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Vangelo di Domenica 7 Febbraio PDF Stampa E-mail
Scritto da don M. Munno   
venerdì, 05 febbraio 2016 17:00
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 5,1-11. - In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».

Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

 

ImageViale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014

 “in-formati”

Foglio settimanale parrocchiale

di formazione e informazione

 

7 – 14 febbraio 2016

 

 

camminando insieme

 

Continuo a proporre in questa rubrica, nel contesto del Giubileo della Misericordia, il ciclo di catechesi del Santo Padre Francesco sulla Misericordia di Dio.

 

«La Sacra Scrittura ci presenta Dio come misericordia infinita, ma anche come giustizia perfetta. Come conciliare le due cose? Come si articola la realtà della misericordia con le esigenze della giustizia? Potrebbe sembrare che siano due realtà che si contraddicono; in realtà non è così, perché è proprio la misericordia di Dio che porta a compimento la vera giustizia. Ma di quale giustizia si tratta?

Se pensiamo all’amministrazione legale della giustizia, vediamo che chi si ritiene vittima di un sopruso si rivolge al giudice in tribunale e chiede che venga fatta giustizia. Si tratta di una giustizia retributiva, che infligge una pena al colpevole, secondo il principio che a ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto. Come recita il libro dei Proverbi: «Chi pratica la giustizia è destinato alla vita, ma chi persegue il male è destinato alla morte» (11,19). Anche Gesù ne parla nella parabola della vedova che andava ripetutamente dal giudice e gli chiedeva: «Fammi giustizia contro il mio avversario» (Lc 18,3).

Questa strada però non porta ancora alla vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo argina. È invece solo rispondendo ad esso con il bene che il male può essere veramente vinto.

Ecco allora un altro modo di fare giustizia che la Bibbia ci presenta come strada maestra da percorrere. Si tratta di un procedimento che evita il ricorso al tribunale e prevede che la vittima si rivolga direttamente al colpevole per invitarlo alla conversione, aiutandolo a capire che sta facendo il male, appellandosi alla sua coscienza. In questo modo, finalmente ravveduto e riconoscendo il proprio torto, egli può aprirsi al perdono che la parte lesa gli sta offrendo. E questo è bello: a seguito della persuasione di ciò che è male, il cuore si apre al perdono, che gli viene offerto. È questo il modo di risolvere i contrasti all’interno delle famiglie, nelle relazioni tra sposi o tra genitori e figli, dove l’offeso ama il colpevole e desidera salvare la relazione che lo lega all’altro. Non tagliare quella relazione, quel rapporto.

Certo, questo è un cammino difficile. Richiede che chi ha subìto il torto sia pronto a perdonare e desideri la salvezza e il bene di chi lo ha offeso. Ma solo così la giustizia può trionfare, perché, se il colpevole riconosce il male fatto e smette di farlo, ecco che il male non c’è più, e colui che era ingiusto diventa giusto, perché perdonato e aiutato a ritrovare la via del bene. E qui c’entra proprio il perdono, la misericordia.

È così che Dio agisce nei confronti di noi peccatori. Il Signore continuamente ci offre il suo perdono e ci aiuta ad accoglierlo e a prendere coscienza del nostro male per potercene liberare. Perché Dio non vuole la nostra condanna, ma la nostra salvezza. Dio non vuole la condanna di nessuno! (…). Ecco cosa il Signore dice attraverso il profeta Ezechiele: «Forse che io ho piacere della morte del malvagio […] o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?» (18,23; cfr 33,11), quello che piace a Dio!

E questo è il cuore di Dio, un cuore di Padre che ama e vuole che i suoi figli vivano nel bene e nella giustizia, e perciò vivano in pienezza e siano felici. Un cuore di Padre che va al di là del nostro piccolo concetto di giustizia per aprirci agli orizzonti sconfinati della sua misericordia. Un cuore di Padre che non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe, come dice il Salmo (103,9-10). E precisamente è un cuore di padre che noi vogliamo incontrare quando andiamo nel confessionale. Forse ci dirà qualcosa per farci capire meglio il male, ma nel confessionale tutti andiamo a trovare un padre che ci aiuti a cambiare vita; un padre che ci dia la forza di andare avanti; un padre che ci perdoni in nome di Dio. E per questo essere confessori è una responsabilità tanto grande, perché quel figlio, quella figlia che viene da te cerca soltanto di trovare un padre. E tu, prete, che sei lì nel confessionale, tu stai lì al posto del Padre che fa giustizia con la sua misericordia» (Papa Francesco).

 

Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti!

                                                               don Michele

 

 

Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica

7 Febbraio 2016

V Domenica del Tempo Ordinario – C

(Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11)

 

C’è un sottile e profondo legame tra le tre letture che ci vengono proposte in questa V Domenica del Tempo Ordinario; un legame che fa emergere una caratteristica essenziale di ogni autentica esperienza di fede.

Si tratta esattamente della caratteristica che mancava agli abitanti di Nazaret che, nella sinagoga, quel sabato, ascoltavano da Gesù la lettura del rotolo del profeta Isaia, una lettura che, nell’oggi di quel sabato,  diventava opportunità di salvezza.

Essi, infatti, come abbiamo ascoltato dal Vangelo di domenica scorsa, riducono la carica profetica delle parole di Gesù accecati dagli interessi che avrebbero potuto rivendicare dal “figlio di Giuseppe” che,  come il medico invitato a curare sé stesso, si sarebbe dovuto preoccupare prima dei suoi, elargendo miracoli e segni anche e soprattutto a Narazet, come già aveva fatto a Cafarnao.

È il rischio di sempre: ridurre l’esperienza di fede ad una religiosità annacquata, caratterizzata da una logica “commerciale”.

Ma è anche il rischio che potrebbe, ad esempio, inquinare – e di fatto inquina! – la politica, quando ai politici, anziché la cura del bene comune, si chiede di curare gli interessi di parte, gli interessi degli “amici” ... e così favoritismi, clientelismi, tangenti, corruzione inquinano e sporcano quella forma alta di carità che dovrebbe essere la politica!

Per non parlare, poi, di quando una logica del genere si insinua anche nella Chiesa e nei suoi pastori!

La risposta di Gesù che rimandava alla vedova di Sarepta di Sidone e a Naamàn il Siro scandalizzò i suoi concittadini e avrebbe dovuto scandalizzare anche noi se,  anziché rimetterci in cammino dietro di Lui, ci siamo arrestati sul “dirupo” di una religiosità annacquata, interessata, triste e ripiegata su noi stessi e sul nostro tornaconto!

Quale caratteristica mancava agli abitanti di Nazaret e quale caratteristica potrebbe mancare anche a noi? La risposta chiara ci viene dalla Parola di questa domenica e dall’esempio di tre testimoni della fede che nelle letture ci vengono presentati: Isaia, Paolo, Simon Pietro. Di fronte al mistero di Dio, di fronte a Gesù che si fa presente, che si manifesta nella nostra vita, la prima autentica risposta di fede è la consapevolezza della propria miseria!

Isaia afferma: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono”! Paolo: “Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio”. Simon Pietro: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”!

C’è uno scarto abissale tra l’atteggiamento degli abitanti di Nazaret e quello di questi tre testimoni, a cui noi dobbiamo assomigliare!

Oggi, con grande umiltà, consapevoli delle nostre miserie, riconosciamo e confessiamo davanti alla santità di Dio, che si è definitivamente rivelata in Gesù, il Signore, che siamo peccatori! Questo potrà essere un nuovo inizio, perché proprio nello scarto che c’è tra la nostra miseria e l’Amore Misericordioso di Dio possiamo avvertire la sua voce che ci ricostituisce, che ridona integrità alla nostra vita, e ci manda ad essere testimoni, apostoli della sua Misericordia!

Nella coscienza della nostra miseria e nell’esperienza della Sua Misericordia, potremo rispondere anche noi, come Isaia: “Eccomi, manda me”! Potremo essere infaticabili, come Paolo, sempre consapevoli della nostra miseria: “non io però, ma la grazia di Dio che è con me”! Potremo avvertire la corresponsabilità di metterci in gioco perché i nostri fratelli e le nostre sorelle siano salvati dalle acque della morte, ed essere come Simon Pietro e gli altri discepoli “pescatori di uomini”!

Signore, tante volte anche noi fatichiamo “tutta la notte”, senza concludere nulla: aiutaci a gettare le reti della nostra vita fidandoci della Tua Parola! Amen.

 

 

AVVISI

 

- MERCOLEDÌ 10 FEBBRAIO, LE CENERI, inizio della Quaresima. La S. Messa con il rito dell’IMPOSIZIONE DELLE CENERI sarà celebrata alle ORE 18,30 (chiesa “Sant’Eusebio”).

 

- GIOVEDÌ, 11 FEBBRAIO, memoria della B. V. Maria di Lourdes, durante la S. Messa sarà amministrato il SACRAMENTO DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI agli anziani e ammalati della Parrocchia. La S. Messa è alle ORE 17,30 (chiesa “San Giuseppe”). Seguirà l’Adorazione Eucaristica.

 

- VENERDÌ, 12 FEBBRAIO, avrà inizio il pio esercizio comunitario della Via Crucis. Sarà animata dai fanciulli di I e II elementare (ORE 16,30 – chiesa “Sant’Eusebio”).

 


 

DOMENICA 7 FEBBRAIO verde

 

Ë V DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Liturgia delle ore prima settimana

Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11

Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Giovanni

 

ORE 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

 

ORE 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Emilio e Rosina

Ore 18,15 – “S. EUSEBIO”:

5° INCONTRO PERCORSO PREMATRIMONIALE

LUNEDI’ 8 FEBBRAIO verde

 

Liturgia delle ore prima settimana

1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56

Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza

 

Ore 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. NataleLorenzo (trigesimo)

 

 

 

MARTEDI’ 9 FEBBRAIO verde

 

Liturgia delle ore prima settimana

1Re 8,22-23.27-30; Sal 83; Mc 7,1-13

Quanto sono amabili, Signore, le tue dimore!

 

Ore 17,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Rosa

 

 

 

MERCOLEDI’ 10 FEBBRAIO viola

 

MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Liturgia delle ore propria

Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20 - 6,2; Mt 6,1-6.16-18

Perdonaci, Signore: abbiamo peccato

 

Ore 16,30 in poi – “S. EUSEBIO”: CONFESSIONI

 

Ore 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Salvatore, Antonietta

 

 

GIOVEDI’ 11 FEBBRAIO bianco

 

Liturgia delle ore quarta settimana

B. V. Maria di Lourdes

Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

Beato l’uomo che confida nel Signore

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CONFESSIONI

 

Ore 17,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA E RITO DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI

Def. Giacinto, Rosina

Ore 18,00 – Chiesa “S. Giuseppe”:

ADORAZIONE EUCARISTICA

 

 

VENERDI’ 12 FEBBRAIO viola

 

Liturgia delle ore quarta settimana

Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15

Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

ORE 16,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: VIA CRUCIS

a cura dei fanciulli di I e II elementare

ORE 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Saverio (1° anniversario)

 

SABATO 13 FEBBRAIO viola

 

Liturgia delle ore quarta settimana

Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32

Mostrami, Signore, la tua via

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Teresa (trigesimo), Domenico

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

Ore 17,30 in poi – “S. Giuseppe”:

GIOVANISSIMI E GIOVANI

 

DOMENICA 14 FEBBRAIO viola

 

Ë I DOMENICA DI QUARESIMA

 Liturgia delle ore prima settimana

Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13

Resta con noi, Signore, nell’ora della prova

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Vincenzo

 

ORE 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

 

ORE 17,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Ad onore della B. V. Maria di Lourdes

Ore 18,15 – “S. EUSEBIO”:

6° INCONTRO PERCORSO PREMATRIMONIALE

 

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