della conversione a carbone della centrale elettrica di Rossano, giustamente gli operatori turistici si sono allarmati, un po' di meno gli agricoltori, non riflettendo sul nocumento che subirebbe l'intera area per i fumi e le polveri sottili che coprirebbero ogni cosa, quindi anche le coltivazioni rendendo i prodotti immangiabili. Più o meno avveniva la stessa cosa nel 1973 prima che venisse costruita la centrale. C'è da dire che l'energia prodotta non serve alla nostra regione, ma viene convogliata verso il centro-nord, così come quasi tutta l'energia prodotta in Calabria dalle centrali costruite dal '70 in poi. La Calabria non ha industrie pesanti, quindi l'energia pulita prodotta dalle centrali idroelettriche costruite negli anni '20 sono più che sufficienti al nostro fabbisogno.
L'allora ministro dei lavori pubblici, nonchè quadrunviro del fascismo, il calabrese di Belmonte Calabro Michele Bianchi, con grande lungimiranza aveva dirottato verso la nostra regione notevoli finanziamenti, gran parte dei quali servirono proprio per produrre e portare l'energia elettrica in quasi tutta la Calabria. Tutti i cassanesi dovrebbero sapere che il teatro comunale, fu costruito proprio grazie ad un intervento di Michele Bianchi, infatti fino al 1945 si chiamò "Teatro Bianchi". Il nostro morì nel 1930, quindi ebbe la fortuna, se così possiamo chiamarla, di non vivere la parte finale e tragica dell'epopea fascista che l'aveva visto come uno dei fondatori. Ma tutto questo pistolotto mi serviva per introdurre un paio di articoli pubblicati sul quotidiano "La Stampa" di Torino, uno del 1937 e l'altro del 1971, sono messe in evidenza interessanti considerazioni su certe problematiche che a distanza di tanti decenni restano ancora irrisolte. Una è quella che riguarda l'inquinamento provocato dalla centrale e l'altra si riferisce all'eterno dubbio se industrializzare o meno la piana di Sibari. Il primo articolo è stato scritto quando ancora non era stato individuato da Zanotti-Bianco il sito archeologico della polis achea e si fa cenno alle probabilità di un grande futuro per l'archeologia sibarita, che stiamo ancora aspettando. Ho dovuto fare una specie di collage per rendere facilmente leggibili gli articoli, mi scuserete spero se non sono un bell'esempio di costruzione grafica. Per leggere gli articoli cliccate sui titoli: La Stampa 1937 La Stampa 1971
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