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Vangelo di Domenica 31 Luglio PDF Stampa E-mail
Scritto da don M.Munno   
sabato, 30 luglio 2016 08:26
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,13-21.  - In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».  Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.  Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?  E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?  Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».

 

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - C
31 luglio 2016


C'è un sottile legame tra la pagina del Vangelo di questa XVIII domenica del tempo ordinario e quanto lo stesso evangelista Luca ci riferiva due domeniche fa raccontandoci l'ospitalità riservata a Gesù nella casa di Betania.
Il legame potremmo individuarlo nel tenore della richiesta presentata a Gesù prima da Marta («Dille dunque che mi aiuti») e oggi dal fratello anonimo, che potrebbe portare il nome di ciascuno di noi: «di’ a mio fratello che divida con me l’eredità».
Due richieste molto lontane da quelle consegnate da Gesù nella "preghiera" di domenica scorsa.
E se a Marta veniva ricordato che "una sola è la cosa di cui c'è bisogno", oggi Gesù, l'unico Maestro, ci aiuta a prendere le distanze da quel rapporto ossessivo e possessivo con i beni materiali, che spesso, anziché essere un mezzo da condividere per il bene di tutti, diventano il fine per cui vivere.

Già Qoelet, nella prima lettura, riflettendo sul senso dell'esistenza umana, ci ricorda che tutto è vanità, che non ha senso affannarsi per accumulare perché un giorno dovremo lasciare tutto, non porteremo nulla di materiale con noi!
A questo proposito a Papa Francesco piace ripetere spesso che "il sudario non ha tasche"!
Perciò «quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole?».

Nella risposta data da Gesù per dirimere la questione dell'eredità da dividere tra i due fratelli c'è un forte ammonimento per vivere ricercando l'essenziale per la nostra vita, quella parte migliore che non sarà mai tolta: «anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»!
Nella parabola esplicativa, poi, ciò è ancor più fortemente enfatizzato, in modo che risulti chiara la stoltezza di chi pensa di vivere per accumulare e per godere esclusivamente per sé ciò che ha accumulato.

Qual è allora la "vocazione" a cui siamo tutti chiamati circa l'uso dei beni temporali/materiali? La capacità di saperli considerare sempre e solo dei "mezzi" da utilizzare però per il bene di tutti.
Ma tale "relativizzazione" dei beni sarà pienamente possibile solo quando nel cuore ci sarà spazio autentico per Dio e per i fratelli, uno spazio che la preghiera aiuta ad individuare, a conservare, ad ampliare, a custodire!

Bello, perciò, l'invito dell'Apostolo Paolo a «cercare le cose di lassù», perché solo con lo sguardo rivolto al cielo e i piedi ben fermi sulla terra possiamo seriamente farci carico delle necessità dei fratelli per dividere e condividere con loro la nostra "eredità".

E se l'eredità di un cristiano, in definitiva, è Cristo stesso, allora oltre a preoccuparci per il benessere materiale di tutti dovremmo sentire anche l'urgenza che l'Amore che è Gesù raggiunga tutti, poiché solo il Suo Amore è la parte migliore che mai potrà esserci tolta.

Che attraverso la Parola di questa domenica possiamo sempre più imparare ad avere mani che sanno condividere e cuore leggero e libero, rivolto alle cose di lassù, a Gesù il Risorto, e capace di farsi carico delle necessità di tutti, poiché tutto il resto è «vanità»!

don Michele Munno

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