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Disagio dei giovani calabresi PDF Stampa E-mail
Scritto da Luca Marino   
domenica, 11 gennaio 2009 20:55
L.Marino
Luca Marino
Esistono varie problematiche che l’uomo, inteso come essere umano, si trova ad affrontare giorno dopo giorno. Alcuni ricoprono un’importanza mondiale, come il famoso inquinamento della terra, la fine delle fonti energetiche non rinnovabili, le crisi economiche, le guerre per i territori predisposti alla produzione dell’”Oro Nero” e tanti altri. La maggior parte di queste problematiche hanno un maggior rilievo e molto spesso anche un maggior  effetto nella parte meridionale dell’emisfero terrestre. Come a significare che “chi sta sotto ,sta sempre peggio”. Ho iniziato brevemente dal generale per arrivare al particolare. O meglio, sono partito dall’elenco di una serie di problematiche attuali per arrivare a descrivere quella più emblematica e che colpisce la maggior parte dei giovani della nostra amata Calabria, il disagio giovanile.
Detto cosi, sembrerebbe che ciò che sto per scrivere sia quasi un compito, con una traccia dettata da chissà quale maestro di vita. Invece no. Quello che voglio scrivere è la riflessione semplice e forse oramai logora, della situazione dei giovani calabresi. Avete mai provato a chiedere ad un ragazzo di questa terra come vede il proprio futuro? O, se siete dei giovani, avete mai pensato ad un futuro vostro in Calabria? Credo che molti risponderebbero negativamente a questi due quesiti. Il perché non risiede solo  nel fatto che la crisi colpisce prima e con maggiore intensità i paesi già fortemente disagiati, ma anche per il fatto che il giovane calabrese vive in uno status morale fortemente e perennemente disagiato. Non parliamo di tutti, perché ci sono molti che si chiamano fuori da questo status, ma quella parte che sente davvero questa problematica, è forse la più consapevole dei problemi della propria terra. Partiamo dalle infrastrutture. Quanti hanno visto asfaltare una strada piena di buche se non prima che qualcuno si sia fatto male? Quanti hanno notato che gironzolando per le nostre terre ci sono più cattedrali nel deserto che in tutto il mondo? Quanti non hanno chiamato ad un ASL per prenotare un semplice esame medico e si sono sentiti dire che ci volevano mesi e mesi? Quanti per almeno una volta non hanno assistito al privilegio del più ricco o “dell’amico dell’amico”? Quanti si sono visti negare un lavoro perché figli di nessuno? Bisognerebbe partire da qui, per capire il disagio giovanile, che in verità non colpisce solo questa fascia della popolazione calabrese. Certo, problemi che non abbiamo solo da noi, ma che qui hanno e assumono un valore specifico ancora più pesante. I giovani calabresi assorbono questo disagio con la voglia di combattere e molti si trovano davanti un muro alto e difficile da valicare. Abbiamo le migliori colture e purtroppo non ne possiamo fare vanto,abbiamo le tradizioni più significative e purtroppo non possiamo far altro che tenerle vive nel ristretto numero della cerchia. Non è una visione pessimistica del giovane calabrese, perchè la gente della nostra terra ha sempre lottato,ma ora la maggior parte di questi sembra essere ferma, arresa a ciò che sembra essere la potenza del più quotato. Abbiamo una dignità perché abbiamo un’anima, ecco perché credo che nonostante le mille problematiche che ci circondano noi giovani calabresi  dobbiamo lottare, perché fuori dalla nostra terra abbiamo sempre dimostrato il nostro valore. Il disagio permane se chi ci vive non vuole far altro che cullarsi in questo status. Bisogna, quindi, badare bene a ciò che si fa e fare in modo che si evitino nuovi sprechi, perché si può migliorare di molto la nostra regione e le capacità intellettuali, fisiche e morali di certo non mancano.
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