100 anni di Azione Cattolica |
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Scritto da A.Cavallaro | |
lunedì, 19 aprile 2010 20:21 | |
![]() Mariella Cobliaco
Una giornata bella, da ricordare e ci si augura che tutte le parrocchie della diocesi riescano a ricostituire l’associazione che per decenni è stata fonte inesauribile di uomini e donne di grande levatura, senza contare le tante vocazioni che sono nate in seno a questa grande famiglia cattolica.
![]() storica foto del 55 giovani della GIAC
A.C., uomini in cima, fino agli estremi confini
Tra piazze e campanili, l’Azione Cattolica festeggia oggi nella chiesa di san Francesco di Paola, a Piana di Cerchiara, 80 anni di gloriosa presenza nella comunità diocesana cassanese. Tanto è infatti il tempo trascorso da quando, nel 1930, l’allora vescovo Bruno Occhiuto costituì a Cassano la prima giunta dell’Associazione fondata a livello nazionale, nel 1868, da Mario Fani e Giovanni Acquaderni. Nata, come recitava il suo primo Statuto, «per formare tutti gl’individui che vi appartengono ad uno spirito franco e coraggioso nel professare e praticare pubblicamente la loro cattolica religione e nell’adoperarsi energicamente, e in particolare coll’esempio, per ravvivare nella gioventù e nel popolo il sentimento religioso», nel tragitto percorso, anche nella Calabria citra l’Azione cattolica è stata presenza viva. Qui il suo cammino ha conosciuto fatiche e ritardi, ma i punti all’attivo sono molti, e di valore. È possibile sintetizzarli dicendo che essa ha contribuito a promuovere laici spiritualmente solidi, responsabili verso la missione della Chiesa e consapevoli di doversi spendere con generosa dedizione nei vari ambiti sociali: famiglia, scuola, lavoro, politica. Inoltre, pur nel variare dei tempi e delle sensibilità, l’attivazione d’un circolo virtuoso tra fede e vita è sempre stato un imperativo etico lascito di più generazioni di fedeli laici cresciute con la consapevolezza di dover vivere secondo il Vangelo e testimoniarne sempre e dovunque l’intrinseco valore. Dopo ottant’anni, l’Azione Cattolica non ha esaurito il suo ruolo, e nell’odierna congiuntura socio-politica e culturale è chiamata a svolgere ancora e meglio la sua funzione di lievito di quella maturità spirituale, ecclesiale e civile del laicato, che nel contesto diocesano resta conto aperto ed urgente, ricercando nel passato le ragioni del futuro. Occorre, cioè, «mantenersi fedeli alle proprie radici di fede, nutrite da un’adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo»: le parole del Santo Padre Benedetto XVI sono bussola preziosa per il viaggio verso un avvenire che presenta sfide inedite e decisive. Come affermava papa Paolo VI, «l’Azione Cattolica deve riscoprire la passione per l’annuncio del Vangelo, in logica coerenza con la convinzione che in esso è racchiusa la potenza più sconvolgente, capace di fare veramente nuove tutte le cose». Perciò, niente rimpianti e lamenti nostalgici, ma alacrità concreta, uno stile di vita virtuoso unito a capacità di condivisione, spirito di pacificazione ed un cuore sapiente, in grado di leggere le attese e le speranze profonde dell’umanità, svolgendo il compito idealmente assegnato all’Ac dal compianto don Tonino Bello: «Siate soprattutto uomini. Fino in fondo. Anzi, fino in cima. Perché essere uomini fino in cima significa essere santi. Non fermatevi, perciò, a mezza costa: la santità non sopporta misure discrete. Siate missionari fino agli estremi confini». + Vincenzo Bertolone |
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