Ricordo di Mario Specchio,poeta e saggista |
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Scritto da A.Cingottini | |
giovedì, 15 ottobre 2015 18:57 | |
![]() Mario Specchio Ritratto biografico Mario Specchio era nato a Siena nel 1946, era figlio unico. Della sua infanzia ci parla lui stesso nel racconto Il nonno, un sensibilissimo spaccato di vita familiare di Mario bambino. Colpisce la maniera in cui scrive della sua famiglia, dei suoi genitori, dei suoi nonni. Colpisce il grande affetto, il rispetto, che traspare dalle sue parole. Al padre e alla madre sono dedicate anche molte poesie che ritroviamo durante l’arco di tutto il suo cammino poetico, valga per tutte la bellissima Da un mondo all’altro, che dà il nome alla raccolta 2000-2006. ![]() Teatro dei Rozzi stissimo. Fu amore a prima vista sui banchi di prima elementare. Rimase sempre fedele a questo amore, che crebbe e si sviluppò fino a dare i primi frutti durante gli anni al liceo Piccolomini, anni che ricorda in maniera diffusa nel racconto La fontana e la conchiglia . Stimolo e incoraggiamento sicuramente importante, la presenza fra i professori di Don Martino Ceccuzzi, il poeta Idilio Dell’Era. All’ultimo anno di liceo, il ’64, risale la prima sua poesia di cui abbiamo datazione, Nell’aria ondeggia Nell’aria ondeggia come incenso in fumo, vago, un sentore di promesse antiche. Si accendono e si spengono tremando, lungo le strade gli ultimi lampioni e i cieli non conoscono confini. Tu vivi in alto, forse al nostro incanto non resta che la grazia di morire, e poi saremo come siamo sempre, viandanti che si tendono la mano . È una poesia bellissima. È la prima, ma potrebbe essere anche l’ultima e di fronte a tale realizzazione non ci viene di parlare di “poesia giovanile”. Denota un occhio abituato ad osservare e una mente che sa trasformare le immagini visive in immagini poetiche senza sovrabbondanze, ottenendo l’effetto con l’essenziale. C’è perizia poetica matura nel passaggio che ci guida dallo spegnersi dei lampioni al cielo, anzi ai cieli, sconfinati. Questa poesia apre il primo volumetto di lavori poetici di Mario, A piene mani, pubblicato nel 1979, che raccoglie scritti dal ’64 al ’78. Il libro porta la preziosa introduzione di Mario Luzi, cui Mario fu legato per tutta la vita da profonda amicizia. Testimonianza di questo sono le due opere: Luzi, leggere e scrivere, del ’93 e Colloquio, un dialogo con Mario Specchio, del 1999. Mario si era laureato in Lettere moderne a Firenze e aveva insegnato per alcuni anni l’italiano a Colonia. Anche il periodo fiorentino e quello tedesco li ritroviamo in molte poesie di Mario e, ancor più, in due suoi bellissimi racconti: L’ungherese e Due amici, contenuti, come gli altri nominati, nel volume Morte di un medico. Dopo l’esperienza a Colonia Mario collaborò per diversi anni con il germanista Ferruccio Masini, alla Facoltà di Lettere di Siena. Anche quella con Ferruccio Masini, poeta e pittore, oltre che insigne studioso e filosofo, sarà un’amicizia fondamentale, da lui ricor-data e vissuta ben oltre la prematura scomparsa dell’amico. Sono, anche, quelli gli anni in cui Mario comincia ad affermarsi come traduttore, con poesie e racconti di Hermann Hesse. Tutti pubblicati tra il ’78 e il ’79. La competenza di Mario nella lingua italiana e la sua passione nel diffonderla lo portò ancora ad insegnarla, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, alla Scuola di Lingua e Cultura italiana per Stranieri di Siena, di cui fu più volte direttore dei corsi. Poi trasferì di nuovo questa sua professionalità all’estero come Visiting Professor al Darthmouth College di Hanover, nel New Hampshire, dove tenne un corso sulla letteratura italiana del ‘900. Di ritorno, divenne ricercatore di Lingua e letteratura tedesca ad Urbino, dove rimase fino al 2002. Non lasciò mai Siena e furono anni da pendolare, cui però Mario si assoggettò in maniera certosina. Il perché, oltre alla sussistenza di rapporti familiari profondi, ce lo confida Mario stesso quando, nel racconto La fontana e la conchiglia, scrive a proposito di Siena “È una città bizzarra questa, abitata da creature scontrose, generose e avide, ottuse e geniali, una città che sembra nata da un sogno perenne, sempre sul punto di trasformarsi in un incubo. Ma chi è nato tra queste mura non può vivere altrove e se è costretto ad allontanarsene sanguina come un albero scerpato e non ha pace finché non vi ha fatto ritorno.” Sono anni, quelli di Urbino, che attestano l’intensa attività scientifica di Mario, che continua comunque a far convivere il suo spirito di studioso con quello di poeta e creativo. Nel 1987 le edizioni di Barbablù di Siena pubblicano una sua plaquette di racconti, Memoria di amici, con note critiche di Carlo Fini e Ferruccio Masini. Nel 1989 la Rivista di Filologia Italiana dell’Università di Ankara pubblica il poemetto Nostalgia di Ulisse, dieci poesie che saranno poi ripubblicate nella raccolta del 1999 che da questo prende il nome. Il volume, intitolato, appunto, Nostalgia di Ulisse, oltre al poemetto, comprende poesie del periodo 1981-1999 e costituisce il continuum spirituale di A piene mani. Mario amava particolarmente le dieci poesie del suo Ulisse. Il poemetto nel 2009 venne tradotto in greco. Ulisse è l’uomo che non sa avere radici ed è condannato dalla sua stessa natura a distruggere i suoi sogni e le sue realtà nella continua ricerca di qualcosa che non troverà mai. Non combattevi contro il fato, Ulisse. Nessuno ostacolava il tuo ritorno ma il veleno sottile del tuo sangue condannato alle smanie furibonde che solo il mare conosce quel destino avevi maturato sotto il sole cocente sulle spiagge della Troade. Ulisse è l’uomo che non sa assaporare le gioie perché spinto dalla continua smania di ricerca verso l’ignoto ed è anche Faust, personaggio che Mario aveva già affrontato in una traduzione dell’Urfaust di Goethe che venne rappresentata alla Biennale di Venezia del 1985. Nel 2004, due anni dopo il suo rientro a Siena come docente di Letteratura tedesca presso la Facoltà di Lettere dell’Università, viene pubblicato da Sellerio il volume Morte di un medico Parlando della vita di Mario sono inevitabili i riferimenti ai racconti in esso contenuti, perché costituiscono una sorta di sua autobiografia. Sono momenti, persone, animali, luoghi passati dal ricordo alla penna, fi ltrati dalla memoria amorosa del narratore. La presentazione del volume fu fatta in Accademia dei Rozzi. Insieme ad Antonio Tabucchi, Antonio Melis, Antonio Prete, Maurizio Bettini, c’erano tanti altri amici e colleghi che vollero dimostrargli in quell’occasione – e nella sua città – la loro stima e il loro affetto. Con Morte di un medico Mario, nel 2005, fu vincitore assoluto al Concorso internazionale di narrativa Pascal D’Angelo a Introdacqua e nel 2006 si affermò al secondo posto per il Premio letterario nazionale di narrativa Joyce Lussu – Città di Offida. Altri riconoscimenti vennero a Mario negli anni ‘2000 per la sua attività poetico-letteraria: nel 2008 il Premio speciale dell’Associazione Peter Russel “Una poesia per la Fraternità,” e, ancora nel 2008, il Fiore d’argento per l’eccellenza artistica. Del 2007 è la sua terza raccolta di poesie, Da un mondo all’altro, poesie 2000-2006. Per questo lavoro Mario ricevette il Premio Caput Gauri, a Codigoro, nel 2009. È un volume ricco e intenso, dove, accanto alle tematiche che da sempre hanno costituito il mondo poetico di Specchio, ne troviamo altre, d’occasione, tutte di altissimo livello. Nel 2011 viene pubblicato Paesaggio senza figure, quattro saggi su Rainer Maria Rilke, un autore a Mario assai caro, di cui aveva già tradotto e pubblicato, nel 2007, Das Marien-Leben, Vita di Maria. Mario si rivela un saggista raffinato, al punto da apparire un tutt’uno con il traduttore, il narratore e il poeta. Infatti Mario sembra estrarre da sé l’esperienza poetica di Rilke e raccontarcela con un linguaggio che è poesia. Ed è proprio sulla tematica mariana che Mario scrisse una serie di quindici poesie, un poemetto dal titolo Passione di Maria, che è stato pubblicato postumo e presentato nella primavera del 2013 ad opera della Comunità di S. Leolino, con il sostegno di amici, associazioni e gruppi di persone che hanno voluto in questo modo rendere omaggio all’Amico. Angela Cingottini Due composizioni di Mario Specchio Dalla raccolta |
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