Domenico Auricchio Domenico Auricchio, detto Mimì. Rieletto ad aprile 2010 con il 62% dei voti, considerato il "pupillo" di Nicola Cosentino, considera Silvio Berlusconi un "idolo". Chi è costui? Il sindaco di Terzigno. Mi sono domandata, questa mattina, leggendo dell'ennesima nottata di violenze, tra molotov e pietre, chi fossero gli amministratori del Comune che conduce da qualche giorno a questa parte la sua guerra civile allo Stato. Mentre facevo le ricerche, speravo intimamente che il mio istinto potesse tradirmi e che Terzigno potesse non essere berlusconiana. Ma invece, come la maggioranza dell'Italia, lo è. Ed è ovvio, questo non dovrebbe influire sul mio giudizio riguardo la lotta di persone disperate che cercano a suon di guerriglia di far valere i propri diritti. Tuttavia, per quanto mi sforzi, non riesco a mettere da parte il fatto che quelle persone che oggi scendono per strada hanno, con una larga maggioranza, affidato il proprio destino ed il proprio futuro al Popolo delle Libertà. Ciò non significa assolutamente, da parte mia, dire che "meritano" la drammatica situazione che si trovano a vivere.
Non la meritano ma ne sono responsabili politicamente, il che è differente perchè, rispetto alla "colpa" fine in sè stessa, essere responsabili significa fare uno sforzo di riflessione e consapevolezza in più. Sforzo del quale, purtroppo, in questo momento storico, non ritengo capace il popolo sovrano italiano, troppo abituato al televoto, quello delle apparenze, quello che non influisce direttamente sulla nostra vita quotidiana.
Perchè in Italia la politica è un diritto, "abbiamo diritto ad essere amministrati da persone oneste e capaci", ma per quanto riguarda la parte in cui a noi spetta il dovere di dirigere la politica attraverso i nostri voti, beh, questo tassello in tante, tante occasioni, manca. Iva Zanicchi mi rimane negli anni impressa nella mente per quel vergognoso "Ma via, cosa ci costa provare Berlusconi? Se poi riesce a fare quello che promette, sarà meglio per tutti. Altrimenti la prossima volta gli diamo un bel calcio nel sedere e proviamo un altro, no?". Ecco, il rapporto tra la maggior parte degli italiani e la politica è questo: proviamo, no? ma che ci costa? male che vada poi lo appendiamo a testa in giù in Piazzale Loreto. E' l'Italietta che tutto pretende e niente dà. E' l'Italietta della politica da supermercato, l'Italietta che non ha bisogno di ideali perchè si muove al ritmo di slogan, "meglio provare, no?", lo dice perfino la Tre.
Mi fa rabbia pensare che si possa pensare che i mali dell'Italia d'oggi siano sempre e solo responsabilità altrui. Che il popolo sia sempre e in ogni caso vittima sacrificale, predestinata, inerme. Non sono d'accordo. Alle scuole elementari studiavo educazione civica e la prima lezione era stata talmente semplice che non l'ho più dimenticata: quello al voto è un "diritto dovere". Se privi questo binomio di uno dei due termini, la politica diventa un gioco qualsiasi, nel quale si vince o si perde, palla al centro. Da questo punto di vista i "paladini dell'antipolitica" dovrebbero assumersi una grande responsabilità. Io penso che un'intera generazione abbia dimenticato il "dovere" del voto. Piuttosto che riaccendere le coscienze su questa imperdonabile dimenticanza, qualcuno ha offerto loro una giustificazione: "non è colpa vostra, sono i rappresentati politici che sono tutti uguali". Giustificare l'astensionismo è grave. Significa insegnare ai giovani che hai diritto al voto, nessun dovere. E questa è una grande bugia.
La mia grande paura, per Terzigno così come per il resto d'Italia, è che nonostante tutto si continuerà ad alimentare il ripetersi di un film che viene trasmesso a reti unificate da vent'anni. Che le persone che a Terzigno rischiano di ammalarsi, quelle che si prendono le manganellate e trascorrono notti insonni a lottare per un paese migliore, alla prossima tornata elettorale possano sottovalutare, ancora una volta, il dovere della scelta politica. Succubi di un sistema che da una parte insegna che tanto la politica è marcia sia a destra che a manca; dall'altra gli fa credere che debbano pretendere, pretendere e pretendere, senza mai domandarsi "cosa ho fatto per invertire il corso degli eventi, quando ne avevo il potere?"; dall'altra ancora fa capire che che il voto non è una cosa seria, non è un'arma affilata. Ed invece, voi, non credeteci. Perchè il voto è una questione di qualità, non una formalità.
Giuliana Sias Michele MIani (leggere nel FORUM anche il commento a questo articolo inviatoci da Michele Miani - Cliccare quì)
Sempre più spesso ci chiediamo se la realtà sia quella che viviamo o quella che vediamo in televisione. Ci chiediamo se prestare fede ai vari TG ormai tutti uguali oppure a ciò che ascoltiamo in alcuni talkshow oppure a ciò che constatiamo personalmente giorno per giorno. Abbiamo una forte impressione di sdoppiamento perché le televisioni ci raccontano cose troppo lontane da ciò che realmente viviamo di persona o dai racconti di amici e conoscenti. Prendiamo come esempio la vicenda della spazzatura di Napoli brillantemente risolta dall’intervento della Protezione Civile, nei telegiornali. Le televisioni di regime ci hanno bombardato di ottime notizie sulla tempestiva azione di pulizia delle strade della città partenopea e sulle ottime soluzioni approntate come l’inceneritore di Acerra e le nuove e moderne discariche campane.
Invece le discariche non sono né moderne e né sicure e si vocifera che a Terzigno si scarichi di tutto, compresi i rifiuti tossici. Nella realtà constatiamo che la Campania è sull’orlo della rivolta popolare, o se vi piace di più, guerra civile, perché, sempre nella realtà, i popoli non possono essere né calpestati, né offesi, né riempiti di rifiuti di ogni tipo con leggi di emergenza. E soprattutto non possono essere presi in giro.
La gente tiene alla salute e si ribella a ciò che sente ingiusto. Intanto si annuncia, in televisione, che il problema sarà risolto in dieci giorni. Aspettiamo fiduciosi.
Stesso copione per la riforma della scuola. I telegiornali promettono scuole belle, sicure, grandi, ed una miglior qualità della formazione. Nella realtà, quella vera, vediamo che le scuole sono brutte , fatiscenti, pericolose. Vediamo che le aule sono piene di studenti fino all’inverosimile fino a 32/35 per classe, che la sporcizia si accumula perché manca il personale, che migliaia di lavoratori vengono licenziati e che le ore di formazione diminuiscono anziché aumentare come capita negli Istituti Tecnici per Geometri dove le ore di Disegno nei bienni, con la riforma, passano da otto a cinque. Bella formazione per un futuro tecnico delle costruzioni! Che razza di tecnico è uno che non ha imparato a disegnare per mancanza di ore?
Significativo anche il caso dei terremotati della città dell’Aquila. Tutto risolto in televisione mentre il capoluogo dell’Abruzzo resta una città fantasma anzi un “cumulo di macerie fantasma”.
Lo stesso capita per la Giustizia. La gente vede uffici in completo abbandono, carenza di magistrati e cancellieri, assenza di mezzi di ogni genere e processi lunghi decine d’anni, mentre il “gobierno” dichiara che vuole migliorare l’apparato a vantaggio di tutti i cittadini ed intanto pensa solo a “scudare” il Presidente del Consiglio. Dimostranti e polizia a Terzigno Viviamo in un sistema schizofrenico, a doppia personalità, a doppia velocità, a doppia misura, a doppia distanza tra ricchi e poveri. Viviamo in un posto dove si può imporre alla gente una “realtà virtuale” dove le voci dissonanti vengono ostacolate e soffocate.
Ci pare una MATRIX difettosa dove l’agente Smith racconta tutte le balle che vuole e tutti inevitabilmente applaudono anche se giorno dopo giorno sperimentano il contrario. (da www.infooggi.it) |