Quer pasticciaccio brutto der Gianicolo |
Scritto da M.Silenzi Viselli | |
giovedì, 25 febbraio 2016 17:36 | |
Cari lettori: Giubilei. Uno in corso. Precedente del 2000: il Sindaco di Roma, Rutelli, decide la realizzazione del cosiddetto Sottopasso del Gianicolo. Il progetto è una T con la stanghetta lunga che passa sotto, raddoppiandolo, al traforo del Gianicolo (Principe Amedeo di Savoia), e la corta che sottopassa, raddoppiando anch'esso, il Lungotevere davanti all'Ospedale di Santo Spirito. Una normale Grande Opera. Ma, c'è un ma.
Poco prima dell'ingresso nel sottotunnel, in corrispondenza di Piazza della Rovere, è prevista una strana rampa elicoidale (poi detta Rampa del Gianicolo) che, ufficialmente, avrebbe dovuto collegare l'ingresso dei Pullman turistici a Roma provenienti dall'Aurelia, con un parcheggio vaticano (poi dimostratosi chiaramente inutile). Rutelli dichiara: "Silenzi sbaglia (sic), si tratta di alcuni pezzi di muretti fradici di nessuna importanza". Non solo, ma sposta il tiro, facendo credere che veniva messa in forse l'intera opera del sottopasso, e non soltanto l'inutile rampa elicoidale. Alle tredici e trenta, durante la chiusura del cantiere, irrompo, protetto da un Consigliere Comunale*, con le telecamere del TG3. Vengono ripresi numerosi canestri occultati e diretti alle discariche, contenenti pezzi di affreschi policromi sbriciolati dalle ruspe. Iniziò così un lunga battaglia che occupò le prime pagine dei giornali nazionali per molte settimane. Rutelli, in grande spolvero politico (si prevedeva una sua candidatura a Premier, poi scongiurata, grazie al cielo) riuscì a portare la questione davanti al Consiglio dei Ministri (Premier D'Alema, nell'occasione "fuggito" a New York, in quanto allertato sullo scempio dal mio amico Marco Pannella), che emise, contraria solo la Melandri (allora Ministro dei Beni Culturali), un decreto ad hoc per l'avanzamento ed il completamento di uno dei più grandi scempi archeologici della storia. A nessuno venne in mente l'assurdità di mettere in dubbio una mia qualunque affermazione storica. L'albergo si è fatto, e, dopo che tutti (accademici e Soprintendenza in testa) avevano negato (sic) la mia lettura culturale, indovinate un po' come è stato battezzato? " Gran Melià VILLA AGRIPPINA". Oltre al danno anche la beffa. Non solo, ma con i scarsi reperti scampati alla devastazione, la Soprintendenza si è poi anche pavoneggiata allestendo una mostra sulla "Domus di Agrippina". I Visigoti, con in testa Alarico, anche se si è trattato sempre di "bottino", furono più clementi. Grazie Rutelli, grazie accademici, grazie Soprintendenza. Aggiungo, per dovere di cronaca, che il sottoscritto, sempre apartitico, e sempre aiutato, anche se eccezionalmente, da trasversali esponenti, dall'estrema sinistra (Capogruppo di Rifondazione Comunista Patrizia Sentinelli), all'estremo centro (lo squisito amico, ingiustamente accusato, Giulio Andreotti), fu sostenuto allora, oltre che da Italia Nostra, anche dall'estrema destra: nella fattispecie il Consigliere di AN sopraccennato, l'ottimo ragazzo (ragazzo allora) *Fabio Sabbatani Schiuma (oggi "Riva Destra"). Notizie attuali: Rutelli, Franceschini e Renzi hanno dato vita ai Caschi Blu in difesa dei beni archeologici. E Papasso, ex Sindaco di Cassano, ha dato vita alla lista a suo sostegno: "Progetto Sibari". Non solo, ma Bertolaso che allora, in combutta con Rutelli, Balducci e Sepe, dichiarò falsamente che la collina del Gianicolo da sbancare per realizzare l'inutile parcheggio dei Pullman (contenente sepolture paleocristiane) era territorio vaticano (per evitare ficcanasi sulle vestigia che dovessero emergere), si candida oggi a Sindaco di Roma. Se non fossero news tragiche, ci sarebbe da pisciarsi sotto dal ridere. Se v'interessa, gentili lettori, c'è un altro episodio (stessi protagonisti), sempre legato a quel Giubileo, che potrei raccontarvi la prossima volta. Se v'interessa. Maurizio Silenzi Viselli
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