La fede e la ragione |
Scritto da F.Doni | |
martedì, 05 ottobre 2010 15:52 | |
I microfoni del IV° Convegno Diocesano ottimamente organizzato dal nostro vescovo mons. Bertolone, si sono spenti, le voci dei brillanti oratori echeggiano ancora nella mia mente, vorrei stilare qualche riflessione su quell’argomento difficile che il nostro pastore ha scelto per l’occasione, “la Fede”, partendo dalla nota frase del Vangelo “perché avete paura, uomini di poca Fede?” Frase dura, quasi offensiva, che alle mie orecchie suona, però, come un incitamento alla Speranza. Sto riflettendo su come esternare le sensazioni scaturite dalle “provocazioni” ricevute, assorbite in parte e non del tutto meditate durante l’impegnativa “due giorni”, quando il carissimo amico Ciccio Doni, mi fa pervenire alcune sue considerazioni sul convegno che mi levano letteralmente “le castagne dal fuoco”. Ecco l’articolo giusto per “onorare” il convegno a cui abbiamo partecipato. La nota che segue, dietro richiesta dell’autore (che approvo in toto), è dedicata al nostro vescovo, padre Vincenzo Bertolone, per l’impegno che profonde nel tentativo di far crescere la Conoscenza e la Spiritualità nella diocesi di Cassano.(A.C.)
La fede e la ragione. Non per bizzarria della sorte ho partecipato al convegno diocesano svoltosi al Miramare Palace Hotel di Trebisacce nei giorni 30 settembre - 1 ottobre u.s.. Credo che una volontà diversa dalla mia mi ha spinto ad essere presente ad alcuni di questi incontri , e per non essere depositario di false credenze , dirò solo che è stato Colui che << muove il sole e le altre stelle >>. E’ stata una fortunata occasione per vivere momenti eccezionali e arricchire il piccolo patrimonio che mi porto dentro. Anzitutto un grazie a tutti quelli che silenziosamente hanno lavorato, e tanto, per la riuscita del convegno il cui titolo è << Perché avete paura, uomini di poca fede ? >>. Riconoscenza poi al Pastore che tanto fa per la crescita materiale e spirituale della nostra comunità. Credo che la scelta e la nomina di mons. Bertolone , siciliano verace , alla guida della nostra Diocesi sia stata valutata con la massima attenzione nelle stanze vaticane perché se ne ravvisava urgente priorità e necessità. Onestà intellettuale vuole che ho dovuto , per stendere queste note , rovistare nella mia piccola biblioteca e rivedere alcuni libri di varia umanità che appartengono al passato ma ancora validi. Ne citerò solo alcuni : 1- La fede più difficile di Mario Gozzini Vallecchi editore 1968 2- Qualche ragione per credere di Vittorio Messori Momdadori 3- Idee per una nuova società di F.Ferrarotti Vallecchi Ed. 4- I padroni del pensiero di Andre’ Glucksmann .Garzanti ed. 5- Pensieri di Blaise Pascal U.T.E.T 1965 6- Il gesuita proibito di Giancarlo Vigorelli Il Saggiatore 7- Un futuro per l’uomo di Bernardo Razzotti Gabrielli Ed. 8- L’uomo, questo sconosciuto di Alexis Carrel Bompiani 9- Varcare la soglia della speranza di Giovanni Paolo II Mondadori ed.
Perché abbiamo paura ? Cos’è la paura ? Paura del buio, di un terremoto o di un ordigno termonucleare? Un bambino piange , la mamma lo culla , lo stringe al seno e lo rassicura . Il piccolo smette di piangere e il suo volto roseo si illumina e sorride : il teologo von U. Balhasar trova che quel sorriso è la fede. La paura è passata grazie al calore e l’amore di una madre . Quanto è grande il cuore di una madre ! Un vecchio giace su un letto e attende trepidante e paventa l’ora della sua dipartita da questa terra, ma vicino a lui , un uomo vestito di nero, un prete , che forse non lo ha tenuto a battesimo o impartito la prima comunione , gli stringe la mano : la sua voce , forse appena rauca, riesce a tranquillizzare il vecchio . Tra breve il suo viaggio su questa terra sarà terminato, ma è stata la mano del sacerdote , posta sulla sua fronte, a dargli conforto per non sentirsi solo mentre si apprestava a transitare all’altra riva dove la luce non muore mai e la pace è eterna . La mano, la mano del ministro di Dio , è , ancora, la fede . Cos’è la fede? Dove si trova la fede? Chi ci dà la fede? Il premio Nobel per la medicina, 1912, Alexis Carrel , nel suo libro << L’ uomo, questo sconosciuto >> , che lo rese celebre non solo come scienziato, analizzando l’uomo, constatava che lo si era quasi soppresso dalla sua originalità irriducibile a forza di dividerlo in compartimenti e concludeva auspicando una ricostruzione dell’uomo . Dirà – l’uomo ha bisogno di Dio come ha bisogno dell’acqua e dell’ossigeno - << La nostra ignoranza è grandissima e la maggior parte delle questioni che gli studiosi si pongono restano senza risposta>> . Sono sue parole e l’episodio della conversione è narrato autobiograficamente in un racconto breve e di gradevole lettura. A seguito della guarigione di una giovane ammalata avvenuta a Lourdes, con grande onestà intellettuale, egli prende in considerazione quell’avvenimento sia sul piano umano sia sul piano strettamente culturale. Il suo è stato un cammino che lo impegnerà per il resto della sua vita,a partire dall’ incontro con Cristo. Mentre il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza , quello di Epitteto si confondeva con l’anima delle cose, il Cristianesimo, al contrario , ha condotto Dio alla portata degli uomini . Gli ha dato un viso. Ne ha fatto il nostro Padre, nostro fratello, il nostro Salvatore. Così nel suo ultimo libro << La Prière >> , lo scienziato si arrende dinanzi all’evento che non può spiegare e da qui inizia il cammino verso la fede, sostenuto sempre dalla ragione. Benedetto XVI quando parla della << intelligenza della fede >>, riafferma la validità del pensiero teologico medievale, in particolare di Sant’ Agostino che amava citare due frasi : << intelligo ut credam et credo ut intelligam >> - ovvero ragiono per credere e credo per ragionare – per far capire l’indissolubilità del rapporto tra ragione e fede. La volontà ( assenso ), che nel concetto cattolico di fede è protagonista, ha bisogno del coinvolgimento dell’intelligenza per scandagliare i fattori di credibilità che sono alla base delle verità rivelate. Voglio avvertire il lettore che chi scrive è un nano che si arrampica sulle spalle di quei giganti che, da venti secoli, scrutano con la mente e sentono con il cuore il mistero che ha i suoi inizi e le sue radici in Israele. E credere in Dio non è un dovere: è un dono, una grazia . Non credere in Dio non è una colpa: forse, è solo una disgrazia. (Walter Schubart). Mi riprometto, in seguito, di completare queste note. Se il Signore mi darà la forza voglio parlare di quel gesuita, paleontologo, che per me, non so se a ragione o torto, può essere considerato il nuovo Galileo del tempo presente.
Festività di San Francesco d’Assisi 4/10/2010 |
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