Vangelo di Domenica 26 Giugno |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
venerdì, 24 giugno 2016 06:56 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9,51-62. - Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo, egli si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014
“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
26 GIUGNO – 3 LUGLIO 2016
camminando insieme
Continuo a proporre in questa rubrica, nel contesto del Giubileo della Misericordia, il ciclo di catechesi del Santo Padre Francesco sulla Misericordia di Dio.
«“Signore, se vuoi, puoi purificarmi!” (Lc 5,12): è la richiesta che abbiamo sentito rivolgere a Gesù da un lebbroso. Quest’uomo non chiede solamente di essere guarito, ma di essere “purificato”, cioè risanato integralmente, nel corpo e nel cuore. Infatti, la lebbra era considerata una forma di maledizione di Dio, di impurità profonda. Il lebbroso doveva tenersi lontano da tutti; non poteva accedere al tempio e a nessun servizio divino. Lontano da Dio e lontano dagli uomini. Triste vita faceva questa gente! Nonostante ciò, quel lebbroso non si rassegna né alla malattia né alle disposizioni che fanno di lui un escluso. Per raggiungere Gesù, non temette di infrangere la legge ed entra in città – cosa che non doveva fare, gli era vietato -, e quando lo trovò «gli si gettò dinanzi, pregandolo: Signore, se vuoi, puoi purificarmi» (v. 12). Tutto ciò che quest’uomo considerato impuro fa e dice è l’espressione della sua fede! Riconosce la potenza di Gesù: è sicuro che abbia il potere di sanarlo e che tutto dipenda dalla sua volontà. Questa fede è la forza che gli ha permesso di rompere ogni convenzione e di cercare l’incontro con Gesù e, inginocchiandosi davanti a Lui, lo chiama “Signore”. La supplica del lebbroso mostra che quando ci presentiamo a Gesù non è necessario fare lunghi discorsi. Bastano poche parole, purché accompagnate dalla piena fiducia nella sua onnipotenza e nella sua bontà. Affidarci alla volontà di Dio significa infatti rimetterci alla sua infinita misericordia. (…). Gesù è profondamente colpito da quest’uomo. Il Vangelo di Marco sottolinea che «ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!» (1,41). Il gesto di Gesù accompagna le sue parole e ne rende più esplicito l’insegnamento. Contro le disposizioni della Legge di Mosè, che proibiva di avvicinarsi a un lebbroso (cfr Lv 13,45-46), Gesù stende la mano e persino lo tocca. Quante volte noi incontriamo un povero che ci viene incontro! Possiamo essere anche generosi, possiamo avere compassione, però di solito non lo tocchiamo. Gli offriamo la moneta, la buttiamo lì, ma evitiamo di toccare la mano. E dimentichiamo che quello è il corpo di Cristo! Gesù ci insegna a non avere timore di toccare il povero e l’escluso, perché Lui è in essi. Toccare il povero può purificarci dall’ipocrisia e renderci inquieti per la sua condizione. Toccare gli esclusi. Oggi mi accompagnano qui questi ragazzi. Tanti pensano di loro che sarebbe stato meglio che fossero rimasti nella loro terra, ma lì soffrivano tanto. Sono i nostri rifugiati, ma tanti li considerano esclusi. Per favore, sono i nostri fratelli! Il cristiano non esclude nessuno, dà posto a tutti, lascia venire tutti. Dopo aver guarito il lebbroso, Gesù gli comanda di non parlarne con nessuno, ma gli dice: «Va’ a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro» (v. 14). Questa disposizione di Gesù mostra almeno tre cose. La prima: la grazia che agisce in noi non ricerca il sensazionalismo. Di solito essa si muove con discrezione e senza clamore. Per medicare le nostre ferite e guidarci sulla via della santità essa lavora modellando pazientemente il nostro cuore sul Cuore del Signore, così da assumerne sempre più i pensieri e i sentimenti. La seconda: facendo verificare ufficialmente l’avvenuta guarigione ai sacerdoti e celebrando un sacrificio espiatorio, il lebbroso viene riammesso nella comunità dei credenti e nella vita sociale. Il suo reintegro completa la guarigione. Come aveva lui stesso supplicato, ora è completamente purificato! Infine, presentandosi ai sacerdoti il lebbroso rende loro testimonianza riguardo a Gesù e alla sua autorità messianica. La forza della compassione con cui Gesù ha guarito il lebbroso ha portato la fede di quest’uomo ad aprirsi alla missione. Era un escluso, adesso è uno di noi. Pensiamo a noi, alle nostre miserie… Ognuno ha le proprie. Pensiamo con sincerità. Quante volte le copriamo con la ipocrisia delle “buone maniere”. E proprio allora è necessario stare da soli, mettersi in ginocchio davanti a Dio e pregare: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi!». E fatelo, fatelo prima di andare a letto, tutte le sere. E adesso diciamo insieme questa bella preghiera: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi!”».
Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti! don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 26 Giugno 2016 XIII Domenica del Tempo Ordinario – C (1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62)
“Tu sei il Cristo” ... “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Queste parole, che abbiamo ascoltato nella pagina del Vangelo di domenica scorsa, sono strettamente legate a quanto ascoltiamo in questa XIII domenica del tempo ordinario: “Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. Nella preghiera eucaristica II c’è un avverbio che esprime bene il mistero dell’Amore del Signore Gesù per ciascuno di noi e che illumina e potrebbe aiutarci a comprendere anche il senso della “ferma decisione” di Gesù di mettersi in cammino verso Gerusalemme: “liberamente”! “Egli, offrendosi liberamente alla sua passione ...”! Dio in Gesù ci ha amati liberamente, fino a morire liberamente per Amore! Chi si mette alla scuola dell’Amore libero e liberante di Gesù diventa una persona realmente e radicalmente libera, capace di rendere la propria vita - nel dono della vita di Gesù - un autentico dono per gli altri. Gesù si propone, il Vangelo si propone, non lo si può imporre, non si impone! Gesù non ha bisogno di proseliti, ma di discepoli innamorati, che sappiano accoglierlo esercitando la propria libertà. Spesso anche noi, come Giacomo e Giovanni, come tanti altri cristiani prima di noi, corriamo il rischio di imporre il Vangelo – o una serie di “precetti” – e di condannare quanti non lo accolgono (perché forse non accolgono noi!): “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Per tutte le volte che pensiamo e agiamo in questo modo, sentiamoci rimproverati dallo sguardo di Gesù, che ci chiede – più che giudicare e condannare gli altri – di essere noi per primi suoi discepoli credibili, che attratti e sedotti da Lui sappiano attrarre a Lui e aiutare gli altri a lasciarsi sedurre da Gesù. Lo stile di vita comunitario è la cartina di tornasole, la prova del nove, della nostra capacità di seguire liberamente Gesù. Ci aiuta a prenderne consapevolezza, in questa domenica, il brano della lettera ai Galati, che ci viene proposta come seconda lettura. Quante volte ci capita di “mordere e divorarci a vicenda”! Tanto che la raccomandazione dell’Apostolo vale anche per noi: “Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri”! Come possiamo pensare di essere attratti e sedotti da Gesù se ci mordiamo e ci divoriamo! Come possiamo pensare di evangelizzare per “attrazione” se lo stile di vita comunitario, anziché avere il “profumo della comunione”, emana “aria consumata” di relazioni logorate dall’invidia, dal protagonismo, dalla maldicenza, dal pettegolezzo! Quanto bisogno abbiamo perciò di sentirci provocati, scossi, rimessi in piedi e in cammino da una parola evangelica esigente e radicale, capace di ridare bellezza alla nostra vita cristiana spesso grigia e spenta! Gesù, che liberamente, che con ferma decisione, cammina sulla via dell’Amore e del dono di sé, ripete a ciascuno di noi, con forza: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” ... “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio” ... “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”. La risposta, che ciascuno di noi è chiamato a dare alle parole provocatorie ed esigenti di Gesù, sia unanime, come quella che abbiamo ripetuto al Salmo di questa domenica: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene”! Amen.
AVVISI
- OGGI, DOMENICA 26 GIUGNO È LA GIORNATA PER LA CARITÀ DEL PAPA. PERTANTO, LE OFFERTE CHE SARANNO RACCOLTO DURANTE LE CELEBRAZIONI SARANNO INVIATE AL SANTO PADRE, CHE SE NE SERVIRÀ PER LE NECESSITÀ DEI PIÙ POVERI.
- DOMENICA 3 LUGLIO CELEBREREMO LA FESTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE. DA GIOVEDÌ A SABATO VIVREMO IL TRIDUO DI PREPARAZIONE, PERCIÒ, NEI GIORNI DEL TRIDUO, LA S. MESSA SARÀ CELEBRATA NELLA CHIESA S. EUSEBIO. DOMENICA 3 LUGLIO LA S. MESSA VESPERTINA SARÀ CELEBRATA ALLE ORE 19:30 E SEGUIRÀ LA PROCESSONE MARIANA AU FLAMBEAUX.
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