Vangelo dell'Ascensione di Gesù |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
sabato, 16 maggio 2015 08:40 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 16,15-20. - In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.» Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
17 – 24 MAGGIO 2015
camminando insieme UN GIUBILEO STRAORDINARIO … DI MISERICORDIA! (6)
Continuiamo la lettura della Bolla Misericordiae Vultus, che ci aiuta a comprendere lo “spirito” del Giubileo straordinario della misericordia e a prepararci adeguatamente ad esso.
«Da un’altra parabola, inoltre, ricaviamo un insegnamento per il nostro stile di vita cristiano. Provocato dalla domanda di Pietro su quante volte fosse necessario perdonare, Gesù rispose: « Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette » (Mt 18,22), e raccontò la parabola del “servo spietato”. Costui, chiamato dal padrone a restituire una grande somma, lo supplica in ginocchio e il padrone gli condona il debito. Ma subito dopo incontra un altro servo come lui che gli era debitore di pochi centesimi, il quale lo supplica in ginocchio di avere pietà, ma lui si rifiuta e lo fa imprigionare. Allora il padrone, venuto a conoscenza del fatto, si adira molto e richiamato quel servo gli dice: «Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» (Mt 18,33). E Gesù concluse: «Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello» (Mt 18,35). La parabola contiene un profondo insegnamento per ciascuno di noi. Gesù afferma che la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia. Il perdono delle offese diventa l’espressione più evidente dell’amore misericordioso e per noi cristiani è un imperativo da cui non possiamo prescindere. Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici. Accogliamo quindi l’esortazione dell’apostolo: «Non tramonti il sole sopra la vostra ira» (Ef 4,26). E soprattutto ascoltiamo la parola di Gesù che ha posto la misericordia come un ideale di vita e come criterio di credibilità per la nostra fede: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7) è la beatitudine a cui ispirarsi con particolare impegno in questo Anno Santo. Come si nota, la misericordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile. L’amore, d’altronde, non potrebbe mai essere una parola astratta. Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano. La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni. È sulla stessa lunghezza d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come ama il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri».
Camminiamo insieme verso il Giubileo straordinario! Intanto buona domenica e serena settimana! don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 17 maggio 2015 Ascensione del Signore (At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20)
La festa dell’Ascensione, che cade quaranta giorni dopo la Pasqua, e che in alcuni paesi, come l’Italia, è stata trasferita alla domenica successiva, è una festa particolarmente importante. Il Signore Risorto, infatti, per quaranta giorni si mostrò - come abbiamo ascoltato nella prima lettura - ai suoi discepoli. Dopo quaranta giorni “fu elevato in alto e una nube lo sottrasse al loro sguardo”. I discepoli sono privati della presenza fisica di Gesù. Noi siamo privati della presenza fisica di Gesù! La presenza “fisica”, tuttavia, non è l’unica forma, l’unica modalità di presenza. Anzi c’è una “assenza” (fisica) che è “più forte presenza”!
Sì, perché Gesù, ascendendo al Padre, non ci ha lasciati soli! Non ci ha privati della sua presenza! Dal Padre il Signore Gesù ci ha fatto dono dello Spirito, che continua la sua opera nella Chiesa e nel cuore di quanti lo accolgono. Ecco perché la Pentecoste - che celebreremo domenica prossima - è il compimento della Pasqua!
A ciascuno di noi, perciò, oggi, “i due uomini in bianche vesti” continuano provocatoriamente a domandare: “perché state a guardare il cielo?”. A proposito di questa provocatoria domanda, che dovrebbe scuoterci, mi torna alla mente una simpatica scena del film “State buoni se potete” su san Filippo Neri interpretato da Johnny Dorelli. Sant’Ignazio di Loyola, invitato da San Filippo, fa visita ai ragazzini scalmanati dell’Oratorio e li interroga un po’ sul catechismo. Alla domanda su dove abita Dio i ragazzi rispondono in coro “in cielo”! Sant’Ignazio si infuria un po’ e dice ai ragazzi che erano stati istruiti male perché Dio non abita in cielo, ma proprio qui, sulla terra! “Perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
Ma non bisogna stare a “guardare il cielo” non solo perché Gesù verrà di nuovo, ma soprattutto perché è sulla terra che ci chiede - lo chiede a ciascuno di noi! - di renderlo ancora presente! Dall’Ascensione di Gesù, perciò, i discepoli devono ricevere un impulso missionario, come ci ricorda il Vangelo: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”. Il Signore Gesù, proprio come affermava Sant’Ignazio nel film “State buoni se potete”, agisce qui, insieme con noi, se annunciamo a tutti e dappertutto la buona notizia del Vangelo!
E perché non ci siano dubbi sullo “stile” che ci deve caratterizzare, in modo da rendere presente nella nostra vita lo stesso Gesù, San Paolo, nella seconda lettura, ci ha ricordato: “comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace”. Umiltà, dolcezza, bontà d’animo, amore e pace!
Quando noi ci impegniamo, per amore di Gesù, a vivere così - come Lui ci ha insegnato - con “umiltà, dolcezza, magnanimità e pace” noi rendiamo presente lo stesso Gesù nella nostra vita e lo annunciamo efficacemente ... perché chi incontra una persona umile, dolce, buona d’animo e pacifica ... incontra Gesù! E chi vive lasciando che Gesù lo renda “umile, dolce, magnanimo e pacifico”, contribuisce ad “edificare il Corpo di Cristo”, “l’unità della fede” e tende a “raggiungere la misura della pienezza di Cristo”. Chiediamo al Signore Gesù che ci aiuti a diventare così. Amen.
AVVISI
- LUNEDÌ 18 MAGGIO la S. MESSA sarà celebrata alle ORE 8,30 nella Chiesa S. Giuseppe.
- Continua la PEREGRINATIO MARIAE e la BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE. Per informazioni rivolgersi agli incaricati e/o al Parroco.
- VENERDÌ 22 MAGGIO, festa di S. RITA DA CASCIA: presso la Chiesa S. Giuseppe si terrà la supplica (ore 12,00), la recita del S. Rosario (ore 18,00) e la celebrazione della S. Messa al termine della quale saranno benedette le rose e i pani (ore 18,30).
- SABATO 23 MAGGIO, alle ore 18,30, presso la Chiesa S. Giuseppe si terrà la VEGLIA DI PENTECOSTE, animata dai cresimandi, dai giovanissimi e dai giovani della Parrocchia: TUTTI SONO INVITATI A PARTECIPARE. Seguirà un momento conviviale.
|
< Precedente | Prossimo > |
---|