Siamo "al fin della licenza" |
Scritto da A.Cavallaro | |
giovedì, 06 maggio 2010 07:36 | |
Lo scrittore e poeta francese Edmond Rostand fa dire al protagonista del più famoso dei suoi romanzi Cyrano de Bergerac l'arcinota frase: "All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco". Cyrano dopo aver sopportato diversi sbeffeggiamenti, a causa del suo lungo naso, da parte del suo antagonista il Visconte, infina lo infilza con la spada e lo uccide. Beh, a Marina di Sibari si è giunti proprio alla fine, gli utenti ne hanno le tasche, e non solo quelle, piene anzi stracolme, siamo giunti proprio alla fine della licenza e ora è necessario far chiarezza e pulizia, quindi è il momento di "toccare" alla Bergerac. Naturalmente non si vuole la morte di nessuno, ma è giunto il tempo che chi ha sbagliato paghi. Il rimedio per risanare Marina di Sibari tirato fuori dal cappello a cilindro nel 2006 da pochi utenti e commercianti e avallato dal sindaco si è rivelato un flop colossale. La barcaccia dello pseudo-consorzio si è arenata appesantita dalla voracità, dall'insulsaggine e dalla megalomania di chi la guidava, capace di accumulare debiti colossali che, dopo aver ammesso l'incapacità di continuare, pretende siano pagati dall'Ente pubblico. (Nella seconda parte anche un articolo di stampa sull'argomento) E' ora che qualcuno ficchi il naso seriamente in questo guazzabuglio per mettere fine allo scempio di questo territorio perpetrato prima dai lottizzatori, poi dai costruttori, in parte dagli utenti e dai commercianti, il tutto avallato dall'infingardaggine, spesso interessata, da chi è preposto al controllo del territorio. L'associazione consortile che avrebbe dovuto sanare tutte le situazioni del passato, si è dimostrata essere solo la brutta copia del primo consorzio giustamente chiuso e seppellito dall'allora sindaco Frasca, che però, all'epoca, non riuscì a trovare la giusta contraria. Se molti utenti non hanno aderito alla riesumata idea consortile è stato proprio per il ricordo negativo che si ha del primo Consorzio, gestito dagli stessi lottizzatori che, pur incassando ogni anno fior di miliardi di vecchie lire, si occupava solo della normalissima manutenzione, riparando le solite rotture della rete idrica, rattoppando qualche strada e tagliando l'erba una o due volte l'anno, ma aveva a suo carico anche la vigilanza che ora invece è autonoma e per la quale gli utenti pagano una quota a parte. In quasi vent'anni di gestione non affrontò mai il problema del risanamento complessivo del quartiere mentre il comune ha sonnecchiato. L'unica soluzione possibile è che la pubblica amministrazione, una volta per tutte, prenda possesso di questa parte di territorio e cominci a gestirlo come qualsiasi altra area urbanizzata di questo comune, ci vuole coraggio e determinazione, non servono le chiacchiere per amministrare, ma capacità di prendere iniziative e buon senso. Abbiamo assistito in questi ultimi due anni a delle autentiche farse, che avrebbero potuto anche far ridere, se la trama non fosse invece tremendamente seria, ora è giunto il momento di dire basta, gli utenti sicuramente faranno la loro parte, ma il comune dovrà dire la parola fine a ciò che finora è stato e aprire un nuovo corso da subito senza tentennamenti e paure di sorta. (Leggere nel Forum i commenti di alcuni utenti) (Cliccare quì per l'articolo della Gazzetta del Sud)
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