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Vangelo V Domenica di Pasqua PDF Stampa E-mail
Scritto da don M.Munno   
sabato, 23 aprile 2016 07:35
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35.  - Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

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Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014

 

 “in-formati”

Foglio settimanale parrocchiale

di formazione e informazione

 

24 APRILE – 1° MAGGIO 2016

 

camminando insieme

 

 Continuo a proporre in questa rubrica, nel contesto del Giubileo della Misericordia, il ciclo di catechesi del Santo Padre Francesco sulla Misericordia di Dio.

 

«Simone aveva voluto invitare Gesù a casa sua perché aveva sentito parlare bene di Lui come di un grande profeta. E mentre si trovano seduti a pranzo, entra una donna conosciuta da tutti in città come una peccatrice. Questa, senza dire una parola, si mette ai piedi di Gesù e scoppia in pianto; le sue lacrime bagnano i piedi di Gesù e lei li asciuga con i suoi capelli, poi li bacia e li unge con un olio profumato che ha portato con sé.

Risalta il confronto tra le due figure: quella di Simone, lo zelante servitore della legge, e quella dell’anonima donna peccatrice. Mentre il primo giudica gli altri in base alle apparenze, la seconda con i suoi gesti esprime con sincerità il suo cuore. Simone, pur avendo invitato Gesù, non vuole compromettersi né coinvolgere la sua vita con il Maestro; la donna, al contrario, si affida pienamente a Lui con amore e con venerazione.

Il fariseo non concepisce che Gesù si lasci “contaminare” dai peccatori. Egli pensa che se fosse realmente un profeta dovrebbe riconoscerli e tenerli lontani per non esserne macchiato, come se fossero lebbrosi. Questo atteggiamento è tipico di un certo modo di intendere la religione, ed è motivato dal fatto che Dio e il peccato si oppongono radicalmente. Ma la Parola di Dio ci insegna a distinguere tra il peccato e il peccatore: con il peccato non bisogna scendere a compromessi, mentre i peccatori – cioè tutti noi! – siamo come dei malati, che vanno curati, e per curarli bisogna che il medico li avvicini, li visiti, li tocchi. E naturalmente il malato, per essere guarito, deve riconoscere di avere bisogno del medico!

Tra il fariseo e la donna peccatrice, Gesù si schiera con quest’ultima. Gesù, libero da pregiudizi che impediscono alla misericordia di esprimersi, la lascia fare. Lui, il Santo di Dio, si lascia toccare da lei senza temere di esserne contaminato. Gesù è libero, perché vicino a Dio che è Padre misericordioso. E questa vicinanza a Dio, Padre misericordioso, dà a Gesù la libertà. Anzi, entrando in relazione con la peccatrice, Gesù pone fine a quella condizione di isolamento a cui il giudizio impietoso del fariseo e dei suoi concittadini - i quali la sfruttavano - la condannava: «I tuoi peccati sono perdonati» (v. 48). La donna ora può dunque andare “in pace”. Il Signore ha visto la sincerità della sua fede e della sua conversione; perciò davanti a tutti proclama: «La tua fede ti ha salvata» (v. 50). Da una parte quell’ipocrisia del dottore della legge, dall’altra parte la sincerità, l’umiltà e la fede della donna. Tutti noi siamo peccatori, ma tante volte cadiamo nella tentazione dell’ipocrisia, di crederci migliori degli altri e diciamo: “Guarda il tuo peccato…”. Tutti noi dobbiamo invece guardare il nostro peccato, le nostre cadute, i nostri sbagli e guardare al Signore. Questa è la linea di salvezza: il rapporto tra “io” peccatore e il Signore. Se io mi sento giusto, questo rapporto di salvezza non si dà.

A questo punto, uno stupore ancora più grande assale tutti i commensali: «Chi è costui che perdona anche i peccati?» (v. 49). Gesù non dà una esplicita risposta, ma la conversione della peccatrice è davanti agli occhi di tutti e dimostra che in Lui risplende la potenza della misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori.

La donna peccatrice ci insegna il legame tra fede, amore e riconoscenza. Le sono stati perdonati «molti peccati» e per questo ama molto; «invece colui al quale si perdona poco, ama poco» (v. 47). Anche lo stesso Simone deve ammettere che ama di più colui al quale è stato condonato di più. Dio ha racchiuso tutti nello stesso mistero di misericordia; e da questo amore, che sempre ci precede, tutti noi impariamo ad amare. Come ricorda san Paolo: «In Cristo, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi» (Ef 1,7-8). In questo testo, il termine “grazia” è praticamente sinonimo di misericordia, e viene detta “abbondante”, cioè oltre ogni nostra attesa, perché attua il progetto salvifico di Dio per ognuno di noi.

Cari fratelli, siamo riconoscenti del dono della fede, ringraziamo il Signore per il suo amore così grande e immeritato! Lasciamo che l’amore di Cristo si riversi in noi: a questo amore il discepolo attinge e su di esso si fonda; di questo amore ognuno si può nutrire e alimentare. Così, nell’amore riconoscente che riversiamo a nostra volta sui nostri fratelli, nelle nostre case, in famiglia, nella società si comunica a tutti la misericordia del Signore».

 

Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti!

                                                               don Michele

 

 

Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica

24 Aprile 2016

V Domenica di Pasqua

(At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34- 35)

 

In questa V domenica di Pasqua – di questo tempo nel quale la Liturgia della Chiesa ci aiuta a riflettere sulle “conseguenze” della Resurrezione e ci invita a deciderci per “vivere da risorti” – la pagina del Vangelo ci riporta nel Cenacolo, per ascoltare ancora una volta le parole – il testamento! – che Gesù consegna ai suoi discepoli di ogni luogo e di ogni tempo, dopo aver compiuto il gesto rivoluzionario della “lavanda dei piedi”.

 

Il testo che ascoltiamo inizia con un’annotazione forte: “Quando Giuda fu uscito dal cenacolo”.

Il riferimento a Giuda che “esce” non è una semplice “annotazione cronologica” dell’Evangelista Giovanni rispetto alle parole che Gesù dirà “dopo”. Tutt’altro!

Il riferimento a Giuda che esce è il “luogo teologico” per comprendere il paradosso delle parole che Gesù ci consegna. Un “luogo teologico” che non possiamo sottovalutare senza correre il rischio di sminuire la portata delle parole del Signore e di trasformarle in “canzonette” che possono forse suscitare “emozioni momentanee”, ma che non ci toccano nel profondo, non innescano in noi cammini di revisione di vita e di conversione autentica!

 

Proprio quando Giuda esce, cioè quando l’Amore viene irrimediabilmente tradito, Gesù consegna la “novità” del suo Amore, che rimane fedele nonostante le mancate accoglienze, nonostante i tradimenti!

 

A noi, che ci diciamo “suoi discepoli”, Gesù continua a consegnare proprio questo comandamento: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”.

 

La “novità” ha una duplice portata. Il comandamento è “nuovo” perché il modello del nostro amore dev’essere Gesù.

Egli, infatti, ci chiede di amarci reciprocamente “come” Egli stesso ci ha amati per primo.

Ma è “nuovo” perché Gesù non solo ne è il “modello”, ma anche la “causa”. Quel “come”, infatti, significa anche “perché, poiché”!

È Lui che, amandoci radicalmente, ci rende capaci di amare radicalmente. È Lui che amandoci nonostante le nostre miserie, le nostre infedeltà, i nostri tradimenti, ci rende capaci di amare i nostri fratelli e le nostre sorelle andando oltre le miserie, oltre le infedeltà, oltre i tradimenti!

 

Solo un amore così ci rende “credibilmente” discepoli di Gesù. Il resto, se non è supportato e sopportato da un amore “come” quello di Gesù, si riduce a slogan, a belle e spumose parole, che lasciano il tempo che trovano.

 

“Le molte tribolazioni attraverso cui occorre passare” e di cui parlano Paolo e Barnaba nella pagina degli Atti degli Apostoli non sono forse il riferimento al comandamento nuovo consegnato da Gesù?

Solo il Suo Amore, infatti, incarnato nelle nostre vicende di uomini e di donne impegnati seriamente a segurLo, può aprire anche “ai pagani” del nostro tempo “le porte della fede”, poiché la fede non è un insieme di nozioni astratte a cui bisogna intellettualmente aderire, ma l’incontro con il Signore Gesù, che continua ad essere presente e ad amare gli uomini e le donne di oggi attraverso i suoi discepoli – attraverso di “noi”, nella misura in cui ci impegnano ad amare “come” Lui ha fatto e ha insegnato a fare.

 

Il Suo Amore fa nuove tutte le cose! Amen.

 

 

AVVISI

 

- Quest’anno, per la Benedizione Pasquale delle Famiglie, coloro che desiderano ricevere la visita del Parroco e la benedizione possono SEGNALARLO alle signore: ROSA SANGINETO (in LOPEZ), GINA MAIMONE e CATERINA LA CAMERA. PER TUTTI I VENERDÌ DEL TEMPO DI PASQUA il Parroco si recherà dalle Famiglie CHE HANNO FATTO LA SEGNALAZIONE. Nel MESE DI MAGGIO, come lo scorso anno, sarà poi celebrata la S. Messa nelle zone della Parrocchia.

 


 

DOMENICA 24 APRILE bianco

 

V DOMENICA DI PASQUA

Liturgia delle ore prima settimana

At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34- 35

Benedirò il tuo nome per sempre, Signore

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Francesco, Rosa

 

Ore 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Marianna

LUNEDI’ 25 APRILE rosso

 

S. MARCO EVANGELISTA

Festa – Liturgia delle ore propria

1Pt 5,5b-14; Sal 88; Mc 16,15-20

Canterò in eterno l'amore del Signore

 

 

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Giuseppe

 

Ore 15,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”:

MATRIMONIO E BATTESIMO

 

Ore 16,00 – BASILICA CATTEDRALE:

GIUBILEO DEI CRESIMANDI E DEI MINISTRANTI

MARTEDI’ 26 APRILE bianco

 

Liturgia delle ore prima settimana

At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a

I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno

 

 

Ore 18,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Giacinto

MERCOLEDI’ 27 APRILE bianco

 

Liturgia delle ore prima settimana

At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8

Andremo con gioia alla casa del Signore

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Francesco

GIOVEDI’ 28 APRILE bianco

 

Liturgia delle ore prima settimana

At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11

Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore

Ore 15,00 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 18,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Rosanna, Salvatore

Ore 19,00 – Chiesa “S. Giuseppe”:

ADORAZIONE EUCARISTICA

 

VENERDI’ 29 APRILE bianco

 

S. CATERINA DA SIENA

PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA

Festa – Liturgia delle ore propria

1Gv 1,5 - 2,2; Sal 102; Mt 11,25-30

Benedici il Signore, anima mia

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Giuseppe, Concetta

 

SABATO 30 APRILE bianco

 

Liturgia delle ore prima settimana

At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21

Acclamate il Signore, voi tutti della terra

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Dino

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

Ore 17,30 in poi – “S. Giuseppe”:

GIOVANISSIMI E GIOVANI

 

DOMENICA 1 MAGGIO bianco

 

VI DOMENICA DI PASQUA

Liturgia delle ore seconda settimana

At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29

Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Luigi, Silvio, Battista

 

Ore 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Francesco (1° anniversario)

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