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Sanità calabrese PDF Stampa E-mail
Scritto da R.Caracciolo   
venerdì, 27 agosto 2010 18:02
il Mariano Santo
Presidio ospedaliero Mariano Santo
Lettera a Scopelliti, Commissario della sanità calabrese -  Essere colpito dalla malattia, in Calabria, genera sempre ansia e preoccupazione soprattutto quando la patologia è oncologica.  Chi può, raggiunge strutture all'avanguardia e affidabili site nel nord del Paese. Chi è costretto a rimanere in "casa" sceglie il P.O. del Mariano Santo perché ritenuto centro accreditato dell'eccellenza per la professionalità degli operatori sanitari. Quì l'ammalato affida la speranza di guarigione ritenendo che i protocolli terapeutici siano identici a quelli degli altri centri. Cosa accade allorquando si ottiene il ricovero in quel presidio?

La speranza di affrontare con successo la malattia si affievolisce allorquando ci si rende conto di dover condividere una camerata con sei posti letto, circondati da una tenda che dovrebbe assicurare la privacy; senza condizionatori, con materassi che d'estate alimentano la calura insopportabile; con bagni collocati nei corridoi e inidonei per in non autosufficienti. D'inverno gli infissi lasciano filtrare spifferi da ogni dove. La calura estiva concorre a debilitare il paziente che per respirare al meglio cerca spesso rifugio in un locale refrigerato riservato agli ospiti che ne fanno richiesta. E così la degenza diventa un autentico calvario quando inizia la chemio. Per non dire dei decessi che si verificano non di rado nella camerata dove si è ricoverati. L'ammalato non ha possibilità di godere la necessaria tranquillità e rimane pertanto vittima della depressione che certo non aiuta nella dura lotta per la sopravvivenza. Le visite dei pazienti coincidono con la somministrazione dei pasti. L'ambiente diventa invivibile e l'aria sempre più irrespirabile. La politica continua ad ignorare la realtà vissuta dagli ammalati. Li si lascia al proprio destino; nessuno si preoccupa di eliminare uno sconcio che mortifica la dignità della persona, debole ed indifesa perché colpita da un male con esita quasi sempre infausto. Per fortuna, in questi giorni, una voce libera ha rotto il silenzio: Franco Corbelli non si stanca di promuovere battaglie per favorire il trionfo della dignità umana. Speriamo che anche gli operatori sanitari la facciano propria. Così avranno modo di realizzare a pieno la loro professionalità prima che venga vanificata da una struttura assolutamente inidonea per la pratica di terapie delicate e stressanti. L'Onorevole Scopelliti, che riteniamo dotato di generosa volontà di rinnovamento, dia un segnale forte. Disponga l'immediato trasferimento in locali idonei il P. O. di oncologia del Mariano Santo. Ogni paziente, così, potrà vivere la degenza almeno in ambiente confortevole e dignitoso e l'ammalato verrà posto concretamente al centro del sistema sanitario.

 

Avv. Raffaele Caracciolo

Presidente dell'Associazione socio-culturale "Il Dialogo"

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