L’IO E L’ALTRO CHE E’ IN NOI |
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Scritto da L.Niger | |
domenica, 10 maggio 2015 21:26 | |
![]() In ogni caso, dato che in ciascuno di noi è presente una parte segreta, nascosta, misteriosa(di cui mi occupo professionalmente), cioè l’Altro, tale presenza nella condizione umana ha interessato e continua ad interessare tanti uomini di pensiero, artisti e scienziati. Tornando alla mia infanzia, l’ipertrofia immaginativa, probabilmente compensativa della durezza della vita reale, mi ha portato a convivere con l’eteronimo, cioè l’Altro, ovviamente, sempre riconducile all’Io. Nel corso degli anni i molteplici ricordi, come spesso accade, sono stati integrati, modificati, tagliati, ampliati, per cui la distanza tra l’Io e l’Altro si accorciava. Fino a quando, sia per l’età sia per una certa autorevolezza, si entra in una specie di zona franca, per cui una lieve continua manipolazione dei ricordi non procura più disagio. Anzi, risulta piacevole. E’ come un ritornare alle fantasie infantili. Possiamo essere tacciati di insincerità? Direi di no. Siamo sinceri, ma, per lo più, non veritieri. Sincerità e verità: “Sono sincera,/ma non per questo/devi credere che io dica la/ verità?”(Maria Luisa Spaziani). In particolare, nelle relazioni amorose, quanto c’è di vero e quanto c’è di sincero? Anche perché all’Altro in noi si aggiungono gli altri da noi. Da anni scrivo sulle prime pagine delle mie agende un pensiero, profondo e inquietante, di un maestro del Novecento, Paul Ricoeur :”Je suis ce que je me raconte”. Io sono ciò che mi racconto. Veramente illuminante. E’ uno dei modelli interpretativi nel mio lavoro. Le poche cose raccontate fanno parte del mio racconto, grazie alla mia memoria. E siamo tornati al punto dal quale eravamo partiti. Luigi NIGER |
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