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Sibari

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Giovani sibariti in visita al neo-vescovo PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Simone   
domenica, 10 maggio 2015 20:35
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Mons.Savino fra i ragazzi di Sibari
La Parrocchia San Giuseppe in visita dal Vescovo
Savino - Sabato 9 maggio u.s., una rappresentanza della comunità parrocchiale di Sibari, guidata dal parroco, d. Michele, e composta soprattutto da giovani e giovanissimi, nonché da ragazzi del gruppo ministranti, è stata ricevuta dal neo vescovo di Cassano, mons. Savino, presso la Basilica-Santuario dei Ss. Medici in Bitonto (BA). Partito di buon mattino, l'autobus, percorrendo strade costeggiate ora da un mare limpidissimo, ora da secolari uliveti, è giunto nella città pugliese. La rappresentanza parrocchiale ha preso parte alla Celebrazione Eucaristica, presieduta dal proprio parroco, nel caratteristico Santuario, il cui altare maggiore è dominato dall'artistico e veneratissimo simulacro dei due Santi medici e gemelli, martirizzati in Siria, Cosma e Damiano, definiti “anargiri” perché in vita praticavano la medicina e la farmacia senza mai chiedere onorari.

Cosma e Damiano, definiti “anargiri” perché in vita praticavano la medicina e la farmacia senza mai chiedere onorari. La S. Messa è stata animata dal coro parrocchiale dei giovani e da alcuni nostri ministranti. Una felice coincidenza ha voluto che la visita al nostro venturo vescovo avvenisse proprio il giorno in cui la Chiesa locale festeggiava la Traslazione delle reliquie di S. Nicola di Mira, vescovo di quella città e patrono di Bari e della sua Arcidiocesi. Dopo la Celebrazione Eucaristica, un gentile collaboratore di colui che fino a poco tempo fa era il rettore del Santuario, ora nostro vescovo, ci ha accompagnati nella visita alle bellezze della Basilica narrando, all'assorto uditorio, la vita dei Santi Medici e i prodigi da essi compiuti a chi con fede li venera.

Da sottolineare la presenza, al di sotto del Santuario, di una cripta adibita al culto ortodosso in quanto, come sottolineato anche da s. Giovanni Paolo II, la devozione bitontina  ai Santi Medici rappresenta un potente mezzo di dialogo tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa, essendo i martiri Cosma e Damiano veneratissimi anche nel mondo orientale.

Al termine della visita, siamo stati invitati a recitare l'antica preghiera dell' Incubatio, rito cristianizzato ma di origini pagane legato al culto dei Dioscuri e che consiste nel recitare una formula alla quale, di solito, si aggiunge il rito di ungersi con un unguento oleoso e profumato, le parti del corpo da curare e subito dopo dormire per lasciare alla divinità, in questo caso ai Ss. Medici, la facoltà di intervenire e guarire l'infermo.

Dopo aver visitato alcune realtà sorte grazie all'impegno di mons. Savino, ecco arrivare il vescovo che, con scioltezza e ilarità, particolarmente entusiasmato dalla nutrita presenza di giovani, ha rotto il ghiaccio chiedendo lumi sulle attività della nostra parrocchia e sulle caratteristiche paesaggistiche e culturali della Sibaritide, di cui ha sentito parlare, dagli stessi un po' imbarazzati giovani. Toccante poi, la testimonianza di due catechiste che hanno affermato di svolgere ormai da anni la loro attività con amore.

E proprio il tema dell'amore e dell'amicizia è stato il fulcro del discorso del vescovo che, commentando il Vangelo della VI domenica di Pasqua, ha evidenziato che “solo un amore autentico e pieno, senza riserve, come quello di Cristo, può rendere davvero felice e carica la vita”. Un monito, poi, rivolto a sé stesso e ai sacerdoti, ricordando che precipuo compito dei ministri di Dio è “aiutare la gente ad essere amica di Gesù, come da Lui stesso richiesto nel Vangelo, è questa, infatti, la particolare missione assegnata ai ministri del Signore”.

Nel pomeriggio, dopo un momento conviviale, il gruppo ha visitato la caratteristica cattedrale della città, uno dei pochi esempi di architettura romanica ben conservata dell'intero Meridione. Ed in effetti, entrando nella severa cattedrale, è facile rimanere subito affascinati da un'atmosfera che pare ferma nel tempo, a quasi un millennio fa, epoca di edificazione della chiesa, risalente a cavallo tra i secoli XI e XII. Scesi nell'austera cripta, non dissimile per età e dimensioni da quella della nostra cattedrale, lo sguardo rimane colpito da una serie di vetusti affreschi e da tombe ad alto e bassorilievo di vescovi e notabili. Un Crocifisso ligneo, anch'esso vagamente richiamante alla memoria la veneratissima effigie cassanese, sovrasta l'altare della cripta. Di particolare interesse è stata poi la visita ai recenti scavi che hanno portato alla luce i resti della primitiva chiesa paleocristiana, utilizzata fino all'Alto Medioevo e caratterizzata da un pavimento musivo, di cui oggi rimane traccia nel grandioso mosaico raffigurante un grifone, animale mitologico, metà leone, metà aquila, rappresentante la doppia natura, umana (Leone) e divina (Aquila) del Cristo.

A sera, dopo una piacevole passeggiata per il centro storico della città, la rappresentanza sibarita è tornata in sede, arricchita da una nuova esperienza spirituale e culturale.

Amerigo Simone

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