Mordillo, archeologia abbandonata |
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Scritto da A.Cavallaro | |
domenica, 14 marzo 2010 16:50 | |
![]() Torre Mordillo Ho trovato una stretta viuzza pedonale lastricata e dopo averla interamente percorsa per tutta la sua lunghezza (circa 1000 metri) sono giunto al limitare del pianoro con la torre medievale detta “Mordillo” sempre in vista e dove sono ancora visibili delle robuste mura di cinta difensiva di epoca arcaica. A pochi metri da questo raro reperto c’è un dirupo creato dall’uomo per estrarre sabbia dal fianco della collina. Nelle immediate vicinanze di questa cava abbandonata si trova un’area recintata da una bassa palizzata con delle costruzioni anch’esse in totale stato di abbandono, dove probabilmente avrebbe dovuto sorgere un piccolo “antiquarium” e un centro d’informazione storico-archeologica.
Eppure in questo posto più di 3000 anni fa viveva della gente, i nostri precursori, coloro di cui si parla nella letteratura greco-romana, gli enotri, i bruzi, e poi i greci, i romani, e poi, e poi e poi…. E poi noi, i calabresi moderni, che abbiamo di tutto, come dice qualcuno, ma non siamo in grado di approfittarne. Forse è vero, forse siamo noi che non riusciamo a trasformare in modo pratico e funzionale le vestigia della nostra storia millenaria in possibilità di lavoro, in qualcosa di cui andare fieri; eppure anche in questi giorni i nostri politici sproloquiano sul turismo culturale, come da sempre.
Mentre camminavo sul pianoro inondato dal sole immaginavo gli abitanti di millenni fa, il Kyrios (il signore, capo-famiglia) che con i suoi servi coltivava il suo orto, mentre i bambini giocavano in modo discreto di fianco alla piccola casa ai margini di un boschetto di piante da frutta, dove qualche capretta pascolava tranquilla i primi fili d’erba primaverile, e la mamma sulla porta di casa preparava per desinare delle polpettine con un impasto di farina di fave e di grano, insaporite con cicoria selvatica. In lontananza un paio di guerrieri sulle mura di cinta osservavano la pianura e più lontano il mare per prevenire eventuali attacchi di un nemico sempre in agguato. Queste immagini scorrevano davanti ai miei occhi come se fossero reali, avevo voglia di chiedere, di sapere, ma il volo e il cinguettare di un uccellino a pochi metri da me, mi fecero svegliare da questa visione onirica e tornai sui miei passi lentamente. Una bella mattinata. (Antonio Michele Cavallaro)
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