Il Club delle Meraviglie |
Scritto da L.Marino | |
martedì, 10 novembre 2009 10:16 | |
La storia, perché tale dev’essere considerata, racconta di un locale creato in un paese che balza spesso alle cronache per fatti delittuosi e vicende non certo lecite, e di due ragazzi che fanno di tutto per migliorare la cultura di chi vive in questo territorio. Il luogo d’ambientazione è quello di un paesino di un comune costituito da 17 mila anime, che pian piano a causa dell’incalzante disoccupazione, vede i suoi giovani emigrare verso mondi nuovi, dove c’è vita migliore e divertimenti vari. I protagonisti, lo dicevamo sopra, sono due ragazzi, stanchi di sopportare la fama poco lodevole del loro paese e di vivere in un luogo fatto di settimane noiose, vissute con l’ansia del sabato sera per migrare verso paesi limitrofi, alla ricerca della piacevolezza delle serate fatte di persone che si divertono e di nuove amicizie che si creano.
Un paese di un comune segnato nel passato anche da belle storie, ambientate su un terreno che è stato calcato da uomini gloriosi che hanno costruito la storia del mediteranno, il paese della “magna grecia”, dove vivevano i pensatori più famosi e dove aleggiava la cultura del vivere bene, con la musica come elemento fondamentale, che faceva da contorno alle giornate passate tra i campi coltivati rigogliosamente e alle serate del candido riposo. Il paese è Lauropoli che insieme alla Magna Sibari, compone le frazioni del comune di Cassano allo Ionio, ed è qui che vivono i protagonisti. Dicevamo due giovani, nati con la voglia di divertirsi e che da sempre hanno fatto della musica la loro passione, proprio come gli antichi greci. Questi, un giorno stanchi del vivere quotidiano e della linearità delle loro giornate, decisero di creare qualcosa che nel loro paese non c’era.
La Chimera, prese cosi lentamente la sua forma. Gli elementi ambientali che la circondano sono quelli giusti, la zona dove si colloca è isolata, nella strada interpoderale che collega Lauropoli a Sibari, la presenza di un ampio parcheggio rende facile l’affluenza, senza contare la possibilità di fare piacevoli serate senza creare problemi, che per natura la musica del genere provoca, a chi oramai è meno propenso al divertimento. La Chimera ora è un luogo affermato, con una propria anima, anche se ancora c’è da lavorare per convogliare gente di altri paesi, dubbiosi e poco propensi ad avvicinarsi ad una realtà che è messa in risalto solo da fatti spiacevoli. Il luogo dove la Chimera vive, si diverte e affascina, è fatto di disegni bellissimi, nati dalla mano di una giovane del paese: Laura Stanziani, una ragazza dalle notevoli capacità artistiche, che ha reso i bianchi muri, un mosaico di figure meravigliose, intriganti e ancestrali. La postazione di chi detta le regole del gioco della musica è in un angolo della sala rispetto a dove si svolge la vera vita.
La Chimera che si è composta deve la sua grandezza a chi ha creduto in essa, non tradendola mai e portandola inconsapevolmente dentro di se. L’affetto di chi ha permesso a questa creatura di crescere ed evolversi, la Chimera lo porta stampato su di se, con quelle firme su una delle sue pareti dell’entrata. Un segno che lascia la traccia, anche quando questa non sarà più tale. Ovviamente, la storia non si conclude, perché questa continua. La Chimera che oramai ha preso forma si sposta anche fuori dal suo corpo e si espande in altri locali e in altre piazze incarnata nella voglia dei suoi due creatori e del suo staff. Quando si entra nella Chimera, difficilmente si esce senza aver avuto uno scossone nell’animo, senza aver sentito un piacevole cambiamento dell’anima, senza aver visto l’immensità di chi vuole fare qualcosa per migliorare. Questo scritto si chiude con quella frase che la Chimera ha impressa su di se e precisamente sul muro che segna l’entrata in quel posto in cui essa esprime la sua forza esplosiva. L’aforisma recita: “Due sono le cose infinite: l’universo e la stupidità dell’essere umano”. In questa espressione di un grande scrittore, sta tutto il progetto della Chimera. Essere consapevoli che l’infinità dell’universo ha in se qualcosa che non porta a capire come la gente cambia la propria mentalità. L’idea più volta profusa dai suoi ideatori è quella di rendere visibile a tutto l’universo che vive ancora nella stupidità della non conoscenza, che qualcosa in quel paese è cambiato, che la creatura che ha inglobato i suoi stessi ideatori è il simbolo di qualcosa di nuovo, di qualcosa che è cambiato e che scalpita per essere conosciuto, qualcosa che vuole mostrarsi nel suo piccolo ma che ha dentro di se un obiettivo difficile da raggiungere ma non impossibile. |
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