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Sibari

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Carità? Che cos'è? PDF Stampa E-mail
Scritto da administrator   
domenica, 20 novembre 2011 18:46
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sacchetti dei rifiuti sventrati
Ancora una volta Marina di Sibari diventa, durante l’inverno, il luogo di soggiorno di molti immigrati, clandestini e non, che si aggirano nelle strade e stradine del centro balneare cassanese.  Da una stima approssimativa, sicuramente per difetto, sono circa un migliaio coloro che hanno trovato quì un letto al coperto dalle intemperie invernali. Siamo abituati a vedere molti di loro avviarsi a piedi lungo la SS106 per raggiungere Sibari-centro per fare qualche acquisto di generi alimentari e fin quì non c’è alcunché da eccepire, ma quest’anno ci sembra che molti sono quelli che non hanno una qualsivoglia occupazione e che, quindi, hanno gravi difficoltà addirittura di sopravvivenza. Abbiamo osservato alcuni di loro andare a ficcare il naso nei cassonetti dell’immondizia e abbiamo pensato che forse cercavano qualche indumento ancora in buono stato o qualche piccolo utensile ancora utilizzabile, ma con nostra grande sorpresa e, dobbiamo aggiungere, con raccapriccio, ci siamo accorti che cercavano anche qualcosa da mangiare….! 
(Nella seconda parte: Monito del Papa ai cristiani: «Saremo giudicati da come trattiamo gli stranieri»)

ImageAbbiamo visto un ragazzo estrarre dal cassonetto un sacchetto di patatine ancora pieno per metà e mangiarne tranquillamente il contenuto con avidità.  Abbiamo lì per lì pensato a una casualità, ma dopo un’attenta, anche se discreta, indagine abbiamo potuto appurare che donne e ragazzi spesso si dedicano a questa “ricerca”, quasi giornalmente e soprattutto nei  cassonetti  in prossimità dei ristoranti aperti anche d’inverno. 

A Sibari l’ex-parroco don Lazzaro Lombardi aveva, qualche anno fa, con l’aiuto e la collaborazione di alcuni fedeli, istituito una banco della Caritas per la distribuzione di indumenti e generi alimentari, attività che aveva avuto molto successo e non pochi immigrati avevano trovato di che vestirsi e sfamarsi;  quella lodevolissima  iniziativa, non sappiamo perché, a un certo punto è terminata e nessuno l’ha più ripresa. Non crediamo che queste persone, che a qualsiasi titolo soggiornano da noi debbano addirittura soffrire la fame, quando si buttano indiscriminatamente tonnellate di cibo.

E’ UNO SCANDALO che grida vendetta al cielo, è questa la Carità che viene, a chiacchiere, predicata in lungo e in largo dai benpensanti che vanno a messa tutte le domeniche non dimenticando, ovviamente, di prendere la  S.Comunione? 

Abbiamo, anche negli anni passati, dal nostro sito, sollevato il problema degli immigrati e chiesto che venisse istituito a Sibari un posto di ascolto e di accoglienza per gli immigrati e le loro famiglie. Abbiamo denunciato insieme a molti quotidiani locali, lo stato di abbandono in cui vive una moltitudine sempre più grande di esseri umani. E’ ora che il problema venga affrontato subito e sul serio, non possiamo accettare da persone civili che pensiamo di essere, che ci sia gente che per sfamarsi debba essere costretta ad andare a cercare nei cassonetti dei rifiuti. Ci auguriamo che il nostro appello sia questa volta recepito da chi di dovere e si attivi immediatamente senza attendere incontri, progetti, tavole rotonde e menate di questo tipo, chi ha fame non può attendere……!

L'amministratore

 

 

dal "Corriere della Sera"

Monito del Papa ai cristiani: «Saremo giudicati da come trattiamo gli stranieri»

Il viaggio in Benin di Benedetto XVI si chiude con l'invito ad aiutare «le persone che soffrono o sono accantonate»

MILANO - I cristiani che saranno «giudicati» per come si comporteranno nei confronti degli stranieri e di tutti coloro che sono messi da parte. Lo ha spiegato Benedetto XVI nella messa conclusiva del viaggio in Benin, nel corso della quale ha sottolineato che Gesù «ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, insomma di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte; il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti - ha sottolineato - sarà dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Gesù stesso. Non vediamo in questo - ha ammonito - una semplice formula letteraria, una semplice immagine».

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