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Mons. Bertolone
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Impegno civile per il Bene Comune - 2008/04/13 17:25 Oggi si vota. E col voto andranno in archivio, almeno per qualche settimana, le battaglie per conquistare il titolo di legittimi rappresentanti dell’identità politica dei cattolici, spesso usate come arma impropria per una contesa sempre più frustrante e mortificante per la comunità ecclesiale e per la politica stessa.
In realtà, i cattolici si chiedono come poter divenire sale, luce e lievito per la società e adoperarsi per l’affermazione del bene comune. Siffatta tematica è stata affrontata dai molti che, negli anni, hanno operato con spirito di servizio nel campo minato del mondo. Tra i tanti, Giuseppe Lazzati, Aldo Moro, Alcide De Gasperi, Vittorio Bachelet, Giorgio La Pira. Tutti esponenti di quell’universo cattolico che ha dato un contributo importante, come ha di recente riconosciuto anche il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, alla costruzione della democrazia e della vita politica e culturale italiana nel segno della libertà e della partecipazione.
Dalla testimonianza terrena dei personaggi richiamati ricaviamo una lezione che si situa tra la profezia e la concretezza della prassi: il cristiano è tenuto alla ricerca delle ragioni insite nelle responsabilità e nelle scelte politiche. La politica, perciò, deve realizzare il bene reale e possibile, senza precludersi le più ampie prospettive: come evidenziava Lazzati, <<qui si pone l’ineludibile sfida che non sembra di cogliere nei cattolici impegnati in politica: proporre programmi ispirati a valori che, pur radicati nell’esperienza cristiana, si configurano quali valori universali, suscettibili d’un più largo consenso>>.
Non è richiesta l’appartenenza ad un determinato schieramento: attraverso la testimonianza di laici liberi e responsabili, la fede può ispirare progetti che uniscano amore e visione del futuro, sapienza e dialogo, coerenza e speranza. Concetti espressi proprio da Aldo Moro, in un’intervista risalente al 1977: <<Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso destino; è invece importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio spazio intangibile, nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, di rispetto e di dialogo. La pace civile corrisponde a questa grande vicenda del libero progresso umano, nella quale rispetto e riconoscimento emergono spontanei, mentre si lavora, ciascuno a proprio modo, a escludere cose mediocri per far posto a grandi cose>>.
Ai cattolici sono dunque richiesti un cuore integro ed uno stile improntato al santo orgoglio del bene, ma pure un sincero impegno ed un forte senso della Chiesa, nel solco della sua dottrina sociale. S’avverte il bisogno di cristiani che sappiano coltivare l’umiltà necessaria ad ascoltare gli altri e, di fronte alle difficoltà, a riporre la loro fiducia nella forza di Dio, che assiste coloro che agiscono con rettitudine. È tempo, insomma, di uomini e donne che incarnino, nell’azione politica ed in quella sociale, i principi evangelici del rispetto, della ricerca della giustizia, della dedizione e della speciale attenzione ai più poveri, alla famiglia ed ai giovani, valorizzando l’esistenza in ogni suo stadio. Solo così i laici credenti potranno offrire un contributo al bene comune: è possibile lavorare alla costruzione del Regno con le mani e con il cuore di Cristo perché, per dirla con Bachelet, <<pure in questa umanità secolarizzata, se non c’è anche il Signore a edificare la città, hanno lavorato e sofferto invano quelli che presumevano di edificarla>>.
Sono parole e mete audaci. Ma per un cristiano, l’audacia non è solo conquista: è vocazione, anelito del cuore, stile di vita, impegno civile e testimonianza.
+ Vincenzo Bertolone

Post composto da: tonino, alle: 2008/04/13 17:33
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