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GESÙ: IL NOME CHE OBBLIGA A FERMARCI PDF Stampa E-mail
Scritto da Mons. Bertolone   
domenica, 21 settembre 2008 20:40
Il Cristo
Il Cristo di Beppe Virano
Ogni sei ore, sugli scaffali delle librerie del mondo, spunta un nuovo volume riservato alla Sua figura di Persona singolare e affasci­nante, magnanima e umile. Vicina al Dio santo ed all’uomo pecca­tore. Profeticamente indignata verso i prepotenti e gli ipocriti, premurosa verso gli oppressi, i malati, i semplici e i bambini. Aperta all’amicizia ed ai valori della vita, pronta ad accettare la solitudine e la morte.
Lui è Cristo, ed a Lui, venerdì e sabato prossimi, la Diocesi cassanese dedicherà un convegno per approfondire la conoscenza, storica e spirituale, di un uomo del quale gli stessi discepoli si chiedevano: «Chi è dunque costui?» (Mc 4, 41).
Oggi questa domanda non inquieta più solo, come in passato, una cerchia ristretta di studiosi, ma vola sulle ali del successo di libri e di film, spesso basati su trame e ricostruzioni infondate e fasulle, che raggiungono il grande pubblico e lo coinvolgono, contribuendo ad accrescere la confusione d’una società incerta e frammentata, che mentre vive il dramma del rifiuto di Cristo, avverte forte il bisogno di riscoprirne l’identità per dare esaustività alla propria esistenza perché, come osservava Paolo VI, «Gesù è il vertice e al vertice delle aspirazioni umane, è il termine di speranze e preghiere, è il punto focale dei desideri della storia e della civiltà».
Nulla è più importante, specie per i cristiani: ognuno ha bisogno di un centro della propria vita; di una sorgente di verità e bontà a cui attingere nella fatica della quotidianità; d’una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale. Illustri pensatori cresciuti alla scuola dei lumi, e tra questi Max Horkheimer e Theodor Adorno, con disarmante lealtà, hanno riconosciuto la sconfitta della ragione che si è proclamata autosufficiente e si è chiusa al mistero: «L’Illuminismo persegue da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la Terra interamente illuminata risplende all’insegna di una trionfale sventura». E Witgenstein: «Noi sentiamo che quando pure tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati». Anche Giuseppe Prezzolini, noto intellettuale laico, negli ultimi giorni di vita non esitò ad ammettere il proprio smarrimento: «Eccomi qui solo, disperato, senza appoggio, senza nessuna voce che mi risponda a queste domande: dove sono? Dove vado? Da dove vengo? Non so chi interrogare». E quasi afferrato da un sussulto e da un sospetto di speranza, aggiunse: «È mai possibile che la cara persona che lavora accanto a me e le immagini di coloro che ho incontrato non siano altro che accidenti meccanici d’un mondo che si svolge senza requie né scelte in un silenzio spirituale assoluto dove nulla conta, nulla vale, nulla ha senso?»
Ciò che conta, vale e dà senso ha un nome. È quello di  Cristo, il nuovo Adamo, che rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione. Dall'orizzonte infinito del suo amore, ricorda il Santo Padre, «Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un corpo e un cuore; così che possiamo contemplare e incontrare l'infinito nel finito, il Mistero invisibile e ineffabile nel cuore umano di Gesù. E questo centro della fede è anche la fonte della speranza nella quale siamo stati salvati».
Il mondo e la Chiesa, dunque, hanno bisogno di cristiani autentici, che sappiano essere testimoni di Gesù Risorto. Se veramente desideriamo «prendere il largo» (Lc 5,4) nelle acque agitate nel terzo millennio, non ci rimane allora che ripartire da Cristo, Via, Verità e Vita.
+ Vincenzo Bertolone - Gazzetta del Sud
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