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Vangelo della SS. TRINITA' PDF Stampa E-mail
Scritto da don M.Munno   
giovedì, 19 maggio 2016 19:31
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 16,12-15. - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.  Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà».

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Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014

 

 “in-formati”

Foglio settimanale parrocchiale

di formazione e informazione

 

22 – 29 MAGGIO 2016

 

camminando insieme

 

 Continuo a proporre in questa rubrica, nel contesto del Giubileo della Misericordia, il ciclo di catechesi del Santo Padre Francesco sulla Misericordia di Dio.

 

« Desidero soffermarmi con voi oggi sulla parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro. La vita di queste due persone sembra scorrere su binari paralleli: le loro condizioni di vita sono opposte e del tutto non comunicanti. Il portone di casa del ricco è sempre chiuso al povero, che giace lì fuori, cercando di mangiare qualche avanzo della mensa del ricco. Questi indossa vesti di lusso, mentre Lazzaro è coperto di piaghe; il ricco ogni giorno banchetta lautamente, mentre Lazzaro muore di fame. Solo i cani si prendono cura di lui, e vengono a leccare le sue piaghe. Questa scena ricorda il duro rimprovero del Figlio dell’uomo nel giudizio finale: «Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero […] nudo e non mi avete vestito» (Mt 25,42-43). (…).

Gesù dice che un giorno quell’uomo ricco morì (…). E allora quell’uomo si rivolse ad Abramo supplicandolo con l’appellativo di “padre” (vv. 24.27). Rivendica perciò di essere suo figlio, appartenente al popolo di Dio. Eppure in vita non ha mostrato alcuna considerazione verso Dio, anzi ha fatto di sé stesso il centro di tutto, chiuso nel suo mondo di lusso e di spreco. Escludendo Lazzaro, non ha tenuto in alcun conto né il Signore, né la sua legge. Ignorare il povero è disprezzare Dio! Questo dobbiamo impararlo bene: ignorare il povero è disprezzare Dio. C’è un particolare nella parabola che va notato: il ricco non ha un nome, ma soltanto l’aggettivo: “il ricco”; mentre quello del povero è ripetuto cinque volte, e “Lazzaro” significa “Dio aiuta”. Lazzaro, che giace davanti alla porta, è un richiamo vivente al ricco per ricordarsi di Dio, ma il ricco non accoglie tale richiamo. Sarà condannato pertanto non per le sue ricchezze, ma per essere stato incapace di sentire compassione per Lazzaro e di soccorrerlo.

Nella seconda parte della parabola, ritroviamo Lazzaro e il ricco dopo la loro morte (vv. 22-31). Nell’al di là la situazione si è rovesciata: il povero Lazzaro è portato dagli angeli in cielo presso Abramo, il ricco invece precipita tra i tormenti. Allora il ricco «alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui». Egli sembra vedere Lazzaro per la prima volta, ma le sue parole lo tradiscono: «Padre Abramo – dice – abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma». Adesso il ricco riconosce Lazzaro e gli chiede aiuto, mentre in vita faceva finta di non vederlo. - Quante volte tanta gente fa finta di non vedere i poveri! Per loro i poveri non esistono - Prima gli negava pure gli avanzi della sua tavola, e ora vorrebbe che gli portasse da bere! Crede ancora di poter accampare diritti per la sua precedente condizione sociale. Dichiarando impossibile esaudire la sua richiesta, Abramo in persona offre la chiave di tutto il racconto: egli spiega che beni e mali sono stati distribuiti in modo da compensare l’ingiustizia terrena, e la porta che separava in vita il ricco dal povero, si è trasformata in «un grande abisso». Finché Lazzaro stava sotto casa sua, per il ricco c’era la possibilità di salvezza, spalancare la porta, aiutare Lazzaro, ma ora che entrambi sono morti, la situazione è diventata irreparabile. Dio non è mai chiamato direttamente in causa, ma la parabola mette chiaramente in guardia: la misericordia di Dio verso di noi è legata alla nostra misericordia verso il prossimo; quando manca questa, anche quella non trova spazio nel nostro cuore chiuso, non può entrare. Se io non spalanco la porta del mio cuore al povero, quella porta rimane chiusa. Anche per Dio. E questo è terribile.

A questo punto, il ricco pensa ai suoi fratelli, che rischiano di fare la stessa fine, e chiede che Lazzaro possa tornare nel mondo ad ammonirli. Ma Abramo replica: «Hanno Mosè e i profeti, ascoltino loro». Per convertirci, non dobbiamo aspettare eventi prodigiosi, ma aprire il cuore alla Parola di Dio, che ci chiama ad amare Dio e il prossimo. La Parola di Dio può far rivivere un cuore inaridito e guarirlo dalla sua cecità. Il ricco conosceva la Parola di Dio, ma non l’ha lasciata entrare nel cuore, non l’ha ascoltata, perciò è stato incapace di aprire gli occhi e di avere compassione del povero. Nessun messaggero e nessun messaggio potranno sostituire i poveri che incontriamo nel cammino, perché in essi ci viene incontro Gesù stesso: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40), dice Gesù. Così nel rovesciamento delle sorti che la parabola descrive è nascosto il mistero della nostra salvezza, in cui Cristo unisce la povertà alla misericordia. Cari fratelli e sorelle, ascoltando questo Vangelo, tutti noi, insieme ai poveri della terra, possiamo cantare con Maria: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,52-53)».

Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti!

                                                               don Michele

 

 

Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica

22 Maggio 2016

Santissima Trinità

(Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15)

 

Compiuto di Tempo di Pasqua con la domenica di Pentecoste, tempo durante il quale abbiamo contemplato le meraviglie che Dio ha fatto per noi, in questa prima domenica dopo la Pentecoste,  siamo invitati a contemplare il mistero stesso di Dio: Dio, nell’intimità del suo Essere, nel suo mistero inaccessibile, è esattamente come ce lo ha rivelato Gesù.

Ed è lo Spirito che Gesù ci ha donato, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, a renderci possibile l’accesso al mistero di Dio, perché la nostra vita ne diventi il riflesso.

Il teologo Karl Rahner, nel suo “assioma fondamentale” della teologia trinitaria, poteva perciò giustamente affermare che “la Trinità economica”, cioè Dio come ce lo ha rivelato il Signore Gesù nel mistero della sua vita/morte/resurrezione, “è la Trinità immanente”, cioè Dio com’è in sé stesso, nell’intimità del suo essere.

La liturgia di questa domenica non è, però, un invito a speculazioni astratte sul mistero intimo dell’Essere di Dio. Anche perché la nostra ragione umana non potrà mai afferrare completamente tale mistero, che sempre ci trascende, va oltre i limiti della nostra ragione.

È noto, a questo proposito, il racconto che Sant’Agostino fa del suo incontro sulla spiaggia con quel fanciullo che scavava una buca per potervi versare dentro tutta l’acqua del mare!  

La liturgia non ci chiede di “afferrare”, ma di “contemplare” il mistero di Dio perché ne possiamo essere “afferrati”, conquistati, travolti!

Non vanno forse in questa direzione le parole dell’Apostolo Paolo, che scrivendo alla comunità di Roma afferma: “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”?

Dio è Amore! Ce lo ha rivelato Gesù in ogni incontro che ha vissuto nella sua esistenza terrena. Dio è Amore che crea, che ri-crea, che perdona, che dona sempre oltre ogni possibilità e ogni logica umana. Dio è Misericordia!

Dio è Amore spinto oltre ogni limite, oltre il peccato, oltre la morte! Ce lo ha manifestato Gesù nel mistero della sua Pasqua di passione - morte - resurrezione!

Dio desidera farci entrare pienamente nel mistero del Suo Amore e ci ha donato e continuamente ci dona il Suo Spirito perché, ricordandoci continuamente ciò che Gesù ha detto e ha fatto, ci guidi alla pienezza del Suo mistero d’Amore, renda la nostra vita un riflesso del Suo stesso Amore: eternità!

Lasciarsi afferrare dal mistero di Dio, riversato nei nostri cuori, significa lasciarci conquistare dal mistero dell’Amore di Dio che è Comunione, Amore che unisce Persone differenti (il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo), ma senza cancellarne la differenza (il Padre è il Padre e non è il Figlio e non è lo Spirito Santo ...)!

Adorare l’Unico Dio in Tre Persone significa lasciarsi afferrare dal Suo mistero d’Amore che lo Spirito continua a riversare nei nostri cuori ed impegnarsi perché le nostre relazioni umane siano il riflesso e l’irradiazione dell’Amore di Dio che unisce, ma non confonde, che distingue, ma non separa ... che questo Amore ci spinga ad amare gli altri fino al dono totale di noi stessi, senza nulla pretendere dagli altri, ma rispettandone, valorizzandone, tutelandone le differenze, perché nella comunione delle differenze possiamo essere tutti irradiazione dell’Unità e dell’Amore di Dio! Amen.

 

AVVISI

 

- GIOVEDÌ 26 MAGGIO la S. Messa sarà anticipata alle ore 17:30, poiché alle ore 19:00, presso il Centro Polivalente di Villapiana Scalo, si terrà l’incontro sulle opere di misericordia (“visitare i carcerati”).

 

- VENERDÌ 27 MAGGIO avrà termine la catechesi dei fanciulli e dei ragazzi. La tradizionale “GIORNATA DELLA COMUNITÀ” del 2 giugno, per quest’anno, a causa di impegni diocesani concomitanti, SARÀ CELEBRATA DOMENICA 12 GIUGNO.

 

 - VENERDÌ 27 MAGGIO la S. Messa sarà celebrata in Contrada Pantano Rotondo.

 

- SABATO 28 e DOMENICA 29 MAGGIO saranno celebrate le PRIME COMUNIONI.

 

-  DOMENICA 29 MAGGIO NON SARÀ CELEBRATA IN PARROCCHIA LA S. MESSA DELLE ORE 18:30. ALLE ORE 18:00, PRESSO LA BASILICA CATTEDRALE, IL VESCOVO CELEBRERÀ LA S. MESSA A CUI FARÀ SEGUITO LA PROCESSIONE DIOCESANA DEL CORPUS DOMINI.

 

DOMENICA 22 MAGGIO bianco

 

Ë SANTISSIMA TRINITA’ - Solennità

Liturgia delle ore propria

Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15


O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Pasquale

 

Ore 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

Ore 12,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”:

SUPPLICA A SANTA RITA

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Anna

BENEDIZIONE DELLE ROSE

LUNEDI’ 23 MAGGIO verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

1Pt 1,3-9; Sal 110; Mc 10,17-27

Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza

 

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

 

 

MARTEDI’ 24 MAGGIO verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

1Pt 1,10-16; Sal 97; Mc 10,28-31

Il Signore ha rivelato la sua giustizia

 

 

Ore 18,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

 

MERCOLEDI’ 25 MAGGIO verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

1Pt 1,18-25; Sal 147; Mc 10,32-45

Celebra il Signore, Gerusalemme

 

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Giuseppe

 

GIOVEDI’ 26 MAGGIO bianco

 

Liturgia delle ore quarta settimana

S. Filippo Neri - memoria

1Pt 2,2-5.9-12; Sal 99; Mc 10,46-52

Presentatevi al Signore con esultanza

 

Ore 15,00 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 17,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

 

Ore 19,00 – Centro Polivalente – VILLAPIANA:

VISITARE I CARCERATI

 

VENERDI’ 27 MAGGIO verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

1Pt 4,7-13; Sal 95; Mc 11,11-25

Vieni, Signore, a giudicare la terra

 

 

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 18,30 – C.DA PANTANO ROTONDO:

S. MESSA

 

 

SABATO 28 MAGGIO verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

Gd 17.20-25; Sal 62; Mc 11,27-33

Ha sete di te, Signore, l’anima mia

 

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Emilia (trigesimo)

 

Ore 18,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

PRIME COMUNIONI Pro populo

 

 

DOMENICA 29 MAGGIO bianco

 

Ë CORPO E SANGUE DI CRISTO

Solennità - Liturgia delle ore propria

Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Giovanni, Rosa

 

Ore 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

PRIME COMUNIONI Pro populo

 

Ore 18,00 – BASILICA CATTEDRALE: S. MESSA E PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI

 

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