In pellegrinaggio:Torino e Ars |
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Scritto da a.Cavallaro | |
domenica, 02 maggio 2010 20:34 | |
![]() Ricostruzione del volto della Sindone Il 28 aprile ci si alzava di buon’ora e dopo un’abbondante colazione si partiva per il centro di Torino e poi sulla collina dove si erge maestosa la Basilica di Superga, dove il vescovo e i sette sacerdoti presenti concelebravano la S.Messa. Subito dopo col torpedone si ritornava in città dove, dopo un’attesa di circa 2 ore, insieme ad una moltitudine di fedeli provenienti da tutto il mondo, ci si veniva a trovare di fronte al Sacro lino che aveva avvolto il corpo del Redentore dopo la sua terribile morte sulla croce. Una voce dolce di donna invitava al silenzio e spiegava come ad ogni piccola macchia su quella stoffa corrispondesse una sofferenza tremenda patita da Nostro Signore Gesù Cristo, i pochi secondi concessi per guardare erano carichi di tensione emotiva, l’attesa aveva acuito i sensi, tutti tesi nell’assaporare le sensazioni che dal più profondo del proprio essere facevano vibrare all’unisono gli astanti, come se da quel telo s’irradiasse un dolce calore che faceva star bene e che elevava l’anima verso vette irraggiungibili. Ma si doveva far Raggiunti dalla signora Alessandrina, guida preparata ed esperta i pellegrini avevano la possibilità di fare una interessante visita panoramica della prima capitale del regno sabaudo, città elegante e ricca di monumenti di grande interesse. Si tornava poi in albergo e dopo cena si potevano finalmente distendere le membra stanche e godere di un meritato riposo. La mattina del 29, però, una lunga trasferta attendeva il piccolo ma affiatato gruppo, si doveva raggiungere il villaggio di Ars sur Fermans in Francia, le quattro ore necessarie per giungere alla meta erano comunque piacevoli, animate dalle preghiere e dai canti che l’inesauribile don Attilio Foscaldi con garbo proponeva di tanto in tanto.
Il 30 aprile, ultimo giorno di soggiorno veniva dedicato ad ulteriori visite nel centro cittadino guidati ancora dalla signora Alessandrina. Dopo il pranzo conviviale in un buon ristorante ai piedi della collina di Superga, si andava in aeroporto per tornare in Calabria ognuno a casa propria, alle solite faccende, ma con nel cuore e nell’anima forti emozioni, una rinnovata e più salda Fede e un ricordo bello che resterà per sempre in un angolino della nostra memoria. Tonino Cavallaro |
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