...la “buona scuola” di Renzi. - Il tempo perso è un’attività sempre intensa, talvolta frenetica, senza una significativa relazione tra i giorni,i mesi, gli anni impegnati e il risultato del lavoro. Uno spreco laborioso, un lavoro inutile quanto incessante, scadenzato da appuntamenti, riunioni, commissioni. E’ un tempo lavorato con intensità e tenacia. Chi perde tempo lavora più dei professionisti, più dei manager, più degli artigiani, ma alla verifica di fine giornata o di fine mese o di fine anno, quel lavoro è servito ben poco a raggiungere l’obiettivo. Per riuscire a perdere tanto tempo occorrono dei meccanismi sociali, alcune funzioni precise: il consiglio di classe, il collegio dei docenti, le riunioni per materie, le commissioni di lavoro, il consiglio d’istituto.

 Ho partecipato, in una scuola della Sibaritide, ad un seminario per docenti sulla legge 107 (per l’inclita “buona scuola”). Come ha avuto modo di precisare un mio compagno di scuola, ora ispettore emerito in quiescenza del MIUR, la legge 107 consiste di un solo articolo di ben 212 commi. Su nove temi generali la riforma prevede che il Governo chieda la delega, che significa legiferare tramite decreti legislativi. Pertanto la Riforma sarà realizzata nel tempo attraverso 9 deleghe e 24 decreti. Ma nel frattempo i docenti sono chiamati a discutere (a perdere tempo) per esprimere pareri (d’ora in poi possono fare solo questo, perché ad elaborare e a deliberare ci penseranno il governo e il Dirigente scolastico) su materie che il governo si riserva di normare successivamente. Qualche esempio? Possibilità assegnata al Dirigente scolastico di reclutare qualche docente, rinviata al 2016- Come assegnare il bonus ai docenti “meritevoli”, il Ministero invierà alle SSLL i criteri validi su scala nazionale, nel frattempo  azzuffatevi per un’alea che serve da cortina fumogena alla contrattazione nazionale da anni finita su un binario morto.

Si diceva della funzione sociale del “perder tempo”, quale ?

Oggi quella del conformismo: si accetta il corso della Storia, ritenendo inutilizzabile il pensiero e l‘agire politico, per sua natura politicamente scorretto rispetto alla Storia, perché il corso della Storia si propone di deviarlo.

Quel che più conta è la “governabilità” e la “decisione”, un capo del governo di sinistra realizza il pensiero di un filosofo dello Stato cattolico della Restaurazione come de Maistre: “Ogni governo è buono una volta che è stabilito”. Perché nell’esistenza dell’autorità è presente l’atto della decisione e “nelle cose più importanti conta più che si decida, che come si decide”.

Giuseppe Costantino