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Il disagio dei liceali di Cassano PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Sanpietro   
venerdì, 13 novembre 2015 08:37
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Ingresso del Lombardi Satriani
A proposito  della manifestazione messa in atto dai liceali di Cassano Ionio nei giorni scorsi, la notra redazione ha voluto vederci più chiaro e il nostro gestore ieri mattina si è recato presso la sede dell'Istituo "Lombardi Satriani" per sapere qualcosa in più di quello che traspariva dallo scarno comunicato che i ragazzi ci avevano inviato. Antonio M. Cavallaro ha incontrato dapprima la prof.ssa Greco, vicaria facente funzioni della dirigente, (che a quanto pare si è vista pochissima volte) alla quale ha chiesto quali fossero le motivazioni del disagio degli studenti.

Gentilmente la docente ha comunicato che per lo più si tratta di problemi riguardanti la struttura dell'immobile, che in effetti ha bisogno di interventi urgenti per i quali sono già in atto dei lavori che certamente disturbano in qualche modo le lezioni ma non in modo esagerato, mentre non vi sono motivazioni da legare alla didattica che segue quelle che sono le normative vigenti. Queste sono più o meno le notizie apprese dal vicario.

Successivamente il nostro gestore ha incontrato alcuni studenti ai quali sono state rivolte, grosso modo, le stesse domande. Questa volta le motivazioni dello sciopero sono state più esaurienti e sono state prospettate le vicende dei due giorni precedenti (10 e 11 Novembre) dalle quali traspare la volontà di continuare con le rimostranze. Ecco quanto, in sunto, è stato dichiarato dai giovani che sono sembrati pacati e assolutamente non facinorosi, come magari qualcuno poteva pensare:

"Le due giornate di sciopero che hanno visto la partecipazione di noi studenti, frequentanti il corso classico e quello scientifico dell’IISS di Cassano All’Ionio, sono servite a lanciare un messaggio chiaro alla dirigenza su un argomento quanto mai discusso quale l’autogestione. Ammettiamo, senza nasconderlo, che non è presente una normativa finalizzata a regolamentarne lo svolgimento in ambito scolastico, come al contrario per le assemblee di classe e d’istituto (diritto di assemblea, art.12 del D.Lgs. n.297 del 1994), ma altresì rivendichiamo i vantaggi che la stessa ha da sempre portato negli istituti scolastici, permettendo di mettere in mostra le abilità di ciascuno attraverso corsi didattici alternativi. Il motivo fondante delle proteste del 10 e dell’11 Novembre è stato il manifesto disinteresse dimostrato nei nostri confronti da chi, pur avendone l’effettivo potere, si è astenuto dal concederci la facoltà di autogestirci, costringendoci a ricorrere ad un’assenza di massa – in entrambe le occasioni – per ottenere un confronto diretto e delle spiegazioni in merito. Il confronto è arrivato nella mattinata di martedì, alla presenza del rappresentante d’istituto, dei rappresentanti di classe, di diversi insegnanti e del vicario, ma si è concluso in un nulla di fatto. Il vicario, facente funzioni di dirigente a causa dei problemi di quest’ultima (assente da inizio anno e mai presentatasi al Liceo), ha riferito di non poter firmare la richiesta pervenutagli, poiché “rientrante nei casi straordinari” che competono solo al giudizio del preside; inoltre lo stesso, supportato dagli insegnanti, suggeriva di richiedere l’autogestione nel periodo precedente alle vacanze natalizie. Tuttavia, uno dei fini intrinseci della richiesta  - nonché dell’autogestione stessa – è la sospensione delle attività del programma, grazie alla quale ciascuno potrebbe recuperare argomenti non compresi e rimettersi al passo degli altri, che verrebbe meno nel momento in cui si stabilisce di fissare come data per l’autogestione un periodo “morto”, nel quale il trimestre è chiuso e non vi è la possibilità di recuperare le lezioni perse. Vi è quindi stato un primo compromesso: una pausa didattica proposta dal vicario, uno stop del programma, rifiutato collettivamente. All’apparenza può sembrare contraddittorio un simile rifiuto, ma quest’ultimo nasce dal comportamento degli insegnanti che, nel corso di questo conciliabolo, hanno rimarcato la loro esigenza di proseguire nelle spiegazioni a causa del fitto programma scolastico di quest’anno, rendendo astratta una proposta del genere. Si è così deciso all’unanimità di proseguire nello sciopero anche il giorno successivo, mercoledì 11 Novembre, considerate le vaghe risposte ricevute non solo nella riunione del giorno precedente, ma anche nelle settimane antecedenti ai due scioperi. Al termine della protesta, si è infine deciso di attendere il rientro della dirigente e agire di conseguenza.

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Gli studenti all'esterno dell'Istituto
Siamo stanchi di non avere voce in capitolo persino nelle attività che proponiamo, dovendo sottostare in ogni caso ai diktat provenienti dalla sede centrale, ma soprattutto ci sentiamo presi in giro dal comportamento di vicario e dirigente. Guardiamo agli studenti delle scuole della nostra provincia e notiamo come questi abbiano ottenuto il placet dai loro presidi, senza che nessuno di loro sindacasse su modalità, data e motivazioni, come d’altronde avvenuto negli ultimi anni anche nel nostro istituto. Non sappiamo davvero per quale motivo nella realtà locale si debba ricorrere a simili manifestazioni per strappare un sì, quando altrove i dirigenti vengono incontro agli studenti e comprendono le loro ragioni. In una situazione in cui la scuola si rifiuta di ascoltare le nostre proposte, ponendo al centro dei propri interessi il programma scolastico e non il rendimento degli studenti o i frutti di un’autogestione, non ci resta che manifestare in quanto, almeno questo, è un diritto che nessuno può toglierci."

Dobbiamo ammettere che questi ragazzi hanno le idee chiare e meritino almeno un confronto serio all'interno della scuola e non sui marciapiedi. Per quanto riguarda il simbolo "Falce e Martello" sugli striscioni, che ci aveva preoccupato, (così come ci avrebbe preoccupato qualsiasi altro simbolo inneggiante ad altre ideologie) temendo che il disagio dei giovani potesse essere strumentalizzato, pare non ci siano state spinte provenienti da ambienti esterni alla scuola. Ci auguriamo che i desiderata dei ragazzi vengano presi in considerazione nella giusta misura, nel rispetto dei diritti  evocati dagli studenti, ma anche delle regole che garantiscono lo svolgimento del programma di studi.

 Michele Sanpietro

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