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Sibari

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I Guai della BCC interessano la politica PDF Stampa E-mail
Scritto da R.Caracciolo   
mercoledì, 22 settembre 2010 16:26
ImageIl vice segretario del circolo Pd di Terranova da Sibari, Pasqualino Diodati, commenta le dimissioni del presidente della Banca dei Due Mari, Gaetano Noia, del vice Vincenzo Vuoto e dai consiglieri del cda Granata e Salimena, divenute esecutive “in ottemperanza alla disposizione del Regolamento del Fondo nazionale di Garanzia dei depositanti, Istituto al quale è stato richiesto un intervento di sostegno”. L’esponente politico,che è anche socio dell’azienda di credito,auspica la convocazione immediata dell’assemblea dei soci per conoscere le vere motivazioni che hanno determinato dimissioni a catena sin dal luglio 2008.La politica,chiarisce,non può fare finta di ignorare gli eventi che si verificano nella più importante Bcc della Calabria,

nata dalla fusione dell’erede della Cassa Rurale di Terranova (creata nel 1912 e che ha superata indenne la crisi del 1929) con la consorella di Villapiana,nel 2003,che ostentava come fiore all’occhiello una direzione generale affidata ad un ex funzionario della vigilanza di Bankitalia,Angelo Lo Giudice. A seguito di visite ispettive, che sono state seguite da pesanti sanzioni a carico dei vertici aziendali,si sono verificate dimissioni a catena:del presidente in carica da circa un trentennio,Vincenzo Bloise,del presidente del collegio sindacale Domenico Lecce,dello stesso direttore generale Lo Giudice e successivamente del presidente appena eletto del collegio sindacale Dodaro ed ancora di Annunziato Mazzotta nonché di componenti il cda. Diodati non nasconde la preoccupazione per la Due Mari che oggi si avvale della collaborazione della Bcc di Sesto S.Giovanni con la quale condividerà tutte le scelte gestionali.”Sono preoccupato molto,afferma Diodati, per l’eventuale perdita dell’autonomia della nostra Banca,dopo un secolo di attività. Attendiamo l’assemblea dei soci anche per conoscere le responsabilità di coloro che hanno dovuto rassegnare le dimissioni e perché si faccia chiarezza,una volta per tutte,dello stato di salute della Banca la cui sorte interessa non solo i soci, ma l’intero territorio. E’ necessario, intanto, che alcuni dimissionari di Terranova, che hanno avuto parte nella lotta politica locale, lacerando il tessuto sociale, si astengano da atteggiamenti che dividono la base sociale. E’ necessario essere uniti per superare le difficoltà. Non c’è da escludere, conclude Diodati, un’eventuale sottoscrizione di capitale che aiuti una rapida ripresa aziendale.”-

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