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L'associazionismo per la BCC PDF Stampa E-mail
Scritto da administrator   
venerdì, 24 settembre 2010 21:41
ImageDopo quasi un anno e mezzo che dal nostro sito si lanciano appelli, richiami, avvertimenti, incitazioni, denunce e anche proposte, finalmente pare si sia sfondata la barriera che frenava la voglia di esprimersi di molti soci della BCC dei Due Mari, ci auguriamo che si continui così e che le forze sane presenti tra i duemilaequattrocento soci trovino il coraggio di esternare il proprio pensiero senza paure e in forma palese. Tante sono state le segnalazioni che il nostro sito ha ricevuto, in questi 16 mesi, ma tutte "rigorosamente" anonime.    Riceviamo e pubblichiamo nella seconda parte una nota di "AZIONE POPOLARE - LIBERA ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE DI TERRANOVA DA SIBARI", il cui coordinatore è il sig. Luciano Parrotta. Abbiamo saputo che sono in atto incontri più o meno "carbonari" per tentare di rimettere in gara personaggi che hanno avuto gravi responsabilità gestionali, presentando come possibili futuri amministratori loro "uomini di paglia". Per diversi anni, crediamo, e speriamo, non ci possa essere spazio per i soliti giochetti, si mettano tutti l'anima in pace. (C.A.)

LA  CRISI  DELLA  BANCA  DEI DUE MARI DI CALABRIA

Il sistema bancario regionale, affidato ormai solo alla presenza delle banche di credito cooperativo, registra da alcuni anni una difficolta’ operativa con scadenti risultati gestionali, derivanti non tanto  e non solo dall’andamento non positivo dei mercati finanziari, quanto piuttosto e soprattutto dalla debolezza dell’economia del territorio e dalla fragilita’strutturale delle piccole e medie imprese  locali.

In tale quadro di riferimento le banche di credito cooperativo hanno quasi tutte registrato risultati di gestione non in linea con le tendenze  del settore. Alcune di esse, pero’, hanno aggiunto ad una situazione congiunturale, di per se’ difficile, un’aggravamento pericoloso dei risultati con una pessima gestione del credito e con irregolarita’ amministrative che hanno messo definitivamente in crisi la stessa presenza delle istituzioni creditizie sul territorio di competenza.

E’ il caso della BCC dei due mari, la prima e piu’ importante banca locale della Calabria e quindi del nostro territorio con circa 2.400 soci e 12 sportelli.

All’inizio del 2009 un’Ispezione della Vigilanza della Banca d’Italia, oltre a determinare le dimissioni del Presidente, del Direttore Generale e del Presidente dei sindaci in carica, ha registrato e contestato tutte le irregolarita’ ipotizzabili nella gestione della banca:

a) carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione;

b) carenze nei controlli da parte dei componenti il Collegio sindacale;

c) carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte del Direttore generale;

d) carenze nell’istruttoria, erogazione, gestione e controllo del credito da parte dei componenti il Consiglio d’Amministrazione e del Direttore generale;

e)- posizioni di andamento anomalo e previsioni di perdite non segnalate  all’Organo di Vigilanza da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione, il Collegio sindacale e del Direttore generale.

Infine, il Direttorio della Banca d’Italia  ha inflitto ai responsabili complessivamente euro 312.000,00 di sanzioni amministrative.

E’ evidente che necessitavano provvedimenti, tra l’altro suggeriti dalla stessa Vigilanza, da una parte diretti ad un ricambio totale degli organi amministrativi e dall’altra  indirizzati ad un piano rigoroso e riorganizzativo di gestione del credito.

Ma tutto cio’ non si e’ verificato perche’ le vecchie consorterie, che hanno portato allo sfascio la Banca utilizzandola spesso come fonte di potere  personale, hanno continuato imperterrite a resistere nei posti di comando, determinando lo scollamento definitivo di ogni prospettiva di risanamento autonomo ed interno.

In altri termini la Banca rasenta il fallimento non tanto perche’ ha assistito il sistema locale di piccole e medie imprese, bensi’ perche’ ha avallato alcune operazioni a rischio e di forte impegno finanziario con concessioni di credito non andate a buon fine per  milioni di euro, anche fuori zona di competenza: e’ stato come snaturare la stessa missione che aveva la banca di supportare la piu’ generale economia locale (famiglie e piccole imprese), avventurandosi, invece, nel finanziamento di attivita’ di dubbio significato, interesse e risultato.

Ad oggi la situazione si e’ ulteriormente complicata.

E’ stato necessario chiedere un prestito al Fondo di Garanzia dei Depositanti per circa 14.000.000,00 di euro,  che ad avviso di molti potrebbe risultare insufficiente per consolidare e risanare la gestione.

E’ stato imposto per la concessione del prestito anche il dimissionamento dei vecchi consiglieri, compreso il Presidente, e l’accettazione nella conduzione della banca, quale tutor,  della BCC di Sesto S. Giovanni   (Milano).

E’ chiaro che la Banca di Sesto S. Giovanni, dopo aver eseguito un accurata ricognizione aziendale ed un check approfondito sulle perdite, sara’ effettivamente  la testa decisionale della BCC dei due Mari, apportando modifiche organizzative, amministrative e gestionali del credito che riterra’ opportune e significative.

In questa direzione il pericolo e’ rappresentato:

-          dal rischio di perdere l’AUTONOMIA della banca,diventando una rete sportellare con poteri decisionali in Lombardia,

-          dal rischio di restrizioni occupazionali per attuare una politica di economie sul personale.

Se si vuole costruire un argine di difesa delle autonomie locali e di salvaguardia dei livelli occupazionali, crediamo sia opportuno costituire un Comitato in grado di rappresentare la base sociale con il compito di interfacciare  con la direzione della BCC di Sesto S. Giovanni.

Prima che sia troppo tardi, c’e’ bisogno della mobilitazione dei soci e delle istituzioni del territorio per un’azione di guida, di controllo e di trasparenza in grado di restituire la banca risanata al suo compito proprio di supporto e di sviluppo dell’economia locale, che resta il vero e principale obiettivo non solo della numerosa base sociale, ma anche del piu’ ampio tessuto produttivo del territorio di appartenenza.

L’azione di verifica di un effettivo cambiamento di rotta all’insegna della trasparenza e della democrazia interna e’ rappresentata dalla richiesta al Consiglio ancora in carica  ed alla Banca  affidataria  di procedere alla esclusione dei soci che hanno avuto la grave responsabilita’ della cattiva gestione dell’istitutto di credito e che ancora oggi, nonostante tutto,  sembrano spadroneggiare tenendo le mani sempre in pasta. Sarebbe l’esempio concreto del cambiamento e l’applicazione corretta della previsione statutaria riportata all’art. 14 comma secondo.

Sarebbe anche il segnale per ridare fiducia non solo alla base sociale, ma a tutti i risparmiatori ed a tutti gli onesti operatori nel territorio di competenza, che chiedono una banca forte della sua autonomia e della sua missione per lo sviluppo locale.

Terranova da Sibari, 18 settembre 2010

AZIONE POPOLARE

LIBERA ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE

TERRANOVA DA SIBARI

Coordinatore Luciano Parrotta

 

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