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I sindaci in difesa della BCC di Spezzano PDF Stampa E-mail
Scritto da E.Armentano   
martedì, 15 giugno 2010 16:11

Apprendiamo con piacere dal giornale on-line “Diritto di Cronaca” che alla ventilata ipotesi di assorbimento della “BCC della Sibaritide” da parte di una Banca del nord, i sindaci di tutti i comuni nei quali sono operativi sportelli di quell’istituto bancario hanno firmato un documento congiunto nel quale chiedono un “piano di risanamento”, guarda caso, molto simile a quello che è stato proposto ai dirigenti della BCC dei Due Mari durante l’ultima assemblea generale da alcuni soci preparati e lungimiranti. L’intervento dei soci per “salvare” la Due Mari e il rinnovo totale delle cariche consiliari sono due passi fondamentali per scongiurare il pericolo che si avveri quello che abbiamo sempre paventato: l’inglobamento della NOSTRA BCC in una Banca del Nord. Quello che ci conforta è che finalmente anche gli organi di stampa si sono accorti dello scompiglio e che anche i sindaci abbiano capito il pericolo che la nostra economia sta correndo. Nella seconda parte vi proponiamo l’articolo di Emanuele Armentano che potete anche trovare sul sito www.dirittodicronaca.it .

I sindaci della Sibaritide firmano documento in difesa della Bcc   Il futuro incerto della Bcc di Spezzano Albanese scuote il territorio. Infatti, se da un lato le notizie sono diverse e si rincorrono (fra queste prende terreno anche una probabile entrata in scena di Banca Sviluppo), dall'altra la preoccupazione sale. E' su questa linea, infatti, che il sindaco di Spezzano Albanese, Giovanni Cucci, assieme a quelli di Cassano Allo Jonio, Gianluca Gallo, di Castrovillari, Franco Blaiotta, di San Lorenzo del Vallo, Luciano Marranghello, di Frascineto, Francesco Pellicano, di Morano, Francesco Di Leone, di Calopezzati, Gennaro Bianco, ed il rappresentante di Crosia, Domenico Palopoli, hanno firmato un documento (prot. 7031 del 14 giugno 2010) congiunto, indirizzato al Ministro Giulio Tremonti, alla Banca d'Italia, ed alle Federazioni Bcc calabrese ed italiana, in difesa della Banca di Credito Cooperativo della Sibaritide.
In questo i firmatari esprimono “preoccupazione circa la sorte della Bcc” anche a fronte delle ultime notizie che “annunciano un assorbimento da parte di altre istituzioni creditizie”. «Considerato che l'Ente opera nel territorio da oltre 90 anni -scrivono- e risulta l'unico riferimento economico per le imprese, le famiglie e la comunità intera, si chiede la sospensione di provvedimenti per la Bcc al fine di concretizzare un piano di intervento economico-patrimoniale che restituisca la Banca alle compagini sociali e all'intera collettività».
In questo gli stessi suggeriscono un “Piano di risanamento” concretizzato in quattro punti: «1) sostanzioso aumento della compagine sociale, con nuove sottoscrizioni; 2) sottoscrizione di nuove quote da parte dell'attuale compagine sociale; 3) utilizzo del prestito subordinato deliberato nel corso del 2009 dal Fondo Centrale di Garanzia pari a 5milioni di euro; 4) promozione, da parte delle amministrazioni sottoscriventi, per il collocamento di un adeguato Prestito Obbligazionario Subordinato, emesso dalla Banca da destinare al rafforzamento patrimoniale della stessa».
E su questa linea affermano: «Le possibilità di implementare le iniziative, al fine della ricapitalizzazione patrimoniale, sono all'attenzione di nostri consulenti, pronti ad accogliere accorgimenti degli organi referenti». E nel segnalare che “l'attaccamento della clientela” è rimasto “invariato” nonostante la “ridotta operatività condizionata dalla attuale gestione commissariale”, i firmatari chiedono «di intervenire presso l'attuale gestione commissariale al fine di ripristinare la piena attività della Banca, onde evitare la possibilità concreta che parte della clientela possa essere costretta a rivolgersi a canali illegali per superare l'attuale congiunta sfavorevole di un territorio in grave difficoltà nei comparti produttivi dell'agricoltura, turismo, piccole e medie imprese artigianali e commerciali. La richiesta di restituire la banca ai suoi soci -concludono- ha un significato simbolico importante per dare sicurezza e tranquillità a tutti gli operatori del territorio».

Emanuele Armentano

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