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La comunione é speranza PDF Stampa E-mail
Scritto da +V.Bertolone   
mercoledì, 07 ottobre 2009 07:48
mons Bertolone
Mons. Vincenzo Bertolone
Dal 7 al 10 ottobre, in occasione del quinto convegno ecclesiale regionale, le Chiese di Calabria si ritroveranno ad Isola Capo Rizzuto per discutere di comunione che si fa risorsa e speranza. L’eve
nto costituirà occasione propizia per interrogarsi sulle tematiche del vissuto umano e istituzionale, individuando nei luoghi della vita quotidiana, a volte impenetrabili all’azione evangelizzatrice, quei terreni in cui risulta più difficile coniugare fede e vita in una società gravata da conflitti ed ingiustizie di vario genere: dai gravi problemi legati alla disoccupazione a quelli riguardanti l’esercizio delle responsabilità pubbliche, fino alla promozione del senso civico.
In particolare, dal travaglio profondo che il popolo calabrese sta attraversando sembra salire verso la Chiesa un’istanza ineludibile: riscoprire Cristo, sola Parola di salvezza. Ciò, come ha di recente rilevato il Consiglio permanente della Cei, chiama l’intera Chiesa italiana ad adoperarsi per far sì che le nostre comunità diventino «luoghi in cui crescano, maturino, siano accompagnati, nel loro processo di evoluzione, veri cristiani e autentici cittadini». Di qui anche la decisione di riaccendere i riflettori sulla questione meridionale, a 20 anni dal documento “Chiesa italiana e Mezzogiorno”, per spendere «una parola di responsabilità che non tocca soltanto la questione economica, ma è preoccupazione pastorale perché il Mezzogiorno cresca e possa svilupparsi». In questo contesto, le Chiese del Sud, e nello specifico quelle calabresi, hanno l’obbligo non solo di una seria predicazione, quanto anche di offrire, attraverso l’esempio e la forza dell’unità, un contributo spirituale alla creazione di modelli che indichino la strada da percorrere verso un mondo riconciliato: seguendo l’insegnamento di san Paolo, i sacerdoti in primis dovrebbero farsi esperti di comunione e dar corpo ed anima ad una pastorale nuova. Pensata non per vincere, ma per convincere; non per imporre, ma per proporre; non per giudicare, ma per valutare. E tutto al fine di rimuovere pazientemente le incomprensioni che separano Chiesa da Chiesa, ma pure gli uomini dagli uomini e gli uomini dalla Chiesa, per la riaffermazione di quella riconciliazione che potrà ritenersi piena e concreta solo se, proprio a partire dai presbiteri, si sarà capaci di infondere il timbro dell’entusiasmo e predisporre le condizioni per creare riferimenti solidi e credibili; sterilizzare i virus del peccato mediante la via del perdono; sanare le ferite della vita dilatando spazi alla grazia.

A tale impegno di evangelizzazione e proposta non ci si può sottrarre, perché, come sottolineava già Giuseppe Lazzati, non ci si santifica con l’estraniarsi dalle cose temporali, ma attraverso il coinvolgimento in esse. Ed una Chiesa unita, capace di spiegare e diffondere la Parola, saprà dare risposte concrete ed efficaci anche all’irrisolta questione meridionale, senza sostituirsi allo Stato ma affiancandolo, battendosi per il trionfo dei principi più nobili dell’umanità e, soprattutto, dando testimonianza. Ad ogni costo.

+ Vincenzo Bertolone - Gazzetta del Sud di domenica 3 Ottobre
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