Carità? Che cos'è? |
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Scritto da administrator | |
domenica, 20 novembre 2011 18:46 | |
![]() sacchetti dei rifiuti sventrati
A Sibari l’ex-parroco don Lazzaro Lombardi aveva, qualche anno fa, con l’aiuto e la collaborazione di alcuni fedeli, istituito una banco della Caritas per la distribuzione di indumenti e generi alimentari, attività che aveva avuto molto successo e non pochi immigrati avevano trovato di che vestirsi e sfamarsi; quella lodevolissima iniziativa, non sappiamo perché, a un certo punto è terminata e nessuno l’ha più ripresa. Non crediamo che queste persone, che a qualsiasi titolo soggiornano da noi debbano addirittura soffrire la fame, quando si buttano indiscriminatamente tonnellate di cibo.
E’ UNO SCANDALO che grida vendetta al cielo, è questa la Carità che viene, a chiacchiere, predicata in lungo e in largo dai benpensanti che vanno a messa tutte le domeniche non dimenticando, ovviamente, di prendere la S.Comunione? Abbiamo, anche negli anni passati, dal nostro sito, sollevato il problema degli immigrati e chiesto che venisse istituito a Sibari un posto di ascolto e di accoglienza per gli immigrati e le loro famiglie. Abbiamo denunciato insieme a molti quotidiani locali, lo stato di abbandono in cui vive una moltitudine sempre più grande di esseri umani. E’ ora che il problema venga affrontato subito e sul serio, non possiamo accettare da persone civili che pensiamo di essere, che ci sia gente che per sfamarsi debba essere costretta ad andare a cercare nei cassonetti dei rifiuti. Ci auguriamo che il nostro appello sia questa volta recepito da chi di dovere e si attivi immediatamente senza attendere incontri, progetti, tavole rotonde e menate di questo tipo, chi ha fame non può attendere……! L'amministratore
dal "Corriere della Sera" Monito del Papa ai cristiani: «Saremo giudicati da come trattiamo gli stranieri» Il viaggio in Benin di Benedetto XVI si chiude con l'invito ad aiutare «le persone che soffrono o sono accantonate» MILANO - I cristiani che saranno «giudicati» per come si comporteranno nei confronti degli stranieri e di tutti coloro che sono messi da parte. Lo ha spiegato Benedetto XVI nella messa conclusiva del viaggio in Benin, nel corso della quale ha sottolineato che Gesù «ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, insomma di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte; il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti - ha sottolineato - sarà dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Gesù stesso. Non vediamo in questo - ha ammonito - una semplice formula letteraria, una semplice immagine». |
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