Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow l'Opinione arrow L'aeroporto che non si vuole
Skip to content
L'aeroporto che non si vuole PDF Stampa E-mail
Scritto da A. Cavallaro   
sabato, 10 gennaio 2009 14:03

ImageL'amico Pasquale Cersosimo, recentemente, ha messo on-line su facebook un articolo di un certo Giuseppe Salvaggiulo da Catanzaro, che vi proponiamo in seguito dal titolo "Ultima Follia, un hub in Calabria". Sono tutti contro l'aeroporto di Sibari, da Crotone a Lamezia,  è ovvio e naturale. Perchè vogliono che dobbiamo tutti convergere necessariamente lì per prendere un aereo. La vogliamo fare un'analisi seria della situazione? O vogliamo solo dire c****te e berci le storielle che ci racconta questo Salvaggiulo e altri pennivendoli e politici che cercano di tirare l'acqua sempre verso il proprio mulino per gli interessi  bassi del campanile.

Ora si è svegliata anche la lega stronzobossista contro il progetto.  Se ci sono delle cattedrali da chiudere sono proprio quelle di Crotone e di Reggio in deficit da sempre.

I crotoniati possono raggiungere Lamezia in breve tempo, sono a soli 70 km, Reggio ha l'aeroporto di Catania a un tiro di schioppo, l'unica zona che veramente necessita di uno scalo é la provincia di Cosenza, che ricordo è più grande, come estensione territoriale, di tutta la Liguria. La Sibaritide al momento è l'unica area della provincia che ha presentato un progetto accettabile anche se passibile di modifiche.

Questi co****ni che parlano tanto a vanvera dimenticano che l'area della Sibaritide/Pollino insieme a  tutti i paesi della valle del Crati con Cosenza e Rende e le zone montane della Sila Greca, raggiungono circa il mezzo milione di abitanti e che questo territorio è il meglio organizzato della regione sotto il profilo turistico con quasi 7000 posti letto; poi c'è l'agricoltura che è ai massimi livelli regionali ed ha bisogno di uno scalo aereo per poter muovere facilmente le merci. Erano stati già presi contatti con l'aeroporto di Brescia, che, per chi non lo sa, è lo scalo aereo merci più importante d'Italia, accordi che prevedevano degli aerei cargo per la spedizione della nostra frutta e delle nostre verdure, tant'è che alcuni imprenditori  stavano pensando al noleggio di aeromobili per costituire una prima compagnia aerea locale.  Ma la verità è che noi siamo lontani da Catanzaro - intendo politicamente - e anche la politica calabrese è in mano a quattro cialtroni che se ci fate caso, negli ultimi 20 anni, sono sempre o di Reggio o di Catanzaro. Questa è la verità. 

Ritengo che se noi abitanti di questa zona della Calabria avessimo gli attributi, scenderemmo in piazza, come fanno al Nord, bloccheremmo strade e ferrovie e faremmo sentire che ci siamo e che abbiamo delle rivendicazioni forti, invece siamo degli asini passivi, prendiamo le legnate e ce le teniamo e gli altri sono legittimati a pensare che se non alziamo la voce vuol dire che siamo contenti. Per non parlare dei partiti che come al solito sono TUTTI, SENZA ESCLUSIONE ALCUNA, aggiogati agli interessi, prima di tutto delle Banche e delle aziende del Nord e poi alla delinquenza locale. Berlusconi ha tagliato i fondi per la SS106, avete notato se qualche parlamentare calabrese di destra ha alzato la voce?  Ma neanche  per sogno, a loro basta prendere i lauti  stipendi e appannaggi vari, non si sognerebbero neanche di fare un'offesa al grande Capo. Scusate per il linguaggio poco forbito ma sono proprio inc****to.

Addirittura molti nostri ragazzi si sono convinti dell'inutilità di un aeroporto dalle nostre parti facendo riferimento agli sprechi ed ai deficit accumulati da altre strutture aeroportuali, ma questo è un ragionamento assurdo, come dire: "visto che a me le arance fanno venire la diarrea è bene che non le mangi nessuno". Altri ancora dicono che la costruzione di queste strutture serve per finanziare il malaffare e la 'ndrangheta, quindi secondo costoro non si dovrebbe fare più nessuna opera pubblica in Calabria, ma queste stesse persone che lanciano questi messaggi cosa hanno fatto individualmente per migliorare l'ambiente in cui si vive? Hanno mai preso la cornetta del telefono per denunciare un abuso o un atto illegale? Queste semplici azioni aiutano a portare e diffondere i principi della legalità. Perciò a coloro che sentono ancora dentro la voglia di riscatto dico: siate orgogliosi e combattivi, non arrendetevi mai, vincere questa battaglia può significare l'affermazione di una volontà collettiva e il soddisfacimento di un bisogno che può essere un elemento determinante per il futuro del nostro territorio.

INVITO tutti i cittadini della nostra provincia, che hanno ancora uno sprazzo di dignità e non ci stanno ad essere sempre servi di una politica che viene decisa altrove, a partecipare sabato 17 gennaio alle ore 11°° presso l'Holiday Inn di Cosenza, ad un incontro per gettare le basi di un movimento autonomo che possa avere idee e progettualità svincolate da ogni servilismo partitico.

L'articolo del sig.Salvaggiulo.

Ultima follia: un hub in Calabria
La regione finanzia il quarto
aereoporto. L'assessore:
«Aprirà le vie dell'Oriente»
GIUSEPPE SALVAGGIULO
CATANZARO

«Un hub. Sì, ci serve proprio un hub». Nell’auto blu che sprofonda nel traffico impazzito di Catanzaro (vicoli intasati, zero parcheggi e la funicolare, unica alternativa, guasta da un mese), l’assessore regionale al Turismo Damiano Guagliardi guarda lontano. «Non possiamo limitarci all’utenza nazionale: dobbiamo aprire le vie dell’Oriente, i Balcani, il Mediterraneo. Portare charter dalla Russia e dall’America». Vasto programma. Di fronte alla crisi del trasporto aereo, la Calabria rilancia. Non paga di tre aeroporti nel raggio di 100 chilometri, due dei quali sommersi di debiti, ne costruisce un altro a Sibari, frazione di Cassano allo Ionio. Che l’assessore vuole di ambizioni gigantesche. Un hub, quel che neanche Malpensa è riuscita a diventare. «La risposta che tanti sibaritidi aspettavano è arrivata, l’hub si fa!», si esulta nei forum telematici.

Speranze e delusioni
«Sarà l’ennesimo fallimento. Fumo negli occhi: si dice alla gente che cambierà tutto, invece non cambia niente», sospira Eugenio Ripepe, che gestisce lo scalo di Lamezia Terme, l’unico in attivo nella regione. Quello di Reggio Calabria ha accumulato 12 milioni di euro di passivo in tre anni e l’ultimo bilancio è ora nelle mani della Finanza. Crotone è addirittura chiuso da tre mesi: nessuna compagnia ci vuole andare, nonostante 3 milioni di euro l’anno di incentivi pubblici. Ma che problema c’è: gli enti locali ripianano i debiti e la Regione continua a finanziare tutti, 135 milioni di euro solo quest’anno. Lamezia chiede una pista più lunga per i voli internazionali? Va bene, ma a patto che si faccia anche a Crotone, dove non atterrano nemmeno quelli nazionali.

«In Calabria gli aeroporti sono come gli ospedali - spiega Ripepe - ogni paese vuole il suo, il politico locale si fa bello con gli elettori, poi la Regione si fa carico dei problemi». Dunque anche la questione dell’aeroporto di Sibari è politica. Da vent’anni questa piana dorata di agrumeti che fu Magna Grecia si sente umiliata e reclama un aeroporto: possibile che solo la provincia di Cosenza non ne debba avere? Ora, finalmente, la battaglia pare vinta. La Regione ha già stanziato 6 milioni di euro per progetto ed esproprio dei suoli. Altri 28,5 milioni per realizzare l’opera arriveranno dai fondi europei. Per i costi di gestione si vedrà. «Del resto in Italia non sarebbe il primo né l’unico aeroporto in perdita», mette le mani avanti Gianluca Gallo, sindaco di Cassano allo Ionio.

Il punto è capire che tipo di aeroporto sarà. Bacino d’utenza 300-400 mila abitanti: le città principali della zona sono Rossano e Corigliano, non proprio metropoli. Il vecchio progetto prevede nella prima fase 50 mila passeggeri l’anno. Insomma poco più di uno scalo turistico e l’assessore Guagliardi, che sogna un hub, non ci sta: «È inadeguato, serve un altro progetto. C’è un hinterland di città tra le pendici di Sila e Pollino, l’intera popolazione vuole uno scalo internazionale». Il progettista Francesco Gatto assicura che «ci saranno voli di linea per Roma, Milano, Venezia, Torino, Bergamo e alcune capitali europee. Poi tutto dipenderà dalle compagnie». In ogni caso, Sibari si candida a una gestione in perdita (il business plan ipotizza generosamente il pareggio di bilancio dopo quattro anni). Pagherà in contribuente. Non solo.

Ha senso costruire un nuovo aeroporto a 110 chilometri di distanza da quello già boccheggiante di Crotone? Il sindaco di Cassano non ha dubbi: «È un’opera fondamentale per il nostro territorio». «Certo che no, è una follia, una scelleratezza - si agita Emilio De Masi, vicepresidente della Provincia di Crotone, azionista dello scalo concorrente - più che di nuovi aeroporti qui avremmo bisogno di una strada decente». In effetti, in auto da Sibari a Crotone occorrono due ore e mezzo attraversando sette paesi sulla famigerata statale 106, «la strada della morte». La linea ferroviaria che corre, si fa per dire, lungo il mar Ionio è a binario unico e non elettrificata.

«Di questo bisognerebbe occuparsi: a cosa e a chi realmente serve il quarto aeroporto in Calabria?», protesta Franco Falcone di Legambiente. Per non dire delle probabili mire della ‘ndrangheta, che da queste parti gestisce tutto: appalti, mercato del lavoro, villaggi turistici.

Soldi per tutti
In dieci anni, l’aeroporto di Crotone è servito soprattutto a trasportare gli onorevoli locali a Roma senza la fatica della Salerno-Reggio. Il volo per Bologna, invece, veniva giustificato con «lo scambio di esperienze sanitarie». Pietoso eufemismo per i viaggi della speranza dei malati calabresi negli ospedali emiliani. Poi, tre mesi fa, lo stop ai voli. Ma di chiudere non se ne parla. Anzi sono in corso lavori di ampliamento per 30 milioni di euro. «Come il costo di un chilometro di autostrada, soldi ben spesi», si difende l’amministratore delegato Romeo Fauci. E se Crotone non chiude, perché Sibari non dovrebbe aprire? È ciò che sostengono i molti e variopinti sponsor politici del nuovo scalo, da Forza Italia a Rifondazione passando per l’Italia dei Valori. La Camera di Commercio ha chiesto di partecipare all’impresa. «Molti privati sono interessati», assicura il sindaco. Luigi Incarnato, assessore regionale ai Lavori Pubblici, di hub non vuole sentir parlare («Improponibile») ma sull’utilità dell’aeroporto non ha esitazioni: «Nella zona di Sibari c’è una qualità climatica straordinaria, 28 gradi in autunno, mai freddo gelido. È la Miami d’Italia: niente artrosi, mal di testa, mal di denti. L’ideale per gli anziani. E poi il pianeta è pieno di calabresi, 22 milioni nel mondo...». Le ruspe si metteranno all’opera nei prossimi mesi. Tra un paio d’anni, sempre che si trovino le compagnie, i primi voli. Resta da vedere se sarà davvero un decollo, per la Calabria.

< Precedente   Prossimo >