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Vangelo di domenica 15 Agosto PDF Stampa E-mail
Scritto da +V.Bertolone   
sabato, 14 agosto 2010 09:58
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-56. - In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.  Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.  Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo  ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,  perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.  Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:  di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.  

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;  ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;  ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».  Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

 

Assunzione della Beata Vergine Maria

15 Agosto 2010

 

Una zolla di terra trapiantata in Paradiso

 

Introduzione

 

                Tutte le domeniche sono importanti. Esse sono i dies Domini, i “giorni del Signore”, il tempo dedicato a Dio, nel quale ci si dovrebbe astenere da ogni attività per celebrare nella gioia e nel riposo il mistero della salvezza, ringraziando e lodando in modo unico Colui che la rese possibile e certa.

Se poi al “giorno del Signore” si associa la celebrazione di una celebrazione come quella dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, allora il gaudio è grande. L’annunzio pasquale, che risuona di domenica in domenica nelle nostre chiese, non solo diventa speranza, ma si colora di certezza.

Infatti, l’esperienza vissuta dalla Vergine rende certa la meta finale di tutti noi: Maria con la sua assunzione in cielo ci dice che la meta ultima non è solo sognata e sperata, è anche raggiunta.

                Ma ed essere celebrata oggi, giorno di ferragosto, acme dell’estate, non è solo l’ultima tappa della vita della Vergine. In questo giorno, ricordiamo un’intera esistenza nella quale accade il compimento della promessa e della speranza: Maria “assunta” in cielo perché sulla terra già “associata” al cielo.

Per questo potremmo definirla una celebrazione “provocatoria”. In una stagione completamente votata allo svago, al disimpegno, alle ferie, tutto vissuto spensieratamente e superficialmente, con assoluto disimpegno da qualsiasi cosa “seria”, l’Assunzione, ci rimanda ad una ben altra libertà: quella dello Spirito. Ci invita ad una diversa immersione, quella in Dio; ci richiama non al disimpegno, ma alla totale auto donazione. Ci ricorda in definitiva che noi credenti, discepoli dichiarati del Signore, dovremmo conformarci al modello di vita della Vergine, assumendo un contegno e uno stile di vita da “associati”, ovvero improntato all’essenzialità, alla povertà, teso alla scoperta del cielo, dal quale fino a poche ore fa abbiamo visto “cadere le stelle”. L’Assunzione è il tratto riepilogativo d’ogni altro suo tratto, del Suo volto Materno che con amore, premura e pazienza, infaticabilmente, insegna a noi, tiepidi credenti, l’abbandono fiducioso all’ardire di Dio, alla follia dell’Assoluto.   

 

“Anello del tempo e dell’eterno”

 

                In un bellissimo carme, Padre David Maria Turoldo canta: “Vergine,/ anello d’oro/del tempo e dell’eterno,/tu porti la nostra carne in paradiso/ e Dio nella nostra carne”, in un tempo in cui la lotta fra materialità e spiritualità è dichiarata, dire che in una creatura, in particolare in una donna tempo ed eternità si innestano l’uno nell’altro, può sembrare in controtendenza.

Eppure, proprio questa affermazione, cioè l’Assunzione in corpo della vergine, offre una grande speranza: la saldatura fra una visione terrena, immanente del mondo e l’altra, quella spirituale e trascendente. Ogni tentativo di supremazia della prima visione, con tutte le sue conseguenze, sulla seconda, che non può pretendere di risolvere tutto in chiave spiritualistica, perdono di rilevanza di fronte alla perfezione dell’opera di Dio realizzata in Maria, è sintesi meravigliosa di cielo e terra: carne di donna in Paradiso, carne di Dio sulla terra.

                L’accettazione di un simile mistero affascina per carica di speranza di cui è portatore e riduce al silenzio i nichilista. Con l’inabitazione nella carne e l’assunzione in corpo della Vergine, Dio intende mostrarci che Egli occupa cuore e corpo. Questo, anche trasfigurato, parteciperà allo stesso destino dell’anima. In altri termini, Dio ama tutto, della sua creatura. persino questo corpo così fragile, dolente, offeso, oltraggiato è sacramento d’amore, è miracolo di vita, e, per quanto possa recare sofferenza, dolore e violenza, risanato e liberato diventerà, nell’ultimo giorno, porta aperta, soglia spalancata alla comunione, sacramento dell’incontro perfetto.

                Di questo contenuto è carico il messaggio prevalente della celebrazione odierna. Non è il solo, in quanto il corpo di Maria assunta in cielo, è sì profezia del nostro destino, ma è anche la tappa finale di un cammino che ha reso possibile e certo tale destino. Un cammino fatto solo con i passi della fede, ed è speranza, vita, amore, apertura continua al mistero di Dio, accettazione gioiosa della Sua volontà e desiderio ardente di trovare ovunque e sempre i segni del Suo amore.

È, dunque, la fede il segno distintivo di questa meravigliosa creatura. Infatti, volendo cercare le radici profonde della “beatitudine” della Vergine, con sorpresa si scopre che esse non affondano nella sua singolare maternità, né nei suoi privilegi, ma nella sua straordinaria fede. Una fede che l’ha resa donna dell’attesa, della speranza, oltre ogni misura; donna saggia, capace di guardare con umiltà nei segreti del disegno di Dio; donna che ha avuto il coraggio di non respingere il mistero, che anzi, ha accettato nel cantuccio del suo cuore.

Per tutto questo quella dell’Assunzione è anche la festa in cui celebriamo la vera Discepola, l’Associata per eccellenza al mistero di Dio

 

La bellezza di Dio

 

                   Comunque, per quanto possa essere straordinaria la fede della Vergine, è la stessa che ce la fa riconoscere nostra compagna di viaggio, ce la fa prossima come madre tenera e amorevole, come sorella maggiore, attenta e saggia, come maestra di vita, pronta a condividere con i suoi figli, fratelli e discepoli la verità sul senso dell’esistenza, con i valori che la contraddistinguono veramente e la meta finale cui tende.

                E dalla straordinaria visione dell’Apocalisse scopriamo che per Lei il senso dell’esistenza è partorire il Messia, l’Unto, il Cristo. Questo ci suggerisce l’affresco della donna partoriente: come dal grembo di Maria esce la vita, l’amore e la salvezza, il Figlio, il Principe di liberazione e di pace, così dalla fecondità della nostra fede deve scaturire una vita perfetta, anticipazione della vita eterna immersa nella visione beatifica di Dio. Nel Magnificat, si celano i valori che danno senso all’esistenza, tra i quali l’essenzialità, la povertà, la purezza interiore, l’amore aperto e generoso, la volontà di lasciare che Dio si insedi nella nostra vita e vi compia le sue meraviglie. E, per finire, il testo paolino desunto dal finale solenne della Prima Lettera ai Corinzi, designa la meta finale di tutto l’essere, quella che Maria prefigura gloriosamente nella sua assunzione: una vita in Cristo piena, perfetta, eterna, “associata” sulla terra e “assunta” poi in cielo.

                Volendo trovare un sinonimo di “Assunta”, potremmo ricorrere, non senza qualche forzatura, ad “Associata”, giacché Maria è stata assunta in cielo per essersi associata, legata a Cristo.

Alla luce di questo mistero, non solo scopriamo chi siamo oggi e saremo domani, ma anche ciò che dobbiamo fare: unirci a Cristo, come Sua Madre nella fede e nella speranza perchè lontano da Lui non c’è futuro, non c’è speranza, non c’è luce, non c’è amore.

Nella Creatura che oggi contempliamo, invece, troviamo tutto questo, perciò Ella è dotata di quella divina bellezza per cui Dante scrisse: “Vergine madre, figlia del tuo figlio,/umile e alta più che creatura/termine fisso d’etterno consiglio, […] In te misericordia, in te pietate,/in te magnificenza, in te s’aduna/quantunque in creatura è di bontate” (La Divina Commedia, Paradiso XXXIII, 1-3;19-21).

 

Conclusione

 

                Ha scritto un grande maestro di spiritualità (P. Vannucci): “Nel cuore degli esseri Dio sogna il suo sogno e di amore e di tenerezza si adornano le sue creature”. “Si adornano”: in altri termini, si rivestono di bellezza. E nelle creature, abitate da tanta bellezza, traluce quale segno o rivelazione il divino. Ovvero quella bellezza è riverbero della bellezza assoluta, alla quale diamo il nome di santità.

Per cui, contemplando la santità, contempliamo la bellezza infinita di Dio. Ora, se sul volto della Vergine è il segno più forte della bellezza di Dio, allora, più di tutti, va contemplato il suo volto, che della bellezza di Dio, della Sua santità, non solo reca il segno, ma ne è genitrice luminosa e generosa. Infatti, in quanto Madre, intercede per noi presso il Figlio affinché ogni uomo abbia da Dio una parte di quella bellezza, che gli rammenti le proprie origini.

Così, per Sua intercessione e seguendo il Suo materno consiglio, possiamo tendere anche noi ad incarnare il sogno di Dio, recando le stesse tracce di quella bellezza che un giorno porterà anche il nostro corpo, trasfigurato, ad essere epifania del mistero di Dio.

                Un ultimo pensiero. Qualcuno ha scritto: “Fissa il cielo attentamente e il cielo scenderà a rapirti”. Maria, soprattutto, dopo l’ascensione del Signore, ha fissato ardentemente il cielo e, forse, il cielo, suo Figlio Gesù, è sceso a rapirla.

Riscopriamoci anche noi contemplatori di quello stesso cielo, non per fuggire il mondo, ma per viverci meglio sapendo che quella un giorno sarà la nostra meta finale.  

 

Serena domenica

 

+ Vincenzo Bertolone

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