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Vangelo dell'Ascensione di Gesù PDF Stampa E-mail
Scritto da don M.Munno   
venerdì, 06 maggio 2016 07:38
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 24,46-53. - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014

 

 

 “in-formati”

Foglio settimanale parrocchiale

di formazione e informazione

 

8 – 15 MAGGIO 2016

 

camminando insieme

 

 Continuo a proporre in questa rubrica, nel contesto del Giubileo della Misericordia, il ciclo di catechesi del Santo Padre Francesco sulla Misericordia di Dio.

 

«Conosciamo tutti l’immagine del Buon Pastore che si carica sulle spalle la pecorella smarrita. Da sempre questa icona rappresenta la sollecitudine di Gesù verso i peccatori e la misericordia di Dio che non si rassegna a perdere alcuno. (…).

La nostra parabola si snoda intorno a tre personaggi: il pastore, la pecora smarrita e il resto del gregge. Chi agisce però è solo il pastore, non le pecore.

Il pastore quindi è l’unico vero protagonista e tutto dipende da lui. Una domanda introduce la parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?» (v. 4). Si tratta di un paradosso che induce a dubitare dell’agire del pastore: è saggio abbandonare le novantanove per una pecora sola? E per di più non al sicuro di un ovile ma nel deserto? Secondo la tradizione biblica il deserto è luogo di morte dove è difficile trovare cibo e acqua, senza riparo e in balia delle fiere e dei ladri. Cosa possono fare novantanove pecore indifese? Il paradosso comunque continua dicendo che il pastore, ritrovata la pecora, «se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: Rallegratevi con me» (v. 6). Sembra quindi che il pastore non torni nel deserto a recuperare tutto il gregge! Proteso verso quell’unica pecora sembra dimenticare le altre novantanove. Ma in realtà non è così. L’insegnamento che Gesù vuole darci è piuttosto che nessuna pecora può andare perduta. Il Signore non può rassegnarsi al fatto che anche una sola persona possa perdersi. L’agire di Dio è quello di chi va in cerca dei figli perduti per poi fare festa e gioire con tutti per il loro ritrovamento. Si tratta di un desiderio irrefrenabile: neppure novantanove pecore possono fermare il pastore e tenerlo chiuso nell’ovile. Lui potrebbe ragionare così: “Faccio il bilancio: ne ho novantanove, ne ho persa una, ma non è una grande perdita”. Lui invece va a cercare quella, perchè ognuna è molto importante per lui e quella è la più bisognosa, la più abbandonata, la più scartata; e lui va a cercarla. Siamo tutti avvisati: la misericordia verso i peccatori è lo stile con cui agisce Dio e a tale misericordia Egli è assolutamente fedele: nulla e nessuno potrà distoglierlo dalla sua volontà di salvezza. Dio non conosce la nostra attuale cultura dello scarto, in Dio questo non c’entra. Dio non scarta nessuna persona; Dio ama tutti, cerca tutti: uno per uno! Lui non conosce questa parola “scartare la gente”, perchè è tutto amore e tutta misericordia.

Il gregge del Signore è sempre in cammino: non possiede il Signore, non può illudersi di imprigionarlo nei nostri schemi e nelle nostre strategie. Il pastore sarà trovato là dove è la pecora perduta. Il Signore quindi va cercato là dove Lui vuole incontrarci, non dove noi pretendiamo di trovarlo! In nessun altro modo si potrà ricomporre il gregge se non seguendo la via tracciata dalla misericordia del pastore. Mentre ricerca la pecora perduta, egli provoca le novantanove perché partecipino alla riunificazione del gregge. Allora non solo la pecora portata sulle spalle, ma tutto il gregge seguirà il pastore fino alla sua casa per far festa con “amici e vicini”.

Dovremmo riflettere spesso su questa parabola, perché nella comunità cristiana c’è sempre qualcuno che manca e se ne è andato lasciando il posto vuoto. A volte questo è scoraggiante e ci porta a credere che sia una perdita inevitabile, una malattia senza rimedio. È allora che corriamo il pericolo di rinchiuderci dentro un ovile, dove non ci sarà l’odore delle pecore, ma puzza di chiuso! E i cristiani? Non dobbiamo essere chiusi, perché avremo la puzza delle cose chiuse. Mai! Bisogna uscire e non chiudersi in sé stessi, nelle piccole comunità, nella parrocchia, ritenendosi “i giusti”. Questo succede quando manca lo slancio missionario che ci porta ad incontrare gli altri. Nella visione di Gesù non ci sono pecore definitivamente perdute, ma solo pecore che vanno ritrovate. Questo dobbiamo capirlo bene: per Dio nessuno è definitivamente perduto. Mai! Fino all’ultimo momento, Dio ci cerca. (…). Nessuna distanza può tenere lontano il pastore; e nessun gregge può rinunciare a un fratello. Trovare chi si è perduto è la gioia del pastore e di Dio, ma è anche la gioia di tutto il gregge! Siamo tutti noi pecore ritrovate e raccolte dalla misericordia del Signore, chiamati a raccogliere insieme a Lui tutto il gregge!».

 

Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti!

                                                               don Michele

 

Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica

8 Maggio 2016

Ascensione del Signore

(At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53)

 

I due testi di san Luca, che ascoltiamo come prima lettura – tratta dagli Atti degli Apostoli – e come Vangelo di questa domenica, ci aiutano ad entrare nella profondità del mistero che celebriamo in questa festa dell’Ascensione.

In entrambi i testi l’evento del “distacco” di Gesù dai suoi discepoli è preceduto da una promessa che si sarebbe adempiuta da lì a pochi giorni. Lo stesso Evangelista Luca, infatti, nella pagina degli Atti Apostoli che ascolteremo domenica prossima, descriverà il compimento della promessa “mentre il giorno di Pentecoste stava per compiersi”.

Il “distacco” di Gesù dai suoi discepoli, perciò, non è “assenza”, non è una “privazione”! Il “distacco” di Gesù prepara ad accogliere il Dono dello Spirito, che “ricorderà” ai discepoli “tutto quello che Gesù ha detto” e li accompagnerà “alla pienezza della verità”.

Gesù non ci ha lasciati “orfani”, non ci ha esposti e non ci ha lasciati senza un difensore! Domenica prossima celebreremo il Dono dello Spirito che, sempre, ci difende e ci consola: Gesù ci ha con-solati con la sua presenza e, dopo essersi “distaccato” da questo mondo, ci ha promesso e donato l’Altro Con-solatore.

Nell’Ascensione di Gesù celebriamo la “promessa” che nella Pentecoste sarà “compiuta”.

L’Ascensione ci richiama alla memoria la “discesa” di Gesù, poiché Colui che “ascese” è lo stesso che prima “discese”, e ci spinge a vivere nell’attesa del suo ritorno: “Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.

La festa dell’Ascensione deve diventare per i discepoli di Gesù, per ciascuno di noi, la festa della “responsabilità credente”.

In questa prospettiva ci spingono le parole stesse di Gesù e quelle dei due uomini in bianche vesti rivolte ai discepoli.

Gesù afferma: “riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni” ... “Di questo voi siete testimoni”; mentre i due in bianche vesti chiedono: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?”.

Queste parole ci mettono in guardia da una tentazione che è sempre in agguato: ridurre l’esperienza di fede ad uno sguardo disincarnato, rivolto al cielo, ma disattento a ciò che avviene attorno a noi!

Mentre il nostro “cuore” dev’essere rivolto al cielo – come siamo invitati a fare in ogni Celebrazione Eucaristica, quando nel Prefazio, dopo aver affermato che “il Signore è con noi”, i nostri “cuori” sono invitati ad “elevarsi” ad “essere rivolti” al Signore – le nostre mani, i nostri piedi, il nostro essere discepoli di Gesù deve manifestarsi in impegno e testimonianza, in “responsabilità”, in “custodia” dei fratelli e del mondo!

Finché Gesù tornerà, la nostra “responsabilità di credenti” deve renderci, attraverso l’opera dello Spirito, il prolungamento “storico” di quel corpo di Gesù che è “asceso”.

L’autore della Lettera agli Ebrei, nella seconda lettura, ci invita a “mantenere senza vacillare la professione della nostra speranza”.

Se i nostri cuori saranno elevati e rivolti al Signore, se saranno uniti a Lui e tra di noi, allora tenteremo di dare risposte concrete e credibili alle tante domande, alle tante richieste di aiuto che ci vengono dai tanti fratelli e sorelle del nostro tempo, proprio come Gesù, che “passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui”.

Donaci, Signore, di avvertire la responsabilità di quanto hai messo nelle nostre mani ascendendo al cielo e di vivere nell’attesa del tuo ritorno rendendo il nostro “corpo” terreno il luogo in cui Tu, qui ed ora, continui a manifestarti e ad operare!

Amen.

 

 

 

AVVISI

 

- GIOVEDÌ 12 MAGGIO LA S. MESSA IN PARROCCHIA SARÀ ANTICIPATA ALLE ORE 17:00 poiché ALLE ORE 19:00, presso la Parrocchia “San Girolamo” a Castrovillari, si terrà L’INCONTRO SULLE OPERE DI MISERICORDIA (“VISITARE GLI INFERMI”).

 

-  L’ADORAZIONE COMUNITARIA SETTIMANALE è spostata, per questa settimana, al VENERDÌ.

 

-  SABATO 14 MAGGIO, alle ore 20,30, presso la BASILICA CATTEDRALE sarà celebrata la VEGLIA DI PENTECOSTE (Vicaria di Cassano all’Jonio).

 


 

DOMENICA 8 MAGGIO bianco

 

Ë ASCENSIONE DEL SIGNORE

Solennità - Liturgia delle ore propria

At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53

Ascende il Signore tra canti di gioia

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Elvira, Teresa, Aida

 

Ore 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Nicolina, Rina, Peppina

LUNEDI’ 9 MAGGIO bianco

 

Liturgia delle ore terza settimana

At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

Regni della terra, cantate a Dio

 

 

Ore 17,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Leonardo, Nicola, Ida

 

 

MARTEDI’ 10 MAGGIO rosso

 

Liturgia delle ore terza settimana

At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11a

Regni della terra, cantate a Dio

 

 

Ore 18,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Giuseppe, Nicola, AnnaMaria

MERCOLEDI’ 11 MAGGIO bianco

 

Liturgia delle ore terza settimana

At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

Regni della terra, cantate a Dio

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Felicetta, Giuseppe

GIOVEDI’ 12 MAGGIO bianco

 

Liturgia delle ore terza settimana

At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

Proteggimi, o Dio, in te mi rifugio

Ore 15,00 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 17,00 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Saverio, Luigi

Ore 19,00 – Chiesa “S. GIROLAMO” - CASTROVILLARI:

VISITARE GLI INFERMI

 

VENERDI’ 13 MAGGIO bianco

 

Liturgia delle ore terza settimana

B.V.Maria di Fatima – memoria fac.

At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli

 

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Maria (1° anniversario)

Ore 19,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”:

ADORAZIONE EUCARISTICA

 

SABATO 14 MAGGIO rosso

 

S. MATTIA – Festa

Liturgia delle ore propria

At 1,15-17.20-26; Sal 112; Gv 15,9-17

Il Signore lo ha fatto sedere tra i principi del suo popolo

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Pietro, Antonio

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

Ore 17,30 in poi – “S. Giuseppe”:

GIOVANISSIMI E GIOVANI

 

Ore 20,30 – “BASILICA CATTEDRALE”:

VEGLIA DI PENTECOSTE

 

 

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