Un vertice spuntato |
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Scritto da A.Da Rold | |
martedì, 07 giugno 2011 19:29 | |
![]() Un lento scollamento della coalizione. O almeno è questa l'impressione di chi ha potuto seguire il pranzo di lavoro da via Bellerio, sede del Carroccio. I segnali di un lento, ma continuo scollamento della coalizione, sono molteplici. Innanzitutto, a parlare sono stati solo esponenti del Pdl. Neppure il capogruppo Reguzzoni, da sempre sostenitore dell'alleanza di centrodestra ha rilasciato dichiarazioni. Un'anomalia. Un segnale, perché probabilmente Bossi dovrà ancora riflettere sulla tenuta dell'esecutivo e su che cosa dire a un popolo leghista sempre più furioso. TREMONTI LA SPUNTA SU BERLUSCONI. Seconda cosa, a spuntarla sulla riforma del fisco tra Tremonti e Berlusconi è stato come al solito il primo: l'idea di rilanciare il governo abbassando le tasse all'inizio dell'anno prossimo è stata per il momento accantonata. Quindi, nessuna riduzione di un punto per ciascuno dei cinque scaglioni di tasse, magari dall'anno prossimo, ma c'è la conferma della linea del rigore. «La riforma fiscale è programmata, poi vedremo cosa si potrà fare», ha dichiarato Berlusconi dopo il vertice, mentre si apprestava ad andare al Carosello dei carabinieri. Terza questione: c'è stata una fumata nera sulla nomina del nuovo ministro di Grazia e giustizia dove il Carroccio gradirebbe mettere la faccia dell'attuale viceministro ai Trasporti Roberto Castelli. Né sono stati risolte le caselle sui sottosegretari. SILENZIO SUL CANDIDATO DEL 2013. Non solo. A quanto pare, tra le due fazioni si è iniziato a discutere sulle prossime elezioni politiche e sul candidato che potrebbe essere presentato dal centrodestra nel 2013. Berlusconi ha smentito («Non ne abbiamo parlato»), ma fonti autorevoli confermano che se da un lato il Pdl vorrebbe proporre proprio Alfano, dall'altro la Lega Nord spingerebbe per l'attuale ministro dell'Interno Maroni. La questione è delicata, perché al tavolo di Arcore sarebbero emerse anche le aspirazioni del ministro dell'Economia Tremonti, così come i pericoli della nascita di un nuovo centro moderato, capitanato da diversi esponenti del Pdl, tra cui il governatore lombardo Roberto Formigoni e l'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu. LA QUESTIONE DEI MINISTERI. Infine, secondo fonti parlamentari di maggioranza, sarebbe emerso l'orientamento di creare uffici di rappresentanza «altamente operativi» di alcuni ministeri. Scelta che troverebbe l'assenso del sindaco di Roma Alemanno che da Washington ha commentato: «Non sarebbe nemmeno una straordinaria novità, l'importante è che sede e titolarità dei ministeri restino a Roma». Alfano: «Pareggio in Bilancio entro il 2014» A parlare dopo l'incontro è stato in particolare Angelino Alfano, neo segretario politico del partito di Berlusconi, che ha rassicurato i cronisti sulla tenuta del governo fino al 2013. Anzi, il ministro di Grazia e giustizia ha detto che si cercherà il pareggio di bilancio entro il 2014. Il politico siciliano ha tranquillizzato sulla tenuta del governo, ma né Bossi né i suoi hanno voluto commentare l'esito dell'incontro. IN ATTESA DI PONTIDA. Rintanato nella sede di via Bellerio, il Senatùr appare sempre più incartato su se stesso. Lontano dal dare una linea al partito sul prossimo referendum, mentre la base vorrebbe parteciparvi attivamente. Ancora distante da una comprensione reale dell'ultima tornata elettorale, per Bossi il prossimo raduno di Pontida del 19 giugno si dimostra come uno dei più difficili. Non solo per quello che dovrà dire al suo popolo, ma perchè dovrà ridare un'anima a un intero movimento demoralizzato dopo le sconfitte di Milano, Novara e Gallarate: basterannno le sedi di rappresentanza di alcuni ministeri promesse dal Cavaliere? LE PREOCCUPAZIONI DI BOSSI. La preoccupazione più grande del Senatùr, per chi ha avuto modo in questi giorni di parlarci, è che altri due anni al governo possano causare una nuova perdita di consensi. E un Carroccio al lumicino nel 2013 non sarebbe di certo un buon biglietto da visita per una Lega Nord che puntava a diventare il primo partito del Nord del Paese, ma dove fino adesso governa solo due regioni, mentre le grandi città sono tutte in mano al Partito democratico in ascesa. di Alessandro Da Rold |
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