Vangelo del 17 Gennaio - Nozze di Cana |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
sabato, 16 gennaio 2016 06:59 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 2,1-11.Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro:
«Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014
“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
17 – 24 gennaio 2016
camminando insieme
In questa rubrica intendo proporre, a partire da oggi, nel contesto del Giubileo della Misericordia, il ciclo di catechesi che il Santo Padre Francesco ha iniziato per presentare ai fedeli la Misericordia di Dio.
«Iniziamo le catechesi sulla misericordia secondo la prospettiva biblica, così da imparare la misericordia ascoltando quello che Dio stesso ci insegna con la sua Parola. Iniziamo dall’Antico Testamento, che ci prepara e ci conduce alla rivelazione piena di Gesù Cristo, nel quale in modo compiuto si rivela la misericordia del Padre. Nella Sacra Scrittura, il Signore è presentato come “Dio misericordioso”. È questo il suo nome, attraverso cui Egli ci rivela, per così dire, il suo volto e il suo cuore. Egli stesso, come narra il Libro dell’Esodo, rivelandosi a Mosè si autodefinisce così: «Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (34,6). Anche in altri testi ritroviamo questa formula, con qualche variante, ma sempre l’insistenza è posta sulla misericordia e sull’amore di Dio che non si stanca mai di perdonare (cfr Gn 4,2; Gl 2,13; Sal 86,15; 103,8; 145,8; Ne 9,17). Vediamo insieme, una per una, queste parole della Sacra Scrittura che ci parlano di Dio. Il Signore è “misericordioso”: questa parola evoca un atteggiamento di tenerezza come quello di una madre nei confronti del figlio. Infatti, il termine ebraico usato dalla Bibbia fa pensare alle viscere o anche al grembo materno. Perciò, l’immagine che suggerisce è quella di un Dio che si commuove e si intenerisce per noi come una madre quando prende in braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, pronta a donare tutto, anche sé stessa. Questa è l’immagine che suggerisce questo termine. Un amore, dunque, che si può definire in senso buono “viscerale”. Poi è scritto che il Signore è “pietoso”, nel senso che fa grazia, ha compassione e, nella sua grandezza, si china su chi è debole e povero, sempre pronto ad accogliere, a comprendere, a perdonare. È come il padre della parabola riportata dal Vangelo di Luca (cfr Lc 15,11-32): un padre che non si chiude nel risentimento per l’abbandono del figlio minore, ma al contrario continua ad aspettarlo - lo ha generato - , e poi gli corre incontro e lo abbraccia, non gli lascia neppure finire la sua confessione - come se gli coprisse la bocca -, tanto è grande l’amore e la gioia per averlo ritrovato; e poi va anche a chiamare il figlio maggiore, che è sdegnato e non vuole far festa, il figlio che è rimasto sempre a casa ma vivendo come un servo più che come un figlio, e pure su di lui il padre si china, lo invita ad entrare, cerca di aprire il suo cuore all’amore, perché nessuno rimanga escluso dalla festa della misericordia. La misericordia è una festa! Di questo Dio misericordioso è detto anche che è “lento all’ira”, letteralmente, “lungo di respiro”, cioè con il respiro ampio della longanimità e della capacità di sopportare. Dio sa attendere, i suoi tempi non sono quelli impazienti degli uomini; Egli è come il saggio agricoltore che sa aspettare, lascia tempo al buon seme di crescere, malgrado la zizzania (cfr Mt 13,24-30). E infine, il Signore si proclama “grande nell’amore e nella fedeltà”. Com’è bella questa definizione di Dio! Qui c’è tutto. Perché Dio è grande e potente, ma questa grandezza e potenza si dispiegano nell’amarci, noi così piccoli, così incapaci. La parola “amore”, qui utilizzata, indica l’affetto, la grazia, la bontà. Non è l’amore da telenovela... È l’amore che fa il primo passo, che non dipende dai meriti umani ma da un’immensa gratuità. È la sollecitudine divina che niente può fermare, neppure il peccato, perché sa andare al di là del peccato, vincere il male e perdonarlo. Una “fedeltà” senza limiti: ecco l’ultima parola della rivelazione di Dio a Mosè. La fedeltà di Dio non viene mai meno, perché il Signore è il Custode che, come dice il Salmo, non si addormenta ma vigila continuamente su di noi per portarci alla vita: «Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele. [...] Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre» (121,3-4.7-8). E questo Dio misericordioso è fedele nella sua misericordia e San Paolo dice una cosa bella: se tu non Gli sei fedele, Lui rimarrà fedele perché non può rinnegare se stesso. La fedeltà nella misericordia è proprio l’essere di Dio. E per questo Dio è totalmente e sempre affidabile. Una presenza solida e stabile. È questa la certezza della nostra fede. E allora, in questo Giubileo della Misericordia, affidiamoci totalmente a Lui, e sperimentiamo la gioia di essere amati da questo “Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore e nella fedeltà” » (Papa Francesco). Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti!
don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 17 Gennaio 2016 II Domenica del Tempo Ordinario – C (Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11)
Anche se il nostro sguardo non è più rivolto alla grotta di Betlemme, anche se abbiamo già disfatto il presepe e conservato gli addobbi natalizi, la Pagina del Vangelo di questa seconda domenica del tempo ordinario è ancora un testo di “epifania”, un racconto di “manifestazione”! Con esso si completa il trittico dell’Epifania, l’inno dei vespri presentava in questi termini: “I Magi vanno a Betlem e la stella li guida: nella sua luce amica cercan la vera luce. / Il Figlio dell’Altissimo s’immerge nel Giordano, l’Agnello senza macchia lava le nostre colpe. / Nuovo prodigio a Cana: versan vino le anfore, si arrossano le acque, mutando la natura”. Anche l’antifona dei secondi vespri dell’epifania presentava insieme queste tre manifestazioni: “Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza”. Il Vangelo del segno di Cana manifesta - come annota l’Evangelista Giovanni - la “gloria di Gesù”, ci rivela la sua identità e, contemporaneamente, anche la nostra identità. Il simbolismo è forte: c’è dell’acqua che viene mutata in vino buono! L’acqua richiama la natura umana, la nostra umanità, che viene trasformata in natura divina da Gesù. È il “misterioso scambio” del Natale: Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi Dio! C’è un segno nella liturgia eucaristica che richiama simbolicamente questa realtà: prima di presentare il calice con il vino e recitare la benedizione, in modo discreto, il sacerdote versa alcune gocce d’acqua nel calice del vino e dice sottovoce: “l’acqua, unita al vino, sia il segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. In ogni celebrazione eucaristica si ripete, in qualche modo, il “segno di Cana” ... segno che si deve ripetere in ogni esperienza autenticamente cristiana! La nostra umanità sperimenta la tristezza di chi si trova, spesso e volentieri, a non avere più vino ... e se viene a mancare il vino la festa finisce! Festa è stare insieme e stare bene insieme! Quando la festa finisce ognuno pensa solo a sé! E in effetti, l’esperienza ci dice che quando viviamo da egoisti, da invidiosi, da maldicenti, da persone preoccupate solo dei propri bisogni e del tornaconto personale, sperimentiamo la tristezza di chi è incapace di fare festa! Il vino è venuto a mancare! Il vino, invece, è un chiaro richiamo alla Parola di Dio! Ogni volta che, come servitori docili, viviamo nell’obbedienza alla Parola di Dio, ogni volta che “facciamo qualunque cosa che Gesù ci dica”, come i servitori del Vangelo, si ripete nella nostra vita il “segno di Cana”: l’acqua della nostra umanità si trasforma nel vino buono della gioia! In questo senso vanno anche le parole dell’Apostolo Paolo, che ascoltiamo nella seconda lettura: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”! Ogni qual volta assecondiamo lo Spirito e mettiamo ciò che abbiamo e ciò che siamo a disposizione degli altri, per il bene comune, l’acqua si cambia in vino, la tristezza in gioia! A noi il compito di “manifestare” ancora oggi, nel mondo, la “gloria di Gesù”, la bellezza del Suo Volto misericordioso: attraverso i nostri gesti di comunione e compassione, attraverso le nostre scelte, saremo capaci di esprimere la nostra fede, di essere credibili ed Egli ci renderà suo “sangue”, seme da cui nascono nuovi cristiani! Amen.
AVVISI
- LUNEDÌ 18 GENNAIO, presso i locali della chiesa “Sant’Eusebio”, alle ore 18:30, si terrà L’INCONTRO CON I GENITORI DEI RAGAZZI DI III MEDIA.
- MARTEDÌ 19 GENNAIO, nel salone della chiesa “San Giuseppe”, alle ore 18:30, si terrà L’INCONTRO CON I GENITORI DEI FANCIULLI DI V ELEMENTARE.
- PER QUESTA SETTIMANA, L’ADORAZIONE EUCARISTICA SI TERRÀ IL VENERDÌ, POICHÉ GIOVEDÌ TUTTI SIAMO INVITATI A PARTECIPARE ALL’INCONTRO IN CATTEDRALE.
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