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BCC i soci scrivono:un anno dopo PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Gioia   
lunedì, 28 giugno 2010 07:51

ImageE’ passato un anno! Il 28 giugno 2009, infatti, insieme all’amico Antonio CAVALLARO, davamo avvio a questa finestra sul sito “Sibari.info”. In un editoriale dal titolo “Il futuro ad occhi aperti”, anticipato qualche giorno prima, spiegavamo gli obiettivi che ci proponevamo ricorrendo alle parole del compianto Franco CALEFFI - Direttore generale di Federcasse, prematuramente scomparso – che,  a beneficio della memoria nostra e dei nostri lettori, di seguito richiamiamo:

"Dobbiamo guardare al futuro, senza timori reverenziali, ma con lucidità; non pensando di avere soluzioni 'in tasca', precostituite, ma anche con piena consapevolezza dei propri valori di fondo, dei propri punti di forza.

La progettualità è un'arma importante per affrontare il futuro a 'occhi aperti'.

Di fronte al cambiamento si possono scegliere sostanzialmente tre strade: la prima è la linea di un 'adattamento minimo', di fare cioè solo ciò che obbligatoriamente si è tenuti a fare; la seconda è quella di un 'adattamento difensivo', ovvero di fare ciò che è necessario fare per 'mantenere le posizioni'. In entrambi i casi è evidente che il cambiamento viene subìto, che la scelta in sostanza è quella di non scegliere, di rinviare il problema, la cui soluzione sarebbe poi affidata immancabilmente ad altri: il mercato, la concorrenza e così via.

                La terza strada è diversa, è l'opzione di 'giocare il cambiamento', che significa interrogarsi, riflettere, per poi agire in maniera attiva e propositiva per 'incidere' in qualche modo sul futuro, non semplicemente subendolo.

                E' questa la strada che vogliamo e stiamo cercando di percorrere come Credito Cooperativo".

                Nello stesso editoriale aggiungevamo: “Cari Soci, a nessuno più sarà consentito di perseverare con omissioni, mezze o doppie verità, che altro non fanno che mortificare l’intelligenza di tutti noi e danneggiare, ulteriormente, la nostra impresa cooperativa”.

                Qualcuno si è sentito diffamato dalla nostra opera di informazione per cui nei giorni scorsi siamo stati denunciati. Antonio CAVALLARO è stato querelato da Gaetano NOIA, Presidente della Due Mari, mentre nei miei confronti, con riserva di avvio di azioni civili e penali, è stata avanzata da Giuseppe GERACI, già componente per sei anni del Collegio sindacale della Due Mari, richiesta di azione disciplinare diretta all’Ordine professionale di appartenenza.

                Non è questa la sede per fare processi penali e neppure procedimenti disciplinari; è, tuttavia, doveroso riconoscere che se NOIA e GERACI si sono sentiti diffamati bene hanno fatto ad avviare azioni a tutela della loro immagine e dignità. Non di meno, agli stessi va ascritto il merito per il salto di qualità che fanno fare alla Due Mari le cui vicende, d’ora innanzi, saranno oggetto di esame da parte di organi disciplinari e organi della giustizia ordinaria in ordine a: irregolarità accertate e sanzioni irrogate dalla Banca d’Italia;  carenze nell’organizzazione e nei controlli interni nonché nell’istruttoria, erogazione, gestione e controllo del credito rilevate; valzer e attaccamento alle poltrone; difficoltà organizzative e operative sussistenti; disservizi presso qualche filiale; perdite di esercizio conseguite; processi di disintermediazione in atto; dimensioni allarmanti raggiunte dal credito anomalo; contrazione del patrimonio netto e del patrimonio di vigilanza; risanamento aziendale attraverso operazioni di ricapitalizzazione ad opera del Fondo di Garanzia dei Depositanti e interventi sulla gestione ad opera della BCC di Sesto San Giovanni.

                Se siamo riusciti a mantenere la rotta entro i binari tracciati, se l’azione esercitata è stata fatta bene o male, lasciamo siano gli altri a dirlo. Di sicuro potevamo fare meglio e, in tal senso, anche in virtù degli stimoli recenti, il nostro impegno sarà sempre maggiore.

                Richiamando l’attenzione di soci e dipendenti, di istituzioni e movimento cooperativo, di organi di informazione e di lettori in misura sempre crescente, altro non abbiamo fatto che il

DOVERE DI SOCI (!)

a tutela e salvaguardia della nostra impresa cooperativa.

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