A Franco Fusca, amico e maestro |
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Scritto da A.M.Cavallaro
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martedì, 05 luglio 2016 18:46 |
Il 30 giugno ha cessato improvvisamente di vivere il caro amico Franco Fusca, non me la sono sentita di partecipare ai suoi funerali, non riuscivo ad accettare che non avrei potuto più incrociare il suo volto sempre pronto al sorriso e ascoltare le sue parole sempre colme di affetto sincero. Ci eravamo ripromessi che avremmo "fatto" qualcosa insieme, un mix di poesia e musica cantata, tra recitazione e improvvisazione, così per divertirci, magari insieme a qualche altro amico.
Il maledetto destino non ha voluto che potessimo realizzare il nostro progetto, ed ho voluto ricordarlo a me stesso, ai tanti amici (suoi e miei) che mi leggono e a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, recitando una sua poesia tratta da una raccolta dedicata alla pietà. Ciao Franco, sono sicuro che quando toccherà a me fare il gran viaggio, mi terrai un posticino accanto a te e chissà che non ci sarà concesso di realizzare il nostro duetto.
I VERSI DELLA PIETA'
Ho chiesto Pietà alla polvere Perché non s'adagiasse Sul ritratto di Mamma E di mio Padre; Ho chiesto Pietà alle mosche, Alle formiche e al vento, Perché non martoriassero Più di tanto L'aria e la dolce calce dei muri; Ho chiesto poi Pietà Agli austeri cipressi ed alle bacche, Perché non stormissero minacciosi, Ma solo vegliassero Amari e teneri come il Ricordo; Ho chiesto, infine, Pietà alla Morte, Ma non rispose Sebbene la sentissi ridacchiare…
Bisognava scriver gli epitaffi Prima a Mamma e poi a Papà… Chi mai li avrebbe scritti Se non il Poeta di casa Fusca? E li scrisse Ed ancora oggi, ahimè!, Suonano bene… Chi scriverà -mi chiedo- L'epitaffio al Poeta della Gioia, Le più belle parole dell'andata, Oltre l'ulivo bianco, oltre la neve? Per ascoltare la poesia cliccare quì
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