Le primavere a Cassano (poesia) |
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Scritto da M.Miani | |
domenica, 12 luglio 2015 13:20 | |
![]() Vengono all’improvviso Portate da un venticello Che sale verso i monti Dalla grande storica piana, Dal mare, quello di Sibari. Trascina tutti gli odori che incontra Seminando i profumi tra le coste I calanchi, l’Eiano, le fonti d’acque sorgive, Sui sentieri, tra gli ulivi, nei vigneti Lasciando le tracce nelle piazze, Nei vichi, sui piani tra la gente. Al giungere di marzo I giovani si destano dal torpore Del mese del dolce dormire. Festeggiano la primavera Suoni di fisarmoniche Organetti e canti si disperdono Nei serpeggianti tratturi di campagna. L’amore svolazza Farfalla impazzita dai fiore colorati di prato Su quelli odorosi dei vasi sui balconi L’arietta soffice, dolce Ti entra nel capo vertiginosa Fa girare la testa e tremar le gambe Come vinello rosato, giovane, allegro, pruriginoso, frizzante. Nelle piazze gli uomini vecchi, Seduti al sole tiepido primaverile Ventilati da un leggero venticello, Han voglia di moto. Sognano i balli Di un tempo il saltarello, la tarantella Qualche veloce valzer o la mazurca stregata Abbracciati, allacciati con le giovani Di un tempo passato remoto negli anni Dai nomi paesani,Teresina, Miluccia, Iolanda, Titina, Maruzza, Rosetta, Saletta, Concettina, Mafalda, Chiara, Annetta, Rosaria, Rosinella, Augusta e Cristina Ed altri cento e più nomi di tanti ricordi, Dagli sguardi d’amore senza parole Che scaldavano i cuori che aritmicamente correvano Affannosamente dietro sogni futuri e rosati. Ritornano già al vespro dai campi d’intorno, Cantano ariette e ritornelli d’amore, Canti di stizza, stornelli di gelosie Donzelle tra le braccia fiori di mimose, Gialle ginestre, pendoli di glicini, I mille colori dei narcisi, dei crocchi, le primule Le fresie, gli iris, margherite e viole. Arcobaleni di colori, fragranze di profumi, Che risvegliano persino i morti antichi sotterra, Ove giacciono silenti da tempi, nel campo dei santi Tra lucertole, formiche, coleotteri, scarabei dorati e farfalle Con la primavera che scalda le zolle Ma lascia fredde le ossa, i corpi dei tanti Abitanti trapassati di Cassano che guardano Immemori la piana, il Crati verde, l’azzurra marina Di Sibari dove nacque emergendo dal mare Bella Venere, la dea madre d’amore in una giornata di sole a primavera. Michele Miani |
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