Una splendida scultura inedita di Nicola Fumo |
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Scritto da A.Della Ragione | |
venerdì, 25 settembre 2015 11:27 | |
![]() ![]() La figura di Nicola Fumo è stata studiata, tra gli altri, soprattutto da Raffaele Casciaro e Gian Giotto Borrelli, che ne hanno individuato numerose opere e dato un’interpretazione critica del suo stile. Non è chiara la formazione dell’artista, forse nell’ambito dello scultore Gaetano Patalano, certamente non è stato allievo del Fanzago come riferisce il De Dominici. Poco prima o intorno al 1675 l’artista si trasferì a Napoli. Tra le opere notevoli degli anni ’80 e ’90 del Seicento vi sono sicuramente la nota “Assunta” per il Duomo di Lecce e il “S. Francesco di Paola” nella chiesa del Salvatore a Baronissi. Nell’ultimo decennio del Seicento la produzione artistica di Nicola Fumo divenne particolarmente importante, al punto che alcune sue opere furono inviate in Spagna alla corte di Filippo V. L’artista inviò nel 1698 in Spagna una «eccellentissima» statua di “Cristo Portacroce”(fig. 4), conservata a Madrid nella chiesa di S. Ginés, diverse statue della “Immacolata”(ad Almeida, nel 1697; a Antequera nel 1705) e la “Virgen de las Maravillas” di Cehegín (prima del 1725). ”La Madonna delle Meraviglie” è sicuramente una delle opere più belle dello scultore. Definita da molto critici come l’emblema della bellezza femminile, fu trasportata su una nave che affondò nei pressi del porto della cittadina spagnola. L’unica cassa sopravvissuta al naufragio fu quella contenente l’opera di Fumo. Gli abitanti subito approfittarono dell’evento per appropriarsi di una scultura che da allora tanto lustro ha dato alla loro comunità, incantò generazioni di visitatori: la bellezza di un viso giovane e aggraziato con lo straordinario panneggio tipico del Fumo ha letteralmente estasiato tanti critici d’arte giunti appositamente nel paesino. Fiumi di inchiostro sono stati versati nel corso di più di tre secoli per un’opera di rara bellezza. Le espressioni ed i ”movimenti” del corpo tanto realistici quanto sorprendenti sono tra le specialità di Nicola Fumo. Facce espressive ed armoniose, sculture mai statiche; opere caratterizzate da una perfezione raramente raggiunta nel corso della storia. Tutte le statue della Chiesa del Convento Francescano “Santissima Trinità” di Baronissi sono di Nicolò Fumo. La Maria Assunta, ad esempio, sarà una delle specialità dell’artista: una si trova ad Avellino(fig. 5) dove il culto si rinnova ogni 15 agosto. Nelle ultime opere del Fumo si respira una certa “arietta” giordanesca e una buona libertà esecutiva, come nell’ “Arcangelo Michele” in S. Maria Egiziaca a Napoli e nella “Madonna del carro” a San Cesario di Lecce. Nella sua opera si possono rilevare anche influenze solimenesche, a riprova che tra pittori e scultori vi erano comunque dei rapporti stilistici e influenze reciproche, spesso feconde e importanti. Achille della Ragione |
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