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Tristissimo Agosto tra amici e parenti perduti PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
giovedì, 25 agosto 2016 12:57
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1960 Luigi Gallo,tra me e Oscar Mazzullo
Questo mese di agosto del 2016, credo che difficilmente riuscirò a dimenticarlo. A pochi giorni di distanza l’uno dall’altro ben cinque eventi funesti mi hanno colpito dolorosamente, infatti la morte implacabile ha portato con sé alcuni compagni della mia adolescenza, della gioventù e anche della mia età adulta. Leone Sacco mio cugino carissimo, Pietro Di Benedetto, Luigi Gallo, Antonio Trinchi e per ultimo Salvatore Galizia, e mi auguro che questo tristissimo elenco non si debba ancor più infoltire.

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Leone Sacco
Leone era figlio di una sorella di mia madre, più grande di me di 10 anni, da bambino, quando andavamo a trovare la sua famiglia, in provincia di Catanzaro era per me il gigante forte e imbattibile, nei rari momenti liberi del suo lavoro mi metteva a cavalluccio sulle sue spalle e mi portava in giro per i folti castagneti della pre-sila catanzarese a cercare funghi, more e bacche selvatiche di cui era espertissimo, sempre allegro e disponibile.

Pietro Di Benedetto e Luigi Gallo sono stati miei compagni di scuola dalle elementari fino al ginnasio, poi, mentre Pietro continuava gli studi classici, Luigi ed io cambiammo indirizzo e passammo all’Istituto tecnico per geometri, dove ci diplomammo nello stesso anno. Antonio Trinchi, ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzare per la sua grande disponibilità e immensa bontà d’animo, a partire dal 1983 quando, dopo la mia lunga permanenza all’estero, tornai a Cassano. Salvatore Galizia non fu mio compagno di scuola, ma amico fidato e sincero con cui ho condiviso alcuni momenti della mia gioventù spensierata dai tempi della “littorina” che ci portava a Castrovillari, città nella quale facemmo insieme  le nostre prime esperienze sentimentali e di vita.

Tutte persone sulle quali potevi sempre contare, a prescindere dai ruoli più o meno importanti che potevano ricoprire, ci siamo persi di vista per lunghi periodi, ma ogni volta che ci si incontrava ripercorrevamo sempre gli anni delle nostre prime fatiche giovanili sui libri e dei nostri giochi.

Oggi è toccato a Salvatore: stamattina quando me l’hanno comunicato, non ho pensato subito a lui, il conoscente insisteva per farmi capire di chi si trattasse e quando alla fine, mi resi conto che si trattava proprio di lui sono stato afferrato da un groppo alla gola e da una tristezza infinita.

Caro Salvatore, caro Antonio, Caro Luigi, Caro Pietro, Caro Leone, se veramente aldilà della caducità di questo mondo esiste un posto dove ci si può rivedere, spero ardentemente, quando sarà il mio turno, di poter ricordare con voi i giorni, le ore, i momenti trascorsi insieme su questa terra.

Antonio Michele Cavallaro

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