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Vangelo di Domenica 10 Ottobre PDF Stampa E-mail
Scritto da +V.Bertolone   
sabato, 10 ottobre 2015 22:03
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,17-30. - In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».  Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».

Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.

COMMENTO DI P. VINCENZO BERTOLONE

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

11 ottobre 2015

Introduzione

In questa ventottesima domenica del tempo ordinario la Liturgia della Chiesa ciaccoglie con una Parola sferzante, abbastanza conosciuta, ma poco vissuta. Si toccainfatti il tasto dolente del discusso rapporto fra denaro, ricchezza in genere, e ilRegno di Dio. Ancora una volta ci troviamo di fronte a problemi vitali che investonoil rapporto giusto con la ricchezza, e riguarda la qualità dell’esistenza e anche ilRegno di Dio, cioè l’aspetto escatologico che dovrebbe essere collocato in ben altramaniera da ciascuno di noi. Sono aspetti interconnessi al “come” risolveremo ilrapporto con la ricchezza. Ciò determinerà l’approdo della nostra dimensione terrena.Il Regno di Dio non è certo una questione di denaro, ma è questione di scelte buoneda fare, di valori veri sui quali costruire una vita tesa verso il nostro Infinito. In altreparole si potrebbe dire che tutto viene giocato nella scelta tra “essere” ed “avere”. Lascelta dovrà avere l’aiuto della sapentiacordis, quella che confida solo in Dio, perchéniente può salvarci se non Lui, che della salvezza è il depositario esclusivo. Questenon sono semplicemente belle parole, ma indicazioni per vivere con giusto distaccodalla ricchezza. Ci si rende conto non è facile tradurle in atti e comportamenti cheinevitabilmente ci chiedono delle rinunce abbastanza dure da sopportare. Se nonchél’insegnamento di Gesù, con il suo contenuto esperienziale e non teorico, conferisce aqueste indicazioni la concretezza di una progettualità esistenziale, il cui punto dipartenza è la volontà di cambiare “testa” e “cuore”. Il riorientamento della propriarotta, infatti, è necessario per ritrovare la smarrita strada verso il cielo. Serve unaferma determinazione per farlo, giacché ci si deve staccare da ciò che per moltotempo veniva creduto una certezza. In questa “conversione” però, non si è soli, c’è losguardo amorevole di un Padre che ama l’uomo per quello che “è”. Se il Padre donagratuitamente amore, l’uomo non può che rispondere con la fiducia: Sì, Signore, sulleTue parole io costruisco il progetto della mia vita, perché solo tu puoi soddisfare lamia fame e sete d’infinito. Sì, Signore, dal Tuo sguardo d’amore mi lascerò semprepenetrare, perché ogni giorno devo avere il coraggio di quel distacco che mi porta adessere libero e, finalmente libero, a gioire pienamente.

L’amarezza della rinuncia

Se il “giovane ricco” si fosse lasciato conquistare da quello sguardo amorevole etriste a un tempo, avrebbe impresso una svolta alla propria vita, e, soprattutto avrebbecolmato il vuoto inquietante causa della sua insoddisfazione. L’esito diquell’incontro, partito sotto i migliori auspici, ha condannato il giovane alla tristezzadell’avere e addolorato il Maestro. Il primo, pur seguendo i comportamenti avverteun senso di disagio, forse di vuoto che lo induce ad apostrofare il Rabbì. La partenzaè positiva infatti: è una sana inquietudine quella che rode la presunta e cagionevolequiete dell’anima. Non nasce da comportamenti devianti (“Tutte queste cose le hoosservate fin dalla mia giovinezza”), ma da mancanza di audacia, dall’incapacità edal non desiderio di osare di andare, “oltre la Torah”. Si ripropone il dilemma tralettera e spirito della Legge. Poi per un momento arriva il coraggio di farsi l’esame dicoscienza: “Signore che cosa mi manca?” A chi altro fare quella domanda se non aGesù Maestro della verità e dell’amore per le assenze, che danno pienezza alla vita,per le “perdite” che danno ricchezza? E’ una nuova pedagogia. Del desiderio cheparte dall’infinito e all’infinito torna. Gesù insegna che le cose materiali e i beniterreni non possono dare piena soddisfazione, e i valori, come il denaro, il potere, ilsuccesso, la bellezza, gli unici creduti davvero appaganti, in realtà sono inefficaci inquanto rendono la vita quantitativamente piena, ma qualitativamente vuota e triste.Sono falsi valori che distraggono da ciò che conta veramente: la dignità dell’“essere”. Si finisce progressivamente con il diventare proiezione esterna di ciò che siè dentro, ma siccome è materia non può andare d’accordo con la spiritualità chefinisce per dileguarsi. Al momento dell’Incontro che seguirà, la svolta decisiva dellavita si è talmente spersonalizzati dalla materia da non avere più neppure la sensibilitàdi accorgersene: la pagina della vita si volta da sola e noi restiamo con ciò che ciappaga anche se non ha il senso dell’infinito. “Una sola cosa ti manca: v’a, vendiquello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; poi vieni! E seguimi!”. Mache vantaggio può recare alla mia vita la proposta di perdere quanto ho accumulatosenza violare la legge? Certamente è follia oppure è qualcosa che non va d’accordocon questo mondo. Dev’essere apparso quello di Gesù un insegnamento davverostravagante. Gesù infatti non propone al giovane una semplice e lieve correzione delprogetto di vita, non dimentichiamolo! Coerente con le norme, ma inaspettatamenteimpone un diktat: lìberati dalla ricchezza, fatti povero come me e seguimi. Laprogettualità che sottende alle parole del Maestro obbliga ad impostare la vita sucategorie sconosciute: non più in funzione di se stessi, ma degli altri; al primato dell’“avere” sostituire quello dell’ “essere; la logica del potere cambiata in logica delservizio. Non è facile un simile stravolgimento, e il volto del giovane ricco, allibito etriste, è più eloquente di molte parole. Siamo dinanzi ad un uomo non liberointeriormente e che resterà sulla soglia. Avrebbe dovuto staccarsi dal suo dio, anzi dalsuo stesso futuro, da ciò che considerava eterno, dal suo paradiso che non era nei cielidell’eschatom, bensì nei riflessi aurei del suo peculio. Dopo duemila anni, tanti,troppi, forse quasi tutti ragioniamo come il personaggio del Vangelo: il dio denarocontinua a fare proseliti, alienati non dalla fatica bruta, ma dalla smania di possesso,che fa smarrire il vero senso della vita e con esso la rotta verso il Regno. Per nostraconsolazione le parole di Gesù aprono alla speranza e ci confortano sostenendoci:“….Tutto è possibile a Dio”.

Io non posso, ma con Te tutto è possibile

La speranza che riaccende gli animi e invoglia ad osare è la certezza che il Dio in cuinoi crediamo ha la passione per l’impossibile. Da soli non possiamo farcela aspogliarci di tutto, schiavi come siamo della paura di restare senza neppure ilnecessario, ma con Lui osiamo: Egli saprà moltiplicare per cento quel nulla cherimane. Allora il Vangelo non propone un progetto di vita segnato da rinunce, quantopiuttosto di moltiplicazioni di vita: lasci tutto, ma per avere tutto; non possederainulla, eppure ti sentirai padrone del mondo intero. E’ un progetto nel quale investiresenza timore, giacché la sua validità non segue una moda, ma è l’incontro decisivocon Lui, testimonianza più verace della piena riuscita di questo progetto. È unprogetto poi che non si costruisce con delle fughe in avanti. Certo, guarda al futuro,all’esito finale, ma lo fa investendo bene nel presente, giacché il raggiungimentodell’obiettivo finale è condizionato dalla sapienza con cui si vive il presente. E’tempo di chiedere il dono della sapienza del cuore e non del potere, né dellaricchezza, neppure del successo e della bellezza. Ci vuole questo tipo di sapienza perriconoscere il progetto che ci viene offerto come dono, per coglierne l’assolutavalidità e realizzarlo. Ma, soprattutto, è necessaria per capire la profondità e la forzadell’amore di Chi ci propone il progetto. Se solo riuscissimo a misurare la grandezzadi questo amore non avremmo dubbi: l’adesione al progetto di Dio sarebbeimmediata e senza condizioni, perché non ci abbandoneremmo ad uno sguardoamante, inconoscibile, è vero, ma rivelatore e in comunicazione con la nostra partemigliore.

Conclusioni

E il pensiero va ad un altro giovane ricco che non ha perso l’occasione della vita e suquell’ incontro ha creato la più bella sinfonia di tutti i tempi: un’ esistenza totalmenteprogettata e offerta alla volontà di Dio. In lui la rinuncia è diventata benedizione, lapovertà beatitudine, la schiavitù delle cose libertà nel servizio, e la debolezza santità:parlo di Francesco, il giullare di Dio, che della povertà estrema, abbracciata peramore del suo Signore e Maestro, ha fatto corona della nuova vita, “Felice Colui/chemi ha rivestito di un saio/che è diventato un pavimento di rose./Non ho maisentito/l’asperità di questo tessuto,/ma odorava di fresco,/odorava di mattino,/odoravadi resurrezione./Le mie spalle sono diventate deboli ma forti:/sono diventato uncontadino di fede./Aravo solo la terra di Dio, la sua volontà.” (Aldo Merini,Francesco).

Serena domenica.

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Viale magna grecia, 1 – 87011 Cassano all’Ionio (CS) – Tel. 098174014

 “in-formati”

Foglio settimanale parrocchiale

di formazione e informazione

 

11-18 OTTOBRE 2015 

camminando insieme

Poiché domenica prossima, penultima di ottobre, si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, durante la quale ogni comunità cristiana prega ed esprime la propria carità per le missioni, sospendiamo, per questa domenica, la rubrica sui sacramenti e mettiamoci in ascolto di alcuni passaggi del “Messaggio” che il Santo Padre ha indirizzato a tutta la Chiesa per questa circostanza.

“Cari fratelli e sorelle, la Giornata Missionaria Mondiale 2015 avviene sullo sfondo dell’Anno della Vita Consacrata e ne riceve uno stimolo per la preghiera e la riflessione. Infatti, se ogni battezzato è chiamato a rendere testimonianza al Signore Gesù annunciando la fede ricevuta in dono, questo vale in modo particolare per la persona consacrata, perché tra la vita consacrata e la missione sussiste un forte legame. La sequela di Gesù, che ha determinato il sorgere della vita consacrata nella Chiesa, risponde alla chiamata a prendere la croce e andare dietro a Lui, ad imitare la sua dedicazione al Padre e i suoi gesti di servizio e di amore, a perdere la vita per ritrovarla. E poiché tutta l’esistenza di Cristo ha carattere missionario, gli uomini e le donne che lo seguono più da vicino assumono pienamente questo medesimo carattere. (…).

La missione è passione per Gesù Cristo e nello stesso tempo è passione per la gente. Quando sostiamo in preghiera davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo la grandezza del suo amore che ci dà dignità e ci sostiene; e nello stesso momento percepiamo che quell’amore che parte dal suo cuore trafitto si estende a tutto il popolo di Dio e all’umanità intera; e proprio così sentiamo anche che Lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato e a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. (…).

Il cinquantesimo anniversario del Decreto conciliare Ad gentes ci invita a rileggere e meditare questo documento che suscitò un forte slancio missionario negli Istituti di vita consacrata. Nelle comunità contemplative riprese luce ed eloquenza la figura di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, quale ispiratrice dell’intimo legame della vita contemplativa con la missione. (…).

Oggi, la missione è posta di fronte alla sfida di rispettare il bisogno di tutti i popoli di ripartire dalle proprie radici e di salvaguardare i valori delle rispettive culture. Si tratta di conoscere e rispettare altre tradizioni e sistemi filosofici e riconoscere ad ogni popolo e cultura il diritto di farsi aiutare dalla propria tradizione nell’intelligenza del mistero di Dio e nell’accoglienza del Vangelo di Gesù, che è luce per le culture e forza trasformante delle medesime.

All’interno di questa complessa dinamica, ci poniamo l’interrogativo: “Chi sono i destinatari privilegiati dell’annuncio evangelico?”. La risposta è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti (cfr Lc 14,13-14). (…).

È necessario che i consacrati missionari si aprano sempre più coraggiosamente nei confronti di quanti sono disposti a collaborare con loro, anche per un tempo limitato, per un’esperienza sul campo. Sono fratelli e sorelle che desiderano condividere la vocazione missionaria insita nel Battesimo. Le case e le strutture delle missioni sono luoghi naturali per la loro accoglienza e il loro sostegno umano, spirituale ed apostolico. (…).

Cari fratelli e sorelle, la passione del missionario è il Vangelo. San Paolo poteva affermare: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16). Il Vangelo è sorgente di gioia, di liberazione e di salvezza per ogni uomo. (…)”.

 

Custodiamoci nella preghiera reciproca! Buona domenica a tutti!

                                                               don Michele

 

 

AVVISI

 

- OGNI GIOVEDÌ, nella chiesa “San Giuseppe”, alla celebrazione della S. Messa segue l’ADORAZIONE EUCARISTICA.

 

- OGNI GIOVEDÌ, dalle ore 15:30 in poi, presso la chiesa “San Giuseppe”, il PARROCO è disponibile per le CONFESSIONI.

 

- VENERDÌ 16 OTTOBRE CELEBREREMO LA FESTA DI SAN GERARDO MAJELLA. Al termine della celebrazione ci sarà la BENEDIZIONE DELLE MAMME E DEI BAMBINI. Tutte le mamme sono invitate a partecipare, accompagnando i propri figli, soprattutto quelli nati nell’ultimo anno.

 

- SABATO 17 OTTOBRE si terrà la giornata di ritiro per i cresimandi cre riceveranno la Cresima il prossimo 24 ottobre.

 

- DOMENICA 18 OTTOBRE è la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. Tutte le OFFERTE raccolte saranno destinate alle MISSIONI.

 


 

DOMENICA 11 OTTOBRE verde

 

XXVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Liturgia delle ore quarta settimana

 

Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Francesca e Lusia

 

ORE 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo

 

ORE 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Concetta

LUNEDI’ 12 OTTOBRE verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

 

Rm 1,1-7; Sal 97; Lc 11,29-32

Il Signore si è ricordato del suo amore

 

ORE 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Leonardo, Saverio, Luigi

 

 

MARTEDI’ 13 OTTOBRE verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

 

Rm 1,16-25; Sal 18; Lc 11,37-41

I cieli narrano la gloria di Dio

 

 

Ore 18,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Stefana

MERCOLEDI’ 14 OTTOBRE verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

 

Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46

Secondo le sue opere, Signore, tu ripaghi ogni uomo

 

ORE 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Giuseppe

 

 

GIOVEDI’ 15 OTTOBRE bianco

 

Liturgia delle ore quarta settimana

S. Teresa di Gesù - memoria

 

Rm 3,21-30a; Sal 129; Lc 11,47-54

Con il Signore è la misericordia

e grande è con lui la redenzione

Ore 15,00 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CONFESSIONI

 

Ore 18,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Angelina

Ore 19,00 – Chiesa “S. Giuseppe”:

ADORAZIONE EUCARISTICA

 

VENERDI’ 16 OTTOBRE bianco

 

Liturgia propria

S. GERARDO MAJELLA

 

 

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

 

ORE 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Di ringraziamento

BENEDIZIONE DELLE MAMME E DEI BAMBINI

 

SABATO 17 OTTOBRE verde

 

Liturgia delle ore quarta settimana

S. Ignazio di Antiochia - memoria

 

Rm 4,13.16-18; Sal 104; Lc 12,8-12

Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Angelo e Vincenzo

RITIRO CRESIMANDI

 

Ore 15,30 in poi – “S. Giuseppe”: CATECHISMO

Ore 17,30 in poi – “S. Giuseppe”:

GIOVANISSIMI E GIOVANI

 

DOMENICA 18 OTTOBRE verde

 

XXIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Liturgia delle ore prima settimana

 

Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45

Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

Ore 8,30 – Chiesa “S. Giuseppe”: S. MESSA

Def. Eugenio (1° anniversario)

 

ORE 11,00 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Pro populo e Battesimo

 

ORE 18,30 – CHIESA “S. EUSEBIO”: S. MESSA

Def. Emilio e Rosina

Battesimo

 

 

 

 

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