Castrovillari, ricordo di P.F.Russo |
Scritto da administrator | |
lunedì, 01 dicembre 2008 09:06 | |
Il convegno è stato sobriamente condotto dal prof. Luigi Troccoli, che ha introdotto gli interventi di mons. Bertolone, del prof. Pietro De Leo (docente di storia presso l'unical), di mons. Francesco D'Elia (storico, biografo di p.Russo), della prof.ssa Maria Mariotti, del comm. A.Salerni (depositario unico di p.Russo) e del sindaco di Castrovillari prof. Franco Blaiotta.
Con voce rotta dalla commozione il prof. De Leo ha letto una nota di un'amico che ha conosciuto p.Russo durante quel periodo, parole che hanno reso benissimo la figura del religioso di profonda fede e di grande senso di altruismo.Subito dopo, in una sala adiacente i convenuti hanno potuto ammirare "de visu" molti degli oggetti e delle opere di P. Russo.
Ed ora di seguito la nota del nostro vescovo
In ricordo di padre Francesco Russo, nel centenario della nascita Nel centenario della nascita, la città natìa di Castrovillari e la Diocesi cassanese ricorderanno oggi, con una santa messa ed un convegno, il religioso e storico Francesco Russo, autore d’una rigogliosa produzione letteraria e storiografica sulle genti e le terre di Calabria.Nella ricostruzione della sua vita, il segno di Cristo. Francesco Russo nasce alle falde del Pollino il 26 febbraio del 1908. Nel 1922 si iscrive al collegio romano dei Missionari del Sacro Cuore, per compiere gli studi ginnasiali. Cinque anni più tardi, emette la professione religiosa, ed il 24 luglio del 1932 riceve l’ordinazione sacerdotale. Dopo alcuni ministeri parrocchiali e diversi incarichi spirituali per conto dell’Istituto di appartenenza, nel 1965 ritorna a Roma, dove si spegne nel 1991. Nel giorno del trapasso, viene ricordato con un santino commemorativo in cui risalta eloquente una frase, emblematica di una lunga esistenza spesa al servizio di Dio e del prossimo: «Signore, scrivi il suo nome nel Libro della vita». Parole poche ma significative, testimonianza di quell’alleanza d’amore che lo aveva sostenuto per oltre mezzo secolo di vita sacerdotale e nell’immane lavoro intellettuale. Padre Russo fu infatti, ad un tempo, umile soldato di Cristo, fine ricercatore e dotto storiografo. Già nel 1957, presentando la raccolta di “Scritti storici calabresi”, Ernesto Pontieri, rettore dell’università “Federico II” di Napoli, così ne descriveva la figura: «Erudizione sicura, perizia nell’indagine, vigile senso critico. Sacerdote pio e zelante, ha sentito con pari serietà l’attrattiva degli studi storici. Questo connubio tra ministero ecclesiastico e vocazione alla storia ha nel mondo cattolico una tradizione gloriosa, che in Italia s’ingemma del nome immortale di Ludovico Antonio Muratori». Del gesuita modenese, in effetti, il missionario castrovillarese possedeva il rigore filologico e la padronanza del metodo, ma pure la predilezione per un tipo di indagine storiografica severa, basata sull’uso rigoroso delle fonti e di precise tecniche etnografiche e paleografiche, secondo un modus agendi comune ai grandi storiografi italiani della seconda metà del Novecento, tra i quali Rosario Villari, Federico Chabod, Manlio Rossi-Doria. Altro elemento d’eccellenza è l’incredibile mole delle sue opere: ben cinquecentocinquanta i volumi dati alle stampe nell’arco d’un sessantennio. Nella sua lunga e feconda attività, padre Russo ha messo in mostra doti, affatto comuni, di intellettuale, di letterato, di innamorato della cultura, senza mai dimenticare le proprie radici, al punto da poter essere a ragione considerato figlio e studioso di quella Calabria quasi sempre posta al centro d’ogni scritto. Il suo primo lascito, dunque, è un atto di donazione di un immenso patrimonio culturale. Un secondo elemento che il suo messaggio ci consegna è l’infinito amore filiale per la Terra bruzia, considerata vigna da rendere ubertosa e della quale egli stesso si è sentito umile e laborioso lavoratore. C’è, infine, un terzo aspetto da cogliere: l’ansia di far conoscere e divulgare i tesori artistici e letterari e, soprattutto, spirituali della sua patria, attraverso i personaggi insigni della cristianità, in particolare Gioacchino da Fiore e san Francesco di Paola.Questo, e tanto altro ancora, è stato padre Francesco Russo: ricordarne l’esempio, vuol dire rendere il giusto tributo alla Grazia divina, che lo ispirò, ed alla Calabria, che gli diede i natali e può oggi orgogliosamente additarlo al mondo intero quale simbolo dell’autentica calabresità. + Vincenzo Bertolone
|
< Precedente | Prossimo > |
---|