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Sibari

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Scritto da administrator   
martedì, 09 marzo 2010 07:58
S.Giuseppe
La chiesa di S.Giuseppe 1950
Alcuni recenti articoli apparsi sulla Gazzetta del Sud negli ultimi giorni: La posa della prima pietra della nuova chiesa a Sibari (pare che la notizia non sia corretta, il 14 marzo non è la data fissata) - Sport, ciclismo regionale a Sibari - Le esondazioni del Crati e del Coscile provocate dagli animali selvatici - Resta chiuso lo svincolo autostradale di Firmo. Tra le notizie che trovate nella seconda parte la più curiosa è sicuramente quella riguardante la colpevolezza degli animaletti selvatici per le inondazioni della piana di Sibari, certo tutto è possibile, a noi comunque pare un po' eccessiva, siamo talmente incuriositi che andremo a fare un sopralluogo personale, magari invitando il gruppo del WWF di Castrovillari. Vi faremo sapere.

Una nuova chiesa a Sibari.
L’edificio religioso, destinato ad unire anche simbolicamente la comunità cattolica di Sibari centro, appartenente ad un’unica parrocchia ma finora funzionalmente divisa tra la chiesa di san Giuseppe e la chiesa di sant’Eusebio, sorgerà nei pressi della stazione dei Carabinieri. A darne notizia, non il parroco, don Francesco Faillace, e neppure la Diocesi, ma l’associazione autonomista “Rinascita”. Che s’è sostituita alle autorità ecclesiali nell’annunciare che domenica 14 marzo sarà posta la prima pietra della futura Chiesa. Un evento reso pubblico mediante una lettera inviata al vescovo, monsignor Vincenzo Bertolone, e giunta ai giornali ancor prima, forse, che al suo destinatario. <<A nome di tutti i sibariti – scrivono quelli di “Rinascita” – ringraziamo il vescovo per l’impegno profuso. Eravamo certi che monsignor Bertolone non avrebbe tradito la nostra comunità, che da anni attende un’opera che l’aiuterà ad acquisire quella identità che ancora le manca>>. Ai ringraziamenti segue la considerazione: <<La nuova Chiesa sarà per punto di riferimento sia spirituale sia sociale, dal momento che le chiese ora esistenti nel nostro territorio sono diventate piccole per contenere una comunità che è cresciuta, e molto, negli anni>>.
Se ne riparlerà il 14 marzo, nel corso di una cerimonia alla quale prenderanno parte, insieme al vescovo, altre autorità religiose, civili e militari.
Gianpaolo Iacobini – 3 marzo

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Assegnati a Sibari i campionati regionali (juniores e allievi) di ciclismo.
La notizia, che giunge dalla Federazione ciclistica italiana, viene accolta con soddisfazione dal gruppo ciclistico sportivo “Armando Gatto”, che col suo presidente Francesco Corrado aveva puntato sull’evento, tanto da sacrificare ad esso la tappa del campionato amatori e da trasformare l’ormai tradizionale Granfondo della Sibaritide in vetrina dei giovani talenti calabresi delle due ruote.  L’appuntamento, ufficialmente inserito nel calendario della Fci, si terrà il 5 settembre per le strade della Sibaritide e del Pollino (su un percorso di cui sono in fase di elaborazione i dettagli,) ed interesserà i talenti delle categorie Juniores ed Allievi. <<Si torna dunque agli albori>>, commenta soddisfatto patron Corrado. <<Armando Gatto amava lavorare con i ragazzi per educarli al ciclismo, disciplina di vita. Lo stesso potremo fare ora noi, rendendo un servizio al ciclismo stesso, alla nostra terra di Calabria ed ai suoi campioni>>.
Gianpaolo Iacobini – 2 marzo

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Sibaritide a rischio alluvione perché gli argini del Crati e del Coscile sono lesionati dai fori praticati da animali selvatici appartenenti alla fauna protetta della riserva naturale e dunque da salvaguardare.
È questa l’incredibile verità emersa al termine di un sopralluogo effettuato lungo gli argini dei due fiumi sibariti, nella mattinata di ieri, dai tecnici della Provincia di Cosenza e dai loro colleghi dell’Ufficio tecnico comunale. Geologi, ingegneri ed architetti dei due enti hanno infatti verificato l’esistenza, sui muraglioni di contenimento dei due corsi d’acqua, di piccole quanto numerose gallerie. Le stesse che, se invase dall’acqua dei due fiumi in caso di piena, potrebbero originare falle o, addirittura, ben più consistenti lesioni strutturali, provocando, in ogni caso, il rovinoso allagamento delle aree circostanti, densamente popolate e sede di numerose aziende agricole.
La questione è ora oggetto di approfondimenti tecnici, ma anche giuridici: artefici delle sifonature individuate potrebbero essere istrici, talpe o comunque altri animali rientranti nella grande famiglia della fauna della zona, protetta e quindi (fortunatamente) intangibile sin dall’istituzione della riserva naturale istituita lungo il Crati. Inevitabile, dunque, ricercare soluzioni tecniche che tutelino, ad un tempo, l’incolumità degli uomini e l’habitat naturale.
Intanto, proprio il grande fiume e le sue costanti, ripetute esondazioni potrebbero divenire oggetto di un’indagine penale, destinata ad aggiungersi a quella già aperta dalla Procura di Castrovillari nell’ottobre del 2007 e culminata nel sequestro (tuttora vigente) del tratto terminale del Crati. Nei giorni scorsi, in effetti, un folto gruppo di residenti in contrada Lattughelle ha formalizzato davanti ai Carabinieri della locale Tenenza la presentazione di un esposto (a carico di persone da identificare) per denunciare «i ripetuti allagamenti, causa di rischi e pericoli per la vita e l’incolumità delle circa 1.500 persone che vivono nella contrada». Situazioni rispetto alle quali i firmatari dell’atto, dopo aver lamentato «il totale disinteresse delle autorità competenti rispetto ad un problema a loro ben noto», chiedono che la Procura castrovillarese «adotti ora i provvedimenti necessari per porre fine ad una situazione incresciosa, mediante l’individuazione dei diretti responsabili del mancato intervento», riservandosi altresì «la costituzione di parte civile nell’instaurando procedimento penale».
Copia dell’esposto è stata inviata, per conoscenza, anche a Comune e Consorzio di bonifica, insieme a Regione, Provincia e Protezione Civile ciascuno titolare di un pezzo di competenza sulle sorti del Crati e delle sue genti.  
Gianpaolo Iacobini – 2 marzo

Resta chiuso lo svincolo autostradale di Firmo.
Le promesse dell’Anas, dunque, sono cadute nel vuoto. L’impegno a riaprire al traffico l’importante snodo viario entro la fine dell’autunno si è rivelato fallace: alle soglie della primavera, infatti, lo svincolo resta inaccessibile, causa lavori in corso. L’ordinanza di chiusura risale al 15 aprile 2009, e costringe gli automobilisti ad optare per l’uscita di Frascineto o quella di Altomonte, ambedue poste nel raggio di 15 chilometri. Tanto, troppo, secondo i sindaci e degli operatori turistici dell’area, che erano giunti persino ad inscenare una plateale protesta nei pressi dello svincolo della discordia, per reclamarne l’immediata riapertura, con l’Anas che, per tutta risposta, nel luglio del 2009, annunciava: <<Considerato  che i lavori sono in fase avanzata, non è possibile, ad oggi, la sospensione delle lavorazioni, poiché anche in tal caso non si potrebbe ripristinare la fruibilità veicolare. Ad ogni modo, massima priorità è stata data ai lavori di cui trattasi, per ottenere, in breve periodo, la fruibilità completa dello svincolo>>.
Invece, alla vigilia della primavera del 2010, la situazione ancora non è cambiata: lo svincolo è sempre chiuso. E nella mappa dei trasporti e delle infrastrutture la Sibaritide resta la Cenerentola di sempre.
Gianpaolo Iacobini – 1° marzo

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