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In pellegrinaggio:Torino e Ars PDF Stampa E-mail
Scritto da a.Cavallaro   
domenica, 02 maggio 2010 20:34
Volto_Sindone
Ricostruzione del volto della Sindone
Il pomeriggio del 27 Aprile un piccolo gruppo di persone si avviava in pullman verso l’aeroporto di Bari, guidate spiritualmente dal vescovo di Cassano mons. Vincenzo Bertolone, per imbarcarsi alle 19,20 su un volo Alitalia, mete prefissate: Torino e Ars sur Fermans. Torino per la visita alla S. Sindone e Ars in Francia, per pregare sulla tomba del santo prete noto come “il curato d’Ars” protettore dei sacerdoti e dove in una piccola ma bella basilica sono custodite le sue spoglie mortali. L’aereo atterrava puntuale e il gruppo veniva subito accolto da Marco, giovane, aitante e simpatico autista dell’autobus che per tutta la durata del soggiorno sarebbe stato a nostra disposizione. Si giungeva all’hotel San Giorgio di Sangano Torinese, alle porte di Torino, dove, dopo una rapida cena, ci si fermava per la notte e temprare il corpo e l’anima per l’importante evento del giorno successivo.Nella foto il gruppo davanti la Basilica di Ars sur Formans (Cliccare sulla foto per ingrandirla)

Il 28 aprile ci si alzava di buon’ora e dopo un’abbondante colazione si partiva per il centro di Torino e poi sulla collina dove si erge maestosa la Basilica di Superga, dove il vescovo e i sette sacerdoti presenti concelebravano la S.Messa. Subito dopo col torpedone si ritornava in città dove, dopo un’attesa di circa 2 ore, insieme ad una moltitudine di fedeli provenienti da tutto il mondo, ci si veniva a trovare di fronte al Sacro lino che aveva avvolto il corpo del Redentore dopo la sua terribile morte sulla croce. Una voce dolce di donna invitava al silenzio e spiegava come ad ogni piccola macchia su quella stoffa corrispondesse una sofferenza tremenda patita da Nostro Signore Gesù Cristo, i pochi secondi concessi per guardare erano carichi di tensione emotiva, l’attesa aveva acuito i sensi, tutti tesi nell’assaporare le sensazioni che dal più profondo del proprio essere  facevano vibrare all’unisono gli astanti, come se da quel telo s’irradiasse un dolce calore che faceva star bene e che elevava l’anima verso vette irraggiungibili. Ma si doveva far Imageposto agli altri \pellegrini in attesa e ci si allontanava con un groppo in gola, ognuno si chiedeva: “Cosa avrei fatto io, Signore, se fossi stato presente al tuo martirio? Ti avrei difeso, avrei partecipato al tuo sacrificio, o sarei stato anch’io uno di quelli che ti schernivano e maltrattavano?” Difficile rispondere; e con negli occhi e nel cuore la visione fuggevole di quel volto e di quel corpo con i segni di sofferenza inaudita, il gruppo si avviava verso il necessario intervallo per riposarsi e  rifocillarsi.

Raggiunti dalla signora Alessandrina, guida preparata  ed esperta  i pellegrini avevano la possibilità di fare una interessante visita panoramica della  prima capitale del regno sabaudo, città elegante e ricca di monumenti di grande interesse. Si tornava poi in albergo e dopo cena si potevano finalmente distendere le membra stanche e godere di un meritato riposo.

La mattina del 29, però, una lunga trasferta attendeva il piccolo ma affiatato gruppo, si doveva raggiungere il  villaggio di Ars sur Fermans in Francia,  le quattro ore necessarie per giungere alla meta erano comunque piacevoli, animate dalle preghiere e dai canti che l’inesauribile don Attilio Foscaldi  con garbo proponeva di tanto in tanto.

Teca
Il corpo del Santo d'Ars
Ad Ars, essendo occupata la Basilica da pellegrini provenienti da altre località, ci viene concesso di celebrare nella piccola cripta dove il corpo del Santo era stato deposto dopo la sua riesumazione avvenuta nel 1910, una S.Messa particolarmente sentita sia per il luogo pregno di Santità, sia per la breve ma intensa omelia pronunciata da mons. Bertolone. Si pranzava poi alla francese in un caratteristico locale e c’era ancora tempo per visitare con calma la casa del Santo e per pregare nella Basilica lasciandosi coinvolgere dalla grande devozione che esternavano i molti fedeli presenti. Una bella foto di gruppo e poi partenza per il rientro sempre nello stesso albergo, altre quattro ore trascorse in completo relax, meditando sulla vita del Santo curato d’Ars e cantando, sempre stimolati dall’instancabile don Attilio.

Il 30 aprile, ultimo giorno di soggiorno veniva dedicato ad ulteriori visite nel centro cittadino guidati ancora dalla signora Alessandrina. Dopo il pranzo conviviale in un buon ristorante ai piedi della collina di Superga, si andava in aeroporto per tornare in Calabria ognuno a casa propria, alle solite faccende, ma con nel cuore e nell’anima  forti emozioni, una rinnovata e più salda Fede e un ricordo bello che resterà per sempre in un angolino della nostra memoria.

Tonino Cavallaro

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