La favola del processo breve |
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Scritto da Administrator | |
sabato, 16 aprile 2011 08:13 | |
![]() don Luigi Ciotti Lo afferma, in una nota, don Luigi Ciotti fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera. «Non voglio addentrarmi negli aspetti tecnici perchè non ne ho le competenze - aggiunge don Ciotti - ma mi sembra già molto grave che tanti familiari delle vittime siano angosciati per le ricadute della riforma sulle loro speranze di giustizia. È vero che la norma prevede l'eccezione per reati come mafia e terrorismo. Ma non si tiene conto ad esempio della corruzione, che della mafia è quasi sempre il terreno di coltura. E questa non è una 'dimenticanzà, dal momento che il primo processo a decadere in virtù della riforma sulla prescrizione breve sarà il processo Mills, in cui quel singolo imputato è accusato, guarda caso, di corruzione». «È dal 1999 che il nostro Paese deve ratificare la Convenzione di Strasburgo sulla corruzione - afferma ancora don Ciotti - introducendo nel codice penale il traffico di influenze illecite, la corruzione fra privati e l' autoriciclaggio. Non solo non lo si è fatto, ma si sono depenalizzati reati come il falso in bilancio e l'abuso d'ufficio che sono alla base della corruzione». «Per invertire questa deriva - sostiene ancora don Ciotti - non basta più indignarci. Dobbiamo ribellarci. Ribellarci eticamente e pacificamente, ma ribellarci. Se siamo arrivati a questo punto non è solo a causa di chi si è reso complice dello scempio di democrazia, chi in Parlamento ha sostenuto il falso sapendo che fosse il falso - denuncia- ma dei troppi che sono stati alla finestra silenti e con le mani in mano, sottovalutando il rischio che tutti stavamo correndo». da Adnkronos |
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