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Sibari

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michele
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lettera di un'amica - 2009/05/25 19:58 Caro Tonino,
Ho letto la lettera della tua amica. È un grido straziante alla ricerca di un pò d’amore, d’amicizia, di fratellanza, di carità cristiana che s’identifica tanto nell’amore per il prossimo che soffre per un qualsiasi problema materiale e spirituale com’è quello che emerge dalla lettura di tutto quanto lei ha scritto.
Molte volte noi passiamo vicino a chi soffre e non ci accorgiamo che vicino abbiamo una persona disperata, noi non leggiamo nel suo sguardo il messaggio d’aiuto che questo indica, nella necessità di aver da noi un conforto, una parola che gli dia una spinta, uno stimolo, una ragione a risollevarsi da una situazione ove sembra non vi sia possibilità alcuna di risollevarsi, e riprendere la lotta d’ogni giorno contro quella che sembra una vita matrigna.
Io ho letto tutto il messaggio che è indirizzato a te, ma che è diretto a tutti, ho notato che chi scrive in ogni modo, anche nella difficoltà del momento, ha una forte coscienza cui non difettano coraggio, amor proprio, ed integrità della persona e dello spirito. Ha una debacle di una giornata nera. Una giornata in cui tutto sembra travolgerci, come presi nel centro di un uragano, sbattuti da ogni lato, in un cerchio che non da nessun appiglio.
D’altronde non è necessario entrare nel vivo del problema spicciolo o grave che sia, si capisce bene, anche dai suoi silenzi, dalla sua punteggiatura, che soffre e ne ha ben donde.
Io mi auguro che essa, dopo lo sfogo così vivo ed intenso si sia un po’ rasserenata. Parlare, dividere il problema da serenità e tranquillità, anche se si riceve una sola parola di coraggio, questa non serve a dare nuovamente la felicità ma serve a credere che la vita dopotutto per quanto amara vale la pena di viverla appieno con i giorni felici e quelli purtroppo infelici e dolorosi, intensamente con le proprie debolezze e le proprie passioni e le proprie convinzioni.
Io non ti posso dire, o meglio, non dire a lei attraverso te, cosa, una persona sensibile quale è lei, possa fare, per uscire dalle pastoie della sofferenza morale e dalle sue tristezze.
Però si evince dallo scritto e lo dice chiaro che dopotutto la sua vita non è stata inutile, ha lavorato, ha dato affetto. I suoi ragazzi, che lascia, per un po’ di tempo, perchè la scuola chiude per un breve periodo, gli sono cari: Lei gli ha voluto bene e senz’altro loro avranno ricambiato nel corso dell’anno scolastico. Quindi ha dato amore. Se una persona ha dato amore ed affetto, non può racchiudersi per un momento d’infelicità come un riccio, deve rialzarsi e dare nuovo affetto, nuovo amore anche se riceverà indifferenza, nel mondo si ha tanta necessità di avere amore. Nella società le possibilità di avere stimoli per superare crisi fortissime ve ne sono a migliaia: aiutare i più bisognosi, amare il prossimo, amare gli animali, legarsi spiritualmente con gruppi di persone dedite a dare del tempo, dell’aiuto materiale e morale. Serve inoltre convincersi che oltre a tutto deve sorreggerci la moralità, la coscienza del bene, il credere che ogni opera fatta per un’altra persona da un ritorno, in bene, quadruplo ed infine aver fede. Il guardarsi indietro deve servire a vedere non solo le debolezze proprie, ma anche a vedere quanto di buono si è stati capace di fare nel nostro piccolo e con le difficoltà che si sono incontrate e superate.
Dico a lei amica: “Allora coraggio, cerca di rialzarti e vincere anche da sola la tua tristezza, supera la tempesta, le paure che ti attanagliano grida forte la tua sfida al mondo la tua voglia di vivere e di riconquistarti la porzione di felicità che ti spetta”.
Saluti fraterni a te e alla tua amica. Sono sicuro e certo che si riprenderà presto anche considerando che d’amici che, potranno darle contorto e parole di sostegno, n’avrà tanti essendo il mondo pieno di buone persone che non vivono sulle altrui difficoltà, ma che spesso abbracciano le croci del prossimo con animo spassionato. Basta guardarsi intorno.

Michele Miani
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