Ero partito non mi viene più in mente Il nome del natio paese mio, Da dove ero fuggitivo, Con il lungo mio viaggio Che mi porto sul mare.
Ebbi fame per strada, Sete sulle piste del deserto, Dolori per le percosse subite Dai trafficanti di persone Che fuggivano dalle loro patrie. Sono stato in dormiveglia nottate intere Per paura dei ladri, Paura di non essere pronto A partire su un barcone Che non avrebbe retto il mare, Per paura del prossimo futuro Viaggio in mezzo alle acque oscure Sotto un cielo non stellato, senza luna.
Ora sono in mare, nelle acque fredde Aggrappato ad un legno che non ha anima Sento d’intorno grida di poveri compagni Non erano pronti come me A morire in questo immenso lago. Come me scivolati lentamente in mare.
Ho il fiato grosso, il respiro affannoso, Non vedo più la moglie che m’era vicina, Ho perso dalle braccia i miei due figli, Mi sono stati strappati dalle onde Portati a morire lontani dai miei occhi Che non hanno lagrime per il pianto della morte.
Tu immenso Dio che stai nei cieli guarda il mio corpo, Rubagli l’anima perché non soffra ancora Solo nel buio di questa notte nera.
Ti prego, anche la mia mente si rifiuta Di vivere ancora con il cuore vuoto d’amore Da poter offrire a chi mi amava.
Non voglio più il futuro per vivere La solitudine dalla mia famiglia Dai figli mia stirpe e consolazione Durante le gravi tribolazioni Nei giorni in cui ramingo mi facesti errante verso lidi a me da sempre ignoti e lontani.
Sciogli le mie braccia da questo legno Umido, freddo, senza vita Lascia che il corpo erri ancora con le onde. Che io anneghi e muoia in questa immensa bara Ove la carne della mia donna amata, Quella della mia discendenza Ha trovata pace dalla lunga marcia, Quella della fuga dai mali che la mia terra che amavo mi donava ogni giorno La fame di cibo, di libertà, di giustizia Che non mi saziavano il corpo L’anima, la mente che farneticava Pazza ogni giorno, ogni ora Per una speranza Morgana Sparita in quell’orizzonte sconfinato Di questo mare turbolento senza cuore Affamato di persone vive prive di sogni.
Michele Miani |