Sibari: l'abbandono |
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mercoledì, 17 novembre 2010 08:28 | |
Tempo fa è apparso sui muri del territorio comunale, quindi anche di Sibari, un manifesto firmato da Antonio Canonico, nel quale vengono evidenziate alcune delle tante vanterie amministrative dell'attuale amministrazione comunale. Canonico comunista impegnato particolarmente nella difesa dell'ambiente e promotore delle fonti rinnovabili di energia alternativa, dice che il consiglio comunale di Cassano ha deliberato la costruzione di impianti fotovoltaici su un'area di 3000000 (tremilioni) di metri quadrati (trecento ettari) tutti in prossimità della costa, dove, fa rilevare Canonico, metterebbero in grave difficoltà alcune specie faunistiche protette, per non parlare delle coltivazioni e quant'altro. L'intero testo lo proponiamo nella seconda parte in formato PDF. (Cliccare quì per il manifesto di Canonico)
Ma noi ci chiediamo: come mai per questi impianti fotovoltaici non si sfruttano quelle aree collinari, più interne, meno problematiche per l'ambiente? Quelle forse non fanno parte delle strategie personal-speculativo-finanziarie? Delibere perniciose come questa passano quasi sempre senza scalpore e il popolo subisce di continuo restando nel torpore della beata ignoranza. Passeggiando però per le strade di Sibari, vediamo che si stanno ultimando i lavori della nuova chiesa parrocchiale, sicuramente funzionale al territorio, ma ubicata in un posto, a nostro avviso, infelice, si finisce per giungere al quartiere chiamato a suo tempo dal Consorzio di Bonifica "Centro Servizi", dove fa bella mostra di se la famosa sala convegni di fraschiana memoria, che dopo vent'anni è stata "affidata" alla parrocchia, non si capisce bene perchè, visto che questa, oltre ai locali che già possiede, fra poco ne avrà degli altri nuovi di zecca; e infine eccoci davanti alla ex-clinica Madonna delle Grazie: un autentico SCANDALO che grida vendetta al cielo. Una struttura che per 50 anni ha dato sollievo a migliaia di ammalati non solo di Cassano, abbandonata ai vandali e al degrado. Una struttura dove diverse decine tra medici, paramedici, addetti ai vari livelli di competenza hanno per anni lavorato traendo sostentamento per le proprie famiglie, ma creando anche un indotto commerciale di non poco rilievo, di cui nessuno più parla, anche di fronte a questo sopruso il popolo rimane impassibile. Nessuno protesta, tutto tace, tace la politica, tacciono i sindacati, ancor di più tacciono coloro che hanno provocato questa sfacelo. Il busto del buon don Francesco Toscano, propugnatore e creatore della clinica, è lì in mezzo ad un giardino abbandonato tra rifiuti di vario genere, presto sicuramente scomparirà alla vista coperto dalle erbacce e dai rovi. Vedere le vetrate d'ingresso sfondate, gli interni razziati dagli sciacalli fa male al cuore e il pensiero va alle migliaia di bambini nati quì in uno dei migliori reparti di ginecologia di tutto lo Ionio cosentino, a Sibari venivano a partorire le puerpere di tutto il circondario, finanche dalla vicina Basilicata, per l'alto livello professionale raggiunto dal personale. E le suore? chi non ricorda le suore della clinica. Severe si, ma sempre disponibili non solo per i ricoverati, ma spesso anche per tanta gente bisognosa del paese. Soffermatevi, passando, a guardare l'abbandono totale in cui versa l'immobile e riflettete sulla capacità distruttiva, la noncuranza, il disinteresse da parte di tutti a preservare quello che i nostri predecessori realizzarono con sacrifici, dedizione e ferrea volontà. Torniamo indietro e giungiamo poi alla stazione ferroviaria, l'edificio centrale è stato ristrutturato, ma il piazzale è di una desolazione devastante.Si è pensato bene di tagliare tutti gli enormi eucalipti, di eliminare la vetusta recinzione, di distruggere le siepi dei vialetti, di eliminare la lapide che ricordava che lì c'erano morti 80 poveretti sotto i bombardamenti e che i loro corpi sono ancora lì sotto ammucchiati gli uni sugli altri. E noi tutti giriamo lì intorno con le nostre auto indifferenti, mentre dovremmo gridare per lo sdegno per quella VERGOGNA che è sotto gli occhi di tutti. La Madonnina è rimasta lì, in alto (fino a quando?) unica testimone dello scempio. E poi parliamo di autonomia. Certo parliamone, ma parliamo prima di autonomia comportamentale, di autonomia intellettuale, di autonomia di pensiero, di autonomia imprenditoriale, di autonomia culturale, di autonomia civica e poi forse potremo parlare di autonomia politica. Finchè il popolo di Sibari non scenderà in lotta seria per difendere quel poco o molto che c'è non potrà parlare di autonomia, finchè il popolo di Sibari restarà muto di fronte agli sfregi che vengono perpetrati sul proprio territorio in nome di un turismo INESISTENTE, in nome di uno sviluppo mai veramente voluto, in nome, invece, della più bieca speculazione, non potrà mai pretendere di ottenere la sua autodeterminazione. Tonino Cavallaro |
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